Riparte il campionato dopo la sosta per gli impegni delle squadre nazionali e il Genoa della nuova proprietà americana, che nel precedente incontro è stato sconfitto a Salerno dove ha disputato un incontro insufficiente e opaco, deve ritrovare oggi contro il Sassuolo il gioco e lo spirito dei giorni migliori per non andare in contro a nuove brutte figure che potrebbero risultare pericolose anche ai fini della classifica.

Un focus su Dionisi, allenatore del Sassuolo.

L’allenatore del Sassuolo è Dionisi, un giovane tecnico emergente proveniente dall’Empoli dove ha vinto alla grande lo scorso campionato di serie B. Dionisi è stato voluto a tutti i costi dalla dirigenza nerazzurra per sostituire De Zerbi passato alla squadra ucraina dello Shaktar, ma sino ad ora non è riuscito nell’intento di fare breccia nel cuore della tifoseria emiliana. Dionisi, come il suo predecessore, è un amante della costruzione dal basso e del possesso palla con la differenza che i giocatori del Sassuolo appena è possibile cercano la verticalizzazione e l’imbucata centrale. Non bisogna dimenticare che gli emiliani nello scorso calciomercato hanno venduto due giocatori del calibro di Locatelli e Caputo, difficilmente sostituibili (soprattutto il primo).

Qual è il modulo di gioco?

Anche il modulo è cambiato, si è passati dal 4-3-3 all’attuale 4-2-3-1. In porta ormai da anni c’è Consigli, esperto e carismatico, dal rendimento regolare e sicuro. Ha buone qualità in tutte le caratteristiche del ruolo, qualche sbavatura nel gioco coi piedi.

La difesa neroverde?

La linea difensiva da destra a sinistra è formata da Muldur, Chiriches, Ferrari e Rogerio. Muldur è un difensore turco dalla facilità di corsa e molto propenso all’inserimento offensivo, palesa qualche incertezza nel gioco difensivo e nel tenere le linea. Chiriches, dal fisico importante, è bravo di testa e attento in marcatura. Ex Napoli, è un nazionale rumeno. Ferrari è il leader della retroguardia, è lui che guida il reparto in tutte le letture difensive, ottimo nel gioco aereo, bravo tecnicamente e nell’impostazione del gioco. Chiude Rogerio, brasiliano, è un ex Juventus, buonissimo piede sinistro, veloce, giocatore in costante crescita. Molto temibili le sue sovrapposizioni dietro a Boga, oggi assente.

Come si dispone il centrocampo del Sassuolo?

I due mediani di centrocampo sono Maxime Lopez e Frattesi. Lopez, ex Marsiglia, è giocatore piccolo ma forte sulle gambe, rapido e tignoso sempre pronto all’aggressione, con buone qualità tecniche. Frattesi è l’altro mediano, dinamico e bravo coi piedi, ha un buon tempo d’inserimento, ex settore giovanile della Roma.

Il reparto d’attacco?

I tre giocatori che giocano dietro alla prima punta sono Berardi, Djuricic e Boga, che delineano un reparto dove abbondano la qualità e la facilità ad andare all’uno contro uno. Berardi da anni a Sassuolo è un azzurro di Mancini e vincitore dei campionati europei: è finalmente maturato, gioca sulla fascia destra anche se è tutto sinistro, veloce, buon dribbling e un tiro da fuori a rientrare sempre molto pericoloso che ci ha castigato più volte. Djuricic è il trequartista, fantasia e dribbling: il serbo è giocatore che se in giornata può essere devastante, insidiose le sue percussioni palla al piede. Il grande assente di giornata sarà Bogam che agirebbe agisce sulla sinistra, anche lui come Berardi a piede invertito, rapido e dal dribbling secco ed imprevedibile, giocatore che va sempre raddoppiato. Al suo posto dovrebbe posizionarsi l’ex blucerchiato Defrel.

Raspadori è la prima punta, cresciuto nel settore giovanile emiliano. Per far spazio a lui il Sassuolo ha ceduto Caputo, il che è tutto dire. Anche lui fa parte della nazionale azzurra, mezzi tecnici importanti, rapido, bravo a fare la sponda e a duettare coi compagni, in mezzo all’area è sempre in agguato. Nel reparto avanzato i neroverdi hanno importanti ricambi, tra tutti spicca Scamacca. L’ex rossoblu possiede un fisico da corazziere con buone proprietà tecniche, gli addetti ai lavori da lui si aspettano grandi cose.

Come difendono sulle palle inattive?

In fase difensiva sui corner e sulle punizioni laterali difendono a zona, in fase offensiva i corner vengono calciati da Rogerio, Djuricic e Boga, spesso giocano sul breve per poi pescare l’uomo sul secondo palo. Salgono a colpire i due centrali difensivi, Raspadori va a caccia delle palle sporche, anche Muldur si aggiunge ai giocatori dentro l’area. Non sono una squadra forte fisicamente, quindi variano spesso la battuta delle palle ferme.

In conclusione.

Da troppo tempo il Genoa non vince una partita tra le mura amiche e l’ultima partita di Salerno ha lasciato molto a desiderare, se ci sino manchevolezze sotto l’aspetto tecnico bisogna almeno dare tutto dal punto di vista dell’atteggiamento e dell’applicazione, cose che sono mancate contro i granata di Castori. Lasciare punti contro compagini inferiori o del pari livello può risultare molto pericoloso. Oggi ritorna la mitica Gradinata Nord che farà di tutto per farsi sentire e per spingere la squadra a conquistare questa tanto agognata vittoria casalinga.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.