Dopo tante tante voci, è giunta la notizia attesa dalla quasi totalità della tifoseria rossoblu: il Genoa in settimana ha cambiato proprietà. Al posto dell’”odiato” Enrico Preziosi, si è insediato il fondo americano 777 Partners. I nuovi padroni hanno regalato l’ingresso gratuito alla partita di oggi, un “cadeau” di cui beneficeranno tutti i genoani in possesso della tessera del tifoso. Speriamo che a questa bella iniziativa seguano altre cose positive, in primis una stabilità di idee e una maggiore solidità economica.

Passiamo al calcio giocato, la cosa che conta di più in questo momento. Strappato con le unghie e con i denti un pareggio a Bologna, stasera il Genoa riceve in casa il Verona, che dopo tre sconfitte consecutive ha esonerato il tecnico Di Francesco, scegliendo come sostituto il croato Tudor, ex allenatore dell’Udinese ed ex collaboratore di Pirlo alla Juve. Con il nuovo tecnico il Verona ha conquistato quattro punti in due partite, appaiando il Genoa in classifica.

Uno sguardo d’insieme sull’Hellas.

Tudor schiera la squadra con il 3-4-2-1, lo stesso sistema del suo connazionale Juric, l’allenatore dello scorso campionato. Tudor è un allenatore con un carattere spigoloso, poco avvezzo al calcio parlato, essendo un uomo di campo. Il Verona di Tudor è squadra ostica e in fiducia. Difficilmente i gialloblu escono in palleggio dalla propria area di rigore, preferiscono il lancio lungo a scavalcare il centrocampo. Quando vanno in pressing, una volta recuperata la palla cercano subito la verticalizzazione.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa.

Montipò, autore di un campionato positivo lo scorso anno nelle fila del Benevento, è portiere reattivo, svelto e munito di una buona dose di spregiudicatezza, anche se un po’ restio alle uscite sulle palle alte. Magnani, Gunter e Dawidowicz sono i tre difensori centrali. Dawidowicz, il “braccetto” di destra, giocatore dalla stazza fisica imponente, possiede una notevole forza, ma pecca in velocità e rapidità. Gunter, ex genoano, il centrale vero e proprio, ha buone qualità tecniche ed è bravo nel gioco aereo, duro e tempista negli interventi, ma ogni tanto incappa in gravi svarioni. Magnani, il “braccetto” di sinistra, è abile nei contrasti e nello scontro fisico, forte in elevazione, e possiede un buon piede mancino.

Il centrocampo.

Faraoni, Tameze, Ilic e Lazovic compongono il reparto mediano. Gli esterni sono Faraoni a destra e Lazovic sulla sinistra. Faraoni, che da un paio di stagioni mantiene un rendimento molto alto, ha gamba e corsa inesauribile, è bravo in ambedue le fasi e sa rendersi pericoloso anche in zona gol. Lazovic gioca a piede invertito, anche se ultimamente ha imparato anche a crossare con il piede mancino. Veloce e in possesso di un buon dribbling, deve migliorare nella fase difensiva ed essere più continuo, se vuole diventare un giocatore da squadre di alto rango. Tameze ed Ilic sono i centrali. Tameze, camerunese con cittadinanza francese, unisce la quantità ad una discreta qualità, è abile nel recupero palla e negli inserimenti. Ilic, giovane in prestito dal Manchester City, offre geometrie e qualità alla manovra, e possiede un ottimo piede sinistro con cui disegna traiettorie assassine.

L’attacco.

Barak e Caprari sono i trequartisti. Il primo è un nazionale della Repubblica Ceca dalla buona tecnica di base, bravo negli inserimenti con e senza palla e anche nella pressione sul portatore di palla. Caprari, di proprietà della Samp, è forte sulle gambe: dribbling e sterzate sono i suoi pezzi forti, in più è un attaccante pericoloso per i cross e per gli assist. Kalinic, la punta centrale, bomber che negli ultimi anni non ha tenuto fede alla sua fama, nella partita di martedì a Salerno ha ritrovato la sua proverbiale fama di cecchino segnando una doppietta. Implacabile dentro l’area di rigore, si destreggia bene nella difesa della palla e nell’attacco alla profondità, in più sa duettare nel breve.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase difensiva sui corner e sulle punizioni difendono a zona, formando il cosiddetto castello. In fase offensiva i corner sono calciati da Caprari e le punizioni laterali sempre da Caprari e da Ilic. I tre difensori centrali salgono per colpire e a loro si aggiungono Kalinic e Faraoni, che riempiono l’ area.

In conclusione?

Per il Genoa è giunto il momento di tornare alla vittoria a Marassi e di dare il benvenuto ai nuovi proprietari, che saranno in tribuna a vedere la loro nuova squadra. Speriamo che sia l’inizio di una lunga e bella storia.


Hellas Verona, Tudor: “Sarà un’altra battaglia contro un Genoa forte”

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.