Ai Magazzini del Cotone, nel contesto del Salone degli Orientamenti rivolto agli studenti che sono alla ricerca della loro strada per proseguire il percorso di studi di scuola superiore e universitari, sono intervenuti tanti sportivi della Liguria. Tra di loro il tecnico del Genoa Primavera, Alberto Gilardino, accompagnato dal suo vice Caridi e dal team manager Natuzzi. Presente anche la giocatrice rossoblu Alessia Giuffra, che ha sottolineato l’onore di vestire una maglia come quella del club più antico d’Italia e che, dopo essersi ripresa dall’infortunio, tornerà a dare una mano alla formazione rossoblu.

“Mi fa piacere parlare di queste cose – esordisce Gilardino subito dopo l’introduzione dell’Assessore regionale con delega a Formazione e Orientamento e Programmi comunitari di competenza, Marco Scajola Pensare che andai via di casa a 14 anni per andare nel settore giovanile del Piacenza, molto ma molto giovane. Rispetto ai miei coetanei che ritrovavo quando tornavo a casa, mi accorgevo che lo stare fuori casa e avere delle responsabilità sicuramente mi faceva crescere più velocemente rispetto ai miei coetanei. Passione, voglia, determinazione, sacrificio che ciascuno ci mette per arrivare – o per provare ad arrivare – sono state le basi di tutto. È sempre stato così, dalle basi messe a Piacenza a quando ho esordito in Serie A sino ad arrivare al Mondiale”. 

Si parla anche del tema del prendersi cura degli altri, e nello specifico a Gilardino viene chiesto cosa gli richiede, in tal senso, il mestiere di allenatore. “Devi essere più una guida, soprattutto con ragazzi giovani – spiega Gilardino – Una guida emotiva, psicologica, motivandoli. Devi insegnare loro sul campo delle regole, dare loro degli obiettivi, cercando di migliorarli singolarmente. In Primavera hai modo di farlo, e comunque nella Primavera del Genoa devi vincere, mentre in altre esperienze che ho fatto l’allenatore non ha tempo e deve badare maggiormente al sodo, concentrando il lavoro per ottenere risultati. Il mio modo di interpretare il mio ruolo è cercare di avere un legame forte col gruppo, coi giocatori, cercando di stimolarli e non solo coccolarli. Quando c’è bisogno di un confronto, bisogna averlo. Ho ambizioni e questo deve essere un passo importante della mia carriera”. 

Ci sono varie componenti per arrivare al proprio obiettivo – prosegue Gilardino – La fortuna è sicuramente una componente che fa parte del percorso di ciascuno di noi, nel calcio come in tutti gli altri lavori, ma il talento vi è necessità di coltivarlo sempre. È determinante e fondamentale. Cerchiamo di trasmettere dedizione e sacrificio anche ai nostri ragazzi della Primavera. Chi ha talento, ma anche una componente umana, ha più possibilità di arrivare, anche se il calcio non ha una grandissima logica a mio parere. Prendiamo il mio esempio oppure quello di Fabio Grosso, che fino a 25/26 anni non aveva ancora giocato in A e poi ha giocato un Mondiale segnando il rigore decisivo in finale”.

Presenti anche le calciatrici della Sampdoria Women, Michela Giordano ed Elena Pisani, il capitano della Virtus Entella, Andrea Paolucci, e quello della Primavera dello Spezia, Simone Giorgeschi. “È un piacere avervi qui, in tanti, perché lo sport attira come ambiente dove si pratica attività fisica, ma anche dove si contemplano i campioni – ha sottolineato l’Assessore regionale allo Sport, Simona Ferro Certi obiettivi vengono raggiunti con tanto sacrificio, non c’è nulla di facile. E anche ottenere un diploma di laurea, come quello di scuola superiore, è un traguardo dal quale poi si riparte”.


LA FOTOGALLERY 

 


Toronto, Criscito annuncia l’addio: “Deciderò il mio futuro entro fine anno”