Al termine di una gara accorta ed ordinata il Genoa ha conquistato un buon punto a Torino contro la squadra granata. È doveroso ricordare che in questa partita le uniche occasioni da gol sono state create dalla squadra rossoblu e che Perin non ha mai corso seri pericoli. Oggi il Genoa affronta il Verona sul terreno amico, la squadra scaligera è allenata dall’ex genoano Ivan Juric e tra le sue fila annovera molti ex rossoblu sia come giocatori sia componenti dello staff tecnico. Il Verona nella scorsa stagione è stata la vera rivelazione del campionato e anche quest’anno ha giocato un ottimo girone d’andata ottenendo un buon numero di punti.
Come si schiera la squadra di Juric?
La squadra di Juric scende in campo con il 3-4-2-1 e fa del pressing ultraoffensivo il suo leit motiv. Quasi tutti i giocatori della rosa sono giocatori di gamba e disponibili al sacrificio, il tecnico croato chiede ai suoi giocatori un’alta intensità anche negli allenamenti settimanali e il ritmo elevato che il Verona tiene durante la partita ne è la conseguenza.  Juric è tecnico capace, serio, coerente e sincero, cosa non comune.
Il reparto difensivo.
Il portiere gialloblù è Silvestri, bravo in tutte le caratteristiche del ruolo, svelto e reattivo, dotato di una forte personalità, mentre i tre centrali sono Cetin, Günter e Lovato. Cetin che ha disputato poche partite causa infortunio ed è un marcatore dotato di forza, aggressività e velocità, nazionalità turca in prestito dalla Roma. Günter è abile nell’impostazione dal basso, forte nel gioco aereo, ma a volte commette errori grossolani. Lovato è un giovane dalle grandi potenzialità, è rapido sia sul breve che sul lungo, ha buona tecnica ed è molto attento in marcatura.
Il centrocampo.
Faraoni e Lazovic sono gli esterni di centrocampo. Faraoni sulla fascia destra ha corsa e buon piede, bravo tatticamente, pericoloso negli inserimenti e nei cross, mentre Lazovic, uno degli ex della partita, è veloce e rapido, bravo nell’uno contro uno e destro naturale, solo in rare occasioni crossa con il sinistro (piuttosto preferisce crossare con l’esterno del piede destro). I due centrali di centrocampo sono Tameze e Ilic. Tameze è un giocatore camerunense di nazionalità francese, con ottime capacità aerobiche, bravo nel pressing e nella riconquista della palla; Ilic, giocatore giovane di proprietà del Manchester City, è in possesso di un piede sinistro parecchio educato e sta imparando molto alla corte di Juric, sta giocando al posto del convalescente Veloso che dovrebbe essere perlomeno in panchina.
Le due mezze punte.
Le due mezzepunte sono Zaccagni e Barak. Zaccagni è destro di piede, con dribbling e cross nonché bravo negli assist è il giocatore con più qualità e fantasia della squadra. Ama l’uno contro uno, elemento sicuramente da squadre top, con Juric il suo rendimento si è alzato di molto. Barak è l’elemento che crea disturbo agli avversari, è il giocatore che va ad uomo sul play avversario in fase di non possesso per poi andare a cercare lo spazio una volta riconquistata palla, buona tecnica di base e buon piede sinistro, bravo nello stacco aereo.
Il reparto offensivo.
Lasagna è la punta centrale, il giocatore che dà profondità alla manovra veronese, veloce e forte di testa e in acrobazia. È arrivato a Verona nel mercato di gennaio proveniente dall’Udinese.
Come si comportano sulle palle inattive e sui calci piazzati.
In fase difensiva sulle palle inattive la squadra si schiera a zona e procedono tutti i giocatori di movimento, in fase offensiva mancando sia Veloso che Dimarco i corner e le punizioni laterali sono di Ilic e Zaccagni. In queste situazioni salgono due dei tre difensori centrali, Lasagna, Faraoni e Barak gli altri che vanno dentro l’ area, Lazovic resta come ultimo uomo essendo il più veloce per evitare ripartenze. Dal limite dell’area si dividono il compito di calciare le punizioni Zaccagni, Ilic e Lasagna.
In conclusione…
Il Verona ricorda molto l’Atalanta per metodologie di gioco e per la predisposizione al pressing esasperato: sapranno gli uomini di Ballardini trovare le contromisure adeguate?  Rallentare il ritmo e saltare la prima linea di pressione saranno sicuramente le prime direttive. Poi come sempre sacrificio, coesione e cuore, queste ultime sono cose che “lo zio Balla ” ha oramai inculcato ai suoi uomini. Non ci resta che aspettare fiduciosi.
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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.