Ai microfoni di Sky Sport, nell’immediato post-partita di Genoa-Napoli, è intervenuto Mattia Perin, questa sera decisivo nel mantenere il Genoa sul doppio vantaggio fino ai minuti finali e permettere di conquistare altre tre punti estremamente pesanti.

“Le mie parate? Diciamo che fare punti è più bello: ti fa passare una settimana più serena, anche se lavoriamo come forsennati. Solo lavorando duramente si ottengono risultati: è il dogma che abbiamo nello spogliatoio. In questo modo poi arrivano le prestazioni. I miei compagni mi danno una grande energia vedendo come si sacrificano l’uno per l’altro. Mi nutro della loro energia. Se non scarico l’adrenalina con una parata, grazie a loro riesco a scaricarla per ciò che fanno costantemente nell’arco del match”. 

“Perché non amo esultare dopo le parate? A qualcuno magari fa bene scaricare l’adrenalina così: io preferisco non esultare per non uscire dal momento presente, che mi fa stare concentrato Mi fa restare aggrappato al fluido, la dico così. Questo è uno dei principali motivi per cui non esulto, oltre al fatto che la partita poi è lunga e può succedere di tutto”. 

Il portiere rossoblu torna anche sulla gara di Pandev. “Goran è un campionissimo incredibile: chi non lo conosce fuori dal campo non può capire che umiltà abbia questo campione qui. Non riesco a descriverlo come giocatore: sempre disponibile, si allena sempre al massimo, mai una parola fuori posto. E poi ti domandi perché. Perché ha vinto tutto. È una costante che ho ritrovato anche alla Juventus: i grandi campioni hanno uno spessore umano differente rispetto agli altri giocatori. L’umiltà non dobbiamo perderla: è un po’ il dogma che abbiamo dentro lo spogliatoio. Siamo ambiziosi – ed è giusto che sia così perché possiamo fare di più – ed è il primo valore che dobbiamo avere senza perderlo: altrimenti, come ci ha detto il mister, è un attimo passare da geni a somari”. 

C’è spazio anche per il capitolo Nazionale, se sia recuperabile oppure no. Sono umile, ma molto competitivo. Se non avessi il desiderio di tornare in Nazionale non avrei neanche il fuoco per andare tutti i giorni al campo d’allenamento e dare il cento per cento. Ovviamente, stando un anno e mezzo fermo, giocando poco, passando per un altro infortunio, ho perso gerarchie, ma lavoro anche per quello: il ct sa cosa posso dare. Sono consapevole di avere ottimi portieri davanti in questo momento, ma fino all’ultimo cercherò di strappare un posto. Se accadrà, sarò molto contento perché sto lavorando per quelloSe non arriverà, meglio non avere rimpianti”.

Infine, un passaggio sul parallelo tra la gara dell’andata (Perin era assente per Covid) e quella di stasera. “Se questo Genoa-Napoli chiude un po’ un cerchio rispetto all’andata? La settimana è stata alimentata dal fuoco che avevamo dentro per riscattare la prestazione dell’andata. Ognuno ha dato qualcosa in più, in una sorta di rivincita. È stato importante: se avevamo bisogno di una miccia in più per accedere il fuoco dentro, la gara dell’andata è stata importante”.


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