Soltanto un punto per il Genoa nella gara casalinga contro la Fiorentina, partita bruttina e molto bloccata tatticamente, troppo importante il risultato per la classifica deficitaria delle due squadre. Il Genoa può recriminare su un rigore solare non concesso dall’ arbitro Maresca nei minuti di recupero della partita:  certe sviste così evidenti non sono tollerabili ai tempi del Var, peraltro nemmeno preso in considerazione nell’occasione. Oggi il Genoa affronta in trasferta la Juventus che, dopo aver vinto nove scudetti consecutivi, è ora terza in classifica. La Vecchia Signora ha vissuto un’annata difficile, sia per i risultati ottenuti sia per il gioco proposto, ricordiamo anche l’ eliminazione agli ottavi di finale della Champions League ad opera del Porto.

Uno sguardo d’insieme sulla Juve.

L’allenatore Andrea Pirlo, alla sua prima esperienza da allenatore, è sicuramente inesperto ma ha conoscenze smisurate di calcio e sicuramente sa come si gestisce uno spogliatoio di campioni. Penso che i problemi avuti dalla Juventus non siano da cercare nella guida tecnica, ma da altre parti. La squadra scende in campo con il 4-4-2 e fa del possesso palla e del gioco rasoterra i suoi cardini. La manovra inizia quasi sempre dal basso e questo ha portato guai a volte anche irrimediabili, i bianconeri basano molto il loro gioco sulla velocità e sull’ abilità nell’ uno contro uno dei due esterni, Cuadrado e Chiesa.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Il portiere Szczesny, che nel recupero infrasettimanale contro il Napoli ha lasciato il posto al sempiterno Buffon, è un numero 1 di sicuro affidamento, con un alto e regolare rendimento, anche se nel derby contro il Torino ha commesso un grave errore. Il polacco è bravo in tutte le caratteristiche del ruolo, si esalta quando può far sfoggio delle sue qualità tra i pali. La linea a quattro è formata da Danilo, Demiral, De Ligt e Alex Sandro. Danilo, l’esterno “basso” di destra, giocatore di gamba e dalla buona tecnica, molto disciplinato e bravo tatticamente, può ricoprire più ruoli. Alex Sandro, l’esterno “basso” di sinistra, è veloce e svelto, ha doti atletiche non indifferenti; non sempre dentro la partita, è più bravo nell’ attaccare che nel difendere. Demiral e De Ligt sono la coppia centrale, un duo giovane e di prospettiva che ha giocato insieme rare volte. Entrambi sono forti fisicamente e bravi nel gioco aereo. Demiral, nazionale turco, è molto irruento, aggressivo e veloce sulla media distanza; non essendo rapido, soffre gli avversari brevilinei e sguscianti. De Ligt calcia con entrambi i piedi e mancando Bonucci ,colpito dal Covid, è lui il regista difensivo; bravo nelle letture e nelle coperture preventive, gioca con autorità nonostante sia ancora in giovane età.

Il centrocampo.

Cuadrado e Chiesa sono i due esterni offensivi. Cuadrado, da anni in Italia, è un giocatore dalla corsa brillante e dal buon dribbling, ama l’uno contro uno e raramente esce sul piede sinistro. Chiesa gioca sull’ out mancino: veloce e potente nella corsa, è il bianconero del momento e quando riesce a liberare il suo destro, spesso crea sconquassi. Anche se arrivato solamente quest’ anno, sembra che giochi nella Juventus da più anni, sia lui sia Cuadrado sono molto portati alla simulazione ed a ogni minimo contatto si esibiscono in tuffi carpiati molto plateali, gesti non certo belli da vedere soprattutto in due giocatori di questo livello. Rabiot e Bentancur sono i due centrali di centrocampo. Rabiot, ex Psg, ha un fisico imponente, usa entrambi i piedi, anche se predilige il sinistro; bravo negli inserimenti con e senza palla, colpisce il pallone sempre in maniera secca e precisa. Bentancur, maestro nel recupero palla, con i suoi interventi è spesso determinante per interrompere la manovra avversaria e questo ne fa anche uno dei giocatori più ammoniti del campionato. È bravo tecnicamente e negli inserimenti al buio.

L’attacco.

Dybala e Cristiano Ronaldo sono i due attaccanti. Il primo ha avuto una stagione travagliata tra Covid ed infortunio, è rimasto fuori a lungo. Rientrato mercoledì sera contro il Napoli, è subito andato a segno con il suo magnifico sinistro. Dybala, forte sulle gambe, prezioso come “assistman”,  è spesso letale con il suo mancino velenoso. Cristiano Ronaldo è il finalizzare della manovra bianconera: bomber di statura mondiale, calcia con entrambi i piedi e da ogni posizione, ed è ottimo colpitore di testa ed autentico leader in campo.

Oltre i probabili titolari di oggi, c’è di più.

I bianconeri hanno tanti rincalzi e tutti di qualità, i più in vista sono Chiellini, difensore arcigno,  esperto, cattivo e sempre concentrato, tenuto oggi a riposo per consentirgli di tirare un po’ il fiato. McKennie, arrivato ad inizio stagione da semisconosciuto ed ora  diventato giocatore importante, è un trottolino instancabile di metà campo, sempre pronto negli inserimenti senza palla, ed abile nel pressing. Morata, punta centrale, veloce, bravo nel gioco stretto e nel dare profondità alla squadra, è un autentico pericolo dentro l’ area di rigore.

Come si comportano sulle palle inattive?

Sui corner a sfavore marcano ad uomo lasciando solo due uomini a zona nei pressi del primo palo; sulle punizioni laterali si schierano a zona. Szczesny si fa sempre trovare pronto quando deve uscire. In attacco i corner sono calciati da Cuadrado, Dybala e Chiesa. Salgono i due centrali difensivi; CR7, Rabiot ed Alex Sandro sono gli altri incursori, il brasiliano va sempre sul primo palo.Le stesse cose le fanno  sulle punizioni laterali.  I calci piazzati dal limite dell’ area sono prevalentemente tirati da Ronaldo, l’ altro incaricato è Dybala.

In conclusione?

Partita difficile per il Grifone. La Vecchia Signora, anche se in difficoltà, fa sempre paura. I tre punti conquistati contro il Napoli hanno rinfrancato l’ambiente e i bianconeri devono assolutamente conquistare l’accesso alla Champions League. Trovare punti oggi sarebbe una buona iniezione di fiducia per il Genoa in vista del rush finale. Il quadro è stato pitturato, ora bisogna mettere la cornice e poi appenderlo.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.