Alle ore 18, direttamente dalla sala stampa di Villa Rostan, è intervenuto in conferenza il tecnico del Genoa, Alberto Gilardino, per presentare la sfida contro la SPAL. “Come tutte le altre, è stata una settimana di lavoro intenso e miglioramento, che deve sempre esserci nella mia testa, del mio staff e in quella dei ragazzi. Dobbiamo migliorare in tutte le situazioni in cui possiamo. Dovremo essere bravi all’interno della gara, davanti al nostro pubblico, a ricercare l’episodio favorevole, con grande fiducia e consapevolezza, in ogni zona del campo. Questo sarà fondamentale“.

La Spal, almeno guardando la classifica, è in difficoltà ma è attrezzata e costruita per altri obiettivi. Che avversaria sarà?

“Hanno cambiato in corsa l’allenatore, l’aspetto tecnico. Prima c’era Daniele (De Rossi, ndr), ora è arrivato Massimo Oddo che mi farà piacere salutare. Sono stati costruiti ad inizio stagione, e anche a gennaio con Nainggolan, Fetfatzidis, che probabilmente non sarà della partita, o Pepito Rossi, per ambire ad altri tipi di posizioni. Possono contare sulla struttura fisica di La Mantia, sugli attacchi alla profondità di Pucino, sulla solidità del reparto difensivo. Noi dobbiamo pensare a fare la partita, con grande fiducia e consapevolezza nei nostri mezzi per ricercare l’episodio favorevole all’interno della gara”.

Quindi, visto che dovete fare la partita, come giocherai domani? Cambierai, magari passando a due punte?

“Le valutazioni è normale si facciano e si provino nei giorni precedenti alla partita. Come sempre detto, questa squadra deve essere brava, e lo è stata nelle ultime gare, a partire in un modo e potersi modellare anche in corsa. La volontà espressa nelle ultime gare, nell’ultima a tratti, era di avere spunti interessanti. Anche in quella precedente in casa siamo stati tosti. Passano le partite, c’è sempre una partita in meno e i punti pesano di più, per chi si deve salvare e chi deve provare a vincere. Questo effetto è un effetto di equilibrio e chi sa stare in partita sin al 95esimo, chi sa dare una sterzata, è lì che potrà determinare”.

Haps è pronto?

“Haps sta bene, sarà della partita. Adesso entriamo in un periodo in cui giocheremo ogni 4/5 giorni. Criscito l’ho utilizzato dopo un solo allenamento a Modena e dobbiamo solo dirgli grazie per quanto fatto. Ha fatto un allenamento, non ha mai smesso di allenarsi, ha fatto un allenamento e si è rimesso subito a disposizione. Domani toccherà ad Haps dal primo minuto, ma ci tre o quattro sono 4/5 giorni e tutti saranno pronti. Come ho detto loro, dovranno dare un contributo importante. Adesso comincerà un periodo in cui tutti dovranno essere forti”. 

È preoccupato per Coda che è da un po’ che non segna?

“Deve pensare a fare giocare bene la squadra e nell’ultimo terzo di campo deve fare quello che sa fare lui, con grande lucidità e spensieratezza nel provare le giocate in ogni momento della partita e in ogni zona del campo”.

Per Dragus e Salcedo c’è qualche possibilità dal primo minuto? E per Jagiello?

“Dragus ha giocato qualche spezzone in più di Salcedo. Come ho detto, devono essere tutti pronti, chi parte dall’inizio e chi subentrerà, che anche per 15/20 minuti dovrà determinare. Campionato e momento richiedono quello. Jagiello dall’inizio? È un giocatore che in una squadra un allenatore vorrebbe sempre. L’ho alternato diverse volte, a volte non ha giacato, ma lo hai sempre in allenamenti, è un giocatore positivo e intelligente: domani potrebbe essere un’opzione dall’inizio”. 

Intanto parto con l’evidenziare che Oddo è stato suo allenatore per alcuni mesi. Ma vado con la domanda: sin qui quello che ha cambiato, in particolare, sono stati gli attaccanti. Giocando con un 4-3-2-1 l’unico che può fare un centravanti, a mio avviso, è Coda, mentre Puscas va utilizzato con qualcuno vicino. È una considerazione giusta?

“In alcuni tratti della partita, a Modena, l’avversario ci ha portato a lanciare così lungo, ma non è nel nostro modo di pensare e non è la volontà nostra. Le richieste da parte mia sono di proporre, quando possibile: chiaramente non si può proporre sempre, ma dobbiamo farlo quando possiamo. Sia Coda che Puscas sono un po’ diversi, quindi posso trovare soluzioni con l’uno, con l’altro o con entrambi, anche a gara in corso. Puscas titolare a Modena era per avere subito energia, all’inizio, e pensare che più passasse il tempo durante la gara, poi sarebbe entrato Coda. Credo molto nella struttura della squadra, in quello che mi possono dare i giocatori all’interno della partita. Abbiamo bisogno di questi giocatori che la porta nelle stagioni precedenti l’hanno sempre vista e sentita: c’è bisogno di fiducia in loro e responsabilità e mi auguro che entrambi da qui in avanti possano determinare come hanno fatto Bani e Dragusin a Modena. Quanto è importante aver ritrovato i gol dei difensori, che mancavano dal centro di Hefti col Parma? Sono contento perché i gol sono arrivati da un piazzato e da un gesto di Coda che ha trovato Bani sul secondo palo: loro devono saper difendere e lo sanno fare bene. Devono continuare a farlo bene. Quando vengono a saltare, visto che hanno struttura e centimetri, devono determinare come struttura”. 

Il suo 3-5-2 come viene interpretato? Come si crea il gioco con questo modulo senza regalare un uomo agli avversari?

“Ci sono vari modi di interpretarlo, in base a dove vuoi portare l’avversario e in base al cercare di proporre gioco dove pensi che l’avversario possa avere più difficoltà. In base allo studio che andiamo a fare, cerchiamo di costruire sia dal basso, sia in costruzione intermedia sia nell’ultimo terzo di campo situazioni per andare a fare male all’avversario. Gli interpreti in questo modulo contano e fanno chiaramente la differenza. Se giochi con una mezzala più offensiva può diventare un 3-4-1-2, puoi giocare con un quinto più basso, ma dipende da momenti e situazioni”.


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