“Non abbiamo subito la partita oggi, abbiamo fatto la nostra partita e a mio avviso anche più del Genoa. Poi loro l’episodio l’hanno messo dentro, ma avevamo avuto le occasioni più grandi ed è chiaro che la nostra situazione comincia a diventare un po’ troppo pesante”. Stefano Colantuono, nella sala stampa del Ferraris, è visibilmente preoccupato per una cessione societaria necessaria per evitare ripercussioni sul prosieguo campionato. Domani sarà una giornata decisiva per il futuro del club: “Si cerca di mascherare e parlare di calcio, di un campionato che già di per sé presenta per noi difficoltà abnormi – prosegue il tecnico dei granata – Ma quando abbiamo giocato con quelle del nostro stesso target abbiamo sempre fatto quel che dovevamo fare. La situazione è pesante da inizio e anno si va avanti con questa situazione: c’è poca chiarezza e questa chiarezza va fatta adesso, altrimenti diventa un gioco al massacro”.

Ancora Colantuono: “I ragazzi questa situazione la sentono. Io li ringrazio, perché anche oggi abbiamo tirato fuori una prestazione importante. Ci siamo dati da fare, recuperando giocatori importanti, giocatori che hanno giocato anche se non al top. Ci sono limiti e lo sappiamo, ma credo che un po’ di chiarezza ci dovrebbe e ci potrebbe aiutare. Ringraziamo chi ci dà una mano, quei dirigenti che ci stanno sempre dietro, ma la situazione inizia a farsi pesante e inizia a stufare. E non lo dico per accampare scuse. Ci vorrebbe che qualcosa venisse fuori definitivamente, altrimenti è davvero un gioco al massacro”.

“Sembra che si sia passati da una situazione ad un’altra, ma qui la situazione è rimasta sempre la stessa. Posso parlare delle mie partite, in cui abbiamo incontrato 4-5 top club con una squadra incerottata tra infortuni, Covid e altro. In una squadra che già deve fare un certo campionato, così diventa difficile. Più vai avanti e la situazione rimane questa, con il problema che sembra non trovare soluzione, ma di che numeri bisogna parlare? Mi sembra riduttivo, i numeri sono gli stessi. Un gol in più o in meno che cosa cambia? Qui i problemi sono altri. Che cosa dirò ai ragazzi? Non sono isolati in una campana di vetro, non è che non soffrono questa situazione. Anche loro ne soffrono e la vivono. Anche per loro non c’è molta chiarezza e non sanno cosa avverrà: questo alla lunga può pesare. Puoi lavorare sulla testa, ma non può durare così tanto, altrimenti diventa difficile”. 


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