Al Genoa non sono bastati tre gol per raccogliere almeno un punto contro la Lazio, nella trasferta all’Olimpico di Roma, ed ora la situazione in fondo alla classifica si fa sempre più ingarbugliata. Nelle prossime 4 partite il Grifone dovrà racimolare quei punti per centrare l’obiettivo salvezza e tre di queste partite si disputeranno in sette giorni, a causa del turno infrasettimanale. Il Genoa inizia oggi il suo trittico affrontando il Sassuolo, squadra in salute ed in lotta per la conquista del settimo posto, che le darebbe il diritto di partecipare alla Conference League, la nuova competizione europea che scatterà nella prossima stagione.

Uno sguardo d’insieme sul Sassuolo. 

Sulla panchina emiliana siede De Zerbi, tecnico giovane e tra i più emergenti nel panorama italiano, molto preparato e meticoloso nel lavoro, persona schietta e coerente. Il Sassuolo scende sempre in campo per fare la partita e non snatura mai la sua filosofia di gioco, il 4-2-3-1 è lo schema adottato. I neroverdi iniziano sempre l’azione dal basso coinvolgendo spesso il portiere, i due esterni bassi si alzano, i centrali difensivi si allargano lasciando un buco centralmente, dove si posizionano i due mediani di centrocampo per essere d’appoggio nell’uscita della palla, e per poi andare a cercare l’uno contro uno sugli esterni alti oppure l’ imbucata centrale con il fraseggio corto.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa. 

Consigli, bravo tra i pali e con i piedi, anche se restio a uscire, è portiere esperto e di sicuro affidamento. Muldur, Chiriches, Ferrari e Kyriakopoulos sono i quattro difensori in linea. Muldur ed il greco sono i due esterni bassi. Il primo è un giocatore turco ex Rapid Vienna, dotato di ottima corsa e buona tecnica, ambidestro, e può giocare anche da centrale. Kyriakopoulos, fisicamente ben strutturato, munito di ampia falcata, è in possesso di un buon piede sinistro, è pericoloso nei cross e sulle palle ferme, ha qualche lacuna in fase difensiva. La coppia centrale Chiriches-Ferrari è formata da due elementi complementari e sempre pronta al disimpegno palla a terra. Chiriches, romeno ex Napoli, fisico imponente, bravo di testa, sopperisce alla poca rapidità con un buon senso della posizione. Ferrari, anche lui abile nel gioco aereo, bravo nell’impostazione del gioco e nelle letture difensive, è uno dei leader della squadra e sa farsi valere anche in zona gol.

Il centrocampo. 

I due mediani sono l’ ex doriano Obiang e Locatelli. Obiang, resistente e con una buona tecnica di base, fisico importante, intelligente tatticamente, manca di rapidità. Locatelli, dotato di corsa e piedi buoni, bravo sul breve e sul lungo, abile negli inserimenti e nei tiri da lontano, è sicuramente uno dei giovani migliori nel panorama italiano.

L’attacco. 

I tre giocatori che operano dietro alla punta centrale sono Berardi, Djuricic e Boga, una linea che abbina ad un  elevata qualità una altrettanto grande predisposizione alle letture tattiche. Berardi e Boga sono i due esterni e giocano a piede invertito. Berardi ha forza nelle gambe e un notevole cambio di passo, ed è capace di sterzate improvvise: con il suo sinistro può essere pericoloso da ogni posizione. Da considerarsi ottima, per continuità di rendimento, la sua stagione. Boga, tutto dribbling e rapidità, letale nell’uno contro uno, negli ultimi 40 metri va sempre raddoppiato e se in giornata diventa devastante. Djuricic è il “sottopunta”, ha tecnica sopraffina, è bravo nel dialogo sul breve e capace di accelerazioni mortifere, ma difetta in continuità, a Genova in maglia blucerchiata non ha lasciato traccia. Raspadori, la punta centrale, giovane del 2000 cresciuto nel settore giovanile e che ha preso il posto dell’infortunato Caputo senza farlo rimpiangere, è bravo nell’attacco alla profondità e nel venire incontro per l’appoggio sul breve. E’ ambidestro e pericoloso dentro l’ area di rigore, e per le sue movenze a me ricorda l’ indimenticabile bomber spagnolo degli anni Ottanta-Novanta, lo spagnolo Emilio Butragueño, El Buitre, l’Avvoltoio, ovviamente fatte le debite proporzioni.

Altri giocatori? 

Importanti sono anche Traoré, centrocampista offensivo con fantasia e notevole capacità di inserimento; Maxime Lopez, altro centrocampista ex Marsiglia che ha caratteristiche opposte a quelle di Obiang essendo un brevilineo rapido, aggressivo e abile nel fraseggio corto; e Defrel, che può essere impiegato come punta centrale o come esterno, dotato di buon fisico, veloce e potente con il mancino.

Come si comportano sulle palle inattive? 

Su quelle a sfavore difendono a zona, ma anche se sono una compagine con poca fisicità difficilmente si fanno sorprendere. In fase offensiva sui corner vanno sovente in due alla battuta, un mancino e un destrorso ed alternano di volta in volta il modo di calciare. Vanno a saltare Ferrari, Chiriches, Obiang e Locatelli, mentre Raspadori va a caccia delle palle sporche.

In conclusione? 

Il Sassuolo è una squadra da prendere con le molle e la partita è di vitale importanza per il Genoa. Il Grifone dovrà giocare da squadra rimanendo compatto e stretto tra i reparti, non dovrà commettere errori gratuiti a livello singolo, ogni giocatore che scenderà in campo dovrà essere concentrato sempre. La qualità del Sassuolo è alta, ma è anche una formazione che soffre quando i suoi devono correre all’indietro e che concede tanto in fase difensiva. Se il Genoa giocherà da Genoa, farà certamente una partita positiva e riuscirà a raccogliere punti.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.