Un Genoa dai due volti, quello che domenica scorsa è stato sconfitto dall’ Atalanta, per la terza volta consecutiva qualificatasi alla Champions League. Ad un primo tempo timido ed opaco dei rossoblu, è seguita una ripresa frizzante e propositiva, e sarà con questo spirito che il Genoa dovrà scendere oggi in campo contro il Cagliari alla Sardegna Arena. Il Cagliari ha saputo di aver evitato la retrocessione poco prima di scendere in campo contro il Milan, partita poi pareggiata con merito. Fino a poco più di un mese fa era in una situazione disastrosa, nelle ultime giornate c’è stato un vero e proprio cambio di rotta e la squadra ha conquistato sul campo una miracolosa salvezza. Quello di oggi sarà quindi uno scontro tra due squadre con la testa libera da obblighi di classifica, in campo per il piacere di divertire e di divertirsi. Sicuramente nelle formazioni ci sarà spazio per giocatori impiegati di meno e magari per qualche promettente giovane.

Uno sguardo d’insieme sul Cagliari.

L’allenatore Leonardo Semplici, arrivato in sostituzione dell’esonerato Di Francesco, ha avuto il merito di entrare subito in sintonia con ambiente e giocatori. Il 3-5-2 è il sistema con cui gli isolani si dispongono, anche se in certe partite hanno optato per il 4-3-1-2. Il Cagliari cura poco il palleggio, cerca sovente il lancio lungo per la spizzata di Pavoletti o per andare a caccia della seconda palla con i centrocampisti. Le incursioni di Nandez e gli attacchi improvvisi di Nainggolan sono le soluzioni più gettonate.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Il portiere Cragno,  forte tra i pali e nelle uscite alte, svelto, è sempre pronto anche al disimpegno coi piedi; nelle partite saltate per Covid è stato sostituito ottimamente da Vicario. Ceppitelli, Godin, Carboni sono i tre centrali. Ceppitelli, sul centrodestra, è forte di testa e attento nella marcatura, ma soffre contro avversari rapidi.  Godin, il perno difensivo, giocatore di fama mondiale, esperto e cattivo, gode di grande carisma ed ha una spiccata personalità. Carboni, sul centro sinistra, prodotto del vivaio, è buono nell’impostazione del gioco con il suo sinistro educato, è forte fisicamente e può essere impiegato anche come esterno.

Il centrocampo.

Nandez, Marin, Deiola, Nainggolan e Lykogiannis formano il reparto centrale. Nandez, l’ esterno di destra, è uno dei punti di forza della squadra: ha corsa inesauribile, grinta da vendere, un buon dribbling e capacità di inserimento con la palla al piede, però nella fase difensiva si cela il suo tallone di Achille. Lykogiannis sulla fascia opposta è diligente ed attento, ha buon piede sinistro e si rende pericoloso nei calci da fermo, ma nell’ uno contro uno può andare in difficoltà. Sicuramente lo scontro Nandez- Zappacosta sarà importante per l’ andamento della partita. Marin, mezzala destra di provenienza Ajax, è giocatore di gamba, svelto, bravo tecnicamente, a volte si alterna a Deiola in regia. Deiola, il metodista, non è il classico regista, ma un giocatore dall’ elevato senso della posizione ed ottimo come frangiflutti. Nainggolan, la mezzala di sinistra, ha forza fisica e buona tecnica, è bravo nei tackle e nel recupero palla, i suoi inserimenti ed i suoi tiri da fuori area spesso risultato determinanti.

Infine l’attacco.

Pavoletti e Joao Pedro sono i due attaccanti. Il primo,  ex genoano, partito riserva dietro all’ altro ex rossoblu Simeone, è stato uno degli artefici della salvezza, ha trascinato la squadra con il suo carattere e ha fornito un alto contributo alla causa. Il “Pavoloso” è imperioso nel gioco aereo e bravo nella protezione della palla. Joao Pedro, il goleador dei sardi, ha piedi buoni e dribbling , è sempre pericoloso sulle palle vaganti ed è bravo a giocare anche fuori dall’ area di rigore.

“Altri” titolari?

Ha molte possibilità di essere in campo Zappa come esterno destro: più propenso a giocare come terzino in una difesa a quattro, l’ ex Pescara è dotato di buoni fondamentali e di corsa importante, un giocatore dal rendimento regolare e costante. E poi ci potrebbe essere Duncan, centrocampista arrivato a Cagliari per volere di Di Francesco. Ha faticato ad imporsi, ma ha un buon piede sinistro ed è forte sulle gambe e pericoloso nei tiri da fuori area. Rugani, difensore centrale arrivato a gennaio, ha deluso le grandi aspettative del club, probabilmente su di lui hanno pesato le conseguenze del covid. Infine potrebbe essere della partita Simeone, una punta centrale, bravo nell’ attacco alla profondità e incessante nel lavoro di recupero palla, anche se per giocare a certi livelli deve migliorare tecnicamente.

Come si comportano sulle palle inattive?

Sui corner a sfavore marcano ad uomo, sulle punizioni dalla trequarti difendono a zona. Cragno fa sempre sentire la sua presenza. In fase offensiva i corner sono calciati da Lykoginanis, Nandez o Marin, mentre Godin, Carboni e Ceppitelli salgono per colpire. A questo terzetto si aggiungono Pavoletti e Joao Pedro. Particolare attenzione meritano Pavoletti e Godin.

In conclusione?

È l’ultima partita di un campionato condizionato dal Covid 19, un torneo giocato senza la presenza del pubblico, qualcosa di deprimente ed avvilente. Il calcio è fatto per essere visto e vissuto, certe emozioni si possono provare soltanto dentro uno stadio e soltanto lì un tifoso riesce a provarle. Con la speranza che nel prossimo campionato si possa tornare tutti al Ferraris, mando un arrivederci alle lettrici e ai lettori di Buon calcio a tutti. Sempre forza Genoa!

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.