Battuta d’ arresto per il Genoa all’ Allianz Arena contro la Juventus, i bianconeri, anche se non attraversano il momento migliore, hanno fatto loro l’incontro in virtù della maggior classe. Oggi il Genoa affronta a San Siro il Milan, in un altro match di massima difficoltà, essendo i rossoneri secondi in classifica e con ancora qualche possibilità di vittoria finale.

Un sguardo d’insieme sul Milan.

Stefano Pioli, l’allenatore, subentrato in corsa nel precedente campionato, ha cambiato volto alla squadra, anche con l’ aiuto di nuovi innesti, primo tra tutti lo svedese Ibrahimovic assente oggi per squalifica. Il Milan si schiera con il 4-2-3-1 e molti suoi giocatori hanno caratteristiche prettamente offensive.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Gigio Donnarumma, il portiere,  di statura mondiale, titolare della nazionale italiana, imponente fisicamente, è rapido, reattivo e sempre concentrato, è forte nelle uscite sia alte sia basse. Insomma, è difficile trovargli un difetto. La linea a quattro  è formata da Dalot, Kjaer, Tomori e Hernandez. Dalot, portoghese di proprietà Manchester United, è veloce e con buona tecnica di base, gioca al posto di Calabria infortunato; nelle poche precedenti apparizioni ha svolto bene il suo compito. Kjaer, il vero regista difensivo, è bravo nel gioco aereo ed ha un’ottima capacità nell’ impostare l’azione; giocatore esperto sa leggere molto bene lo sviluppo dell’ azione, è un nazionale danese. Tomori, che ha preso il posto di Romagnoli ultimamente non al top, è un difensore rapido, forte fisicamente e dotato di un ottimo anticipo. Di proprietà Chelsea, è un canadese naturalizzato inglese. Sulla fascia sinistra Hernandez: quando è in giornata non ha praticamente rivali. Ha forza nelle gambe, è veloce e bravissimo palla al piede, in fase difensiva deve migliorare molto.

Il centrocampo.

Kessie e Bennacer sono i due mediani a sostegno. Kessie, il milanista più in forma e con più continuità di rendimento, fisicamente forte, bravo nel pressing e nel rubare palla agli avversari, diventa spesso decisivo con i suoi inserimenti con o senza palla. Bennacer funge più da regista rispetto al suo collega di reparto:  sempre in movimento, buon piede sinistro, ha saltato molte partite per infortunio e può andare in sofferenza contro la fisicità avversaria. Saelemaekers, Calhanouglu e Rebic supportano la punta centrale. Saelemaekers agisce sulla fascia destra, usa entrambi i piedi, anche se è un destrorso di natura, è veloce e con un buon dribbling. Tatticamente evoluto, è sempre disposto al sacrificio per alcuni suoi compagni meno avvezzi al correre dietro agli avversari. Sulla sinistra giostra Rebic, croato dalle notevoli potenzialità, ma parecchio discontinuo: veloce con una buona dose di forza fisica, nasce come punta centrale ed è questo il suo ruolo preferito, Calhanoglu agisce alle spalle della prima punta: bravo nell’ uno contro uno, ha piedi buoni, soprattutto il destro; assist e tiri dalla media lunga distanza sono la sua peculiarità, ma deve essere sempre sorretto da una buona condizione fisica.

L’attacco.

Leao è la punta centrale, con caratteristiche diverse da Ibrahimovic. Il portoghese possiede velocità e dribbling, è bravo a dare profondità all’ azione e nell’ attaccare lo spazio, non altrettanto nella difesa della palla e nel fare salire la squadra, ma diventa micidiale in campo aperto.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase difensiva marcano ad uomo lasciando solo uno o due uomini a zona nei pressi del primo palo, uno dei quali è quasi sempre Rebic. In fase offensiva quasi tutte le palle ferme sono calciate da Calhanouglu. Sui corner e sulle punizioni laterali salgono Kjaer, Tomori, Hernandez, gli altri incursori sono Kessie e Leao; quando calcia dal limite dell’ area, Calhanouglu difficilmente non colpisce la porta.

In conclusione?

Avversario da prendere con le molle, il Milan ha giocatori con caratteristiche offensive, non è compagine che fraseggi più del dovuto, cerca quasi subito la verticalizzazione e l’uno contro uno con i suoi uomini offensivi, che però, Saelemaekers escluso, non amano difendere e correre all’ indietro. Il Genoa di Ballardini dovrà essere bravo ad approfittare di queste imperfezioni nello scacchiere rossonero e a non esaltare l’ elevata qualità degli uomini di Pioli. Quello di oggi come, quello di domenica scorsa con la Juventus, sono partite jolly, le carte fondamentali verranno giocate nelle due successive partite, contro Benevento e Spezia, gare da non sbagliare per non andare nuovamente incontro ad un finale vietato ai cardiopatici. Quindi adesso bisogna mettere la cornice al quadro e appenderlo!

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.