Nel campionato italiano c’è chi si affida maggiormente a formazioni “tipo” e chi, invece, ha cambiato molto, spesso per necessità e altre volte scelta tecnica. È il caso della statistica diffusa nei giorni scorsi dal CIES Football Observatory, che nell’approfondimento numero 321 ha scattato una foto di tutta Europa. In particolare, il CIES si è soffermato sulle squadre che fino all’11 gennaio scorso avevano schierato più “fedelissimi” e su quelle che, con la medesima decorrenza, ne avevano invece cambiati di più.

Singolare che in questa classifica, per quanto riguarda la Serie A, agli antipodi ci siano Cagliari e Genoa. Nella formazione sarda schierata da Eusebio Di Francesco ha giocato il 79% dei minuti totali lo stesso pacchetto di giocatori. Non a caso, su diciotto partite il Cagliari ha fatto l’en plein con cinque giocatori: Zappa, Sottil, Marin, Cragno e Joao Pedro (questi ultimi due sempre da titolari, mai dalla panchina). In totale, Di Francesco ha utilizzato finora 28 giocatori e dovuto fare i conti con 12 positività al Covid (11 guariti, il solo Carboni ancora in isolamento, ndr).

Dall’altra parte, squadra ad aver modificato più volte la propria formazione spacchettando e suddividendo i minuti fra più giocatori, c’è proprio il Genoa, che ha visto giocare gli stessi calciatori per un 59% (il valore più basso in Europa lo ha il PSG col 58%). Alla luce del Covid, nessun elemento del Grifone ha invece giocato tutte e 18 le gare, neppure Mattia Perin che guida la classifica delle presenze e dei minuti della squadra rossoblu. Una percentuale così bassa, non necessariamente un dato negativo o positivo, va inquadrata e analizzata.

Sicuramente è indice di maggiore turnoverNumericamente parlando, questo basso andamento percentuale è stato largamente dettato da una rosa chilometrica. Una rosa da 38 giocatori che il Genoa si è ritrovato da agosto in avanti e solo oggi inizia ad alleggerirsi con le uscite programmate dalla dirigenza rossoblu.

Rapportando invece i numeri alla situazione vissuta dal Grifone ad inizio campionato, è impossibile non collegare questa percentuale, la più bassa del campionato italiano, con l’emergenza Covid. Un tornado che, nell’arco di un mese e mezzo, ha messo contemporaneamente fuori gioco 18 giocatori rossoblu. A quel punto cambiare è diventato un obbligo e ha inciso.

C’è poi una terza prospettiva nella quale inquadrare questo dato ed è quella relativa alle scelte tecniche su chi mandare in campo come undici iniziale. Una volta passata l’emergenza è servito tempo per ritrovare nei giocatori la migliore condizione e alternarli è stato ancora necessario. Dal 17 novembre, data in cui l’ultimo positivo rossoblu (Zapata) sarebbe risultato negativo al Covid, si è potuto ricominciare poco a poco a lavorare con tutta la squadra.

In aiuto è arrivata l’ultima pausa per le Nazionali e poi sono arrivate le sfide contro Udinese, Parma, Fiorentina, Juventus, Milan e Benevento. Sei gare in ventotto giorni che avrebbero prodotto sei formazioni differenti, cinque infortuni di varia natura (Zapata, Pellegrini, Biraschi, Badelj e, dopo Benevento, anche Sturaro) e due punti in classifica. Gli unici rossoblu ad averle giocate tutte e sei dall’inizio? Bani, Sturaro e Lerager. Ad averne giocate cinque solamente Goldaniga. In altre parole, ci si ritrova di fronte un mese che ha indubbiamente inciso nel calcolo di questa percentuale.

Poi ci sono i ventotto giorni dall’antivigilia di Natale, dalla trasferta di Spezia a quella di Bergamo. Cinque gare a distanza ravvicinata, otto punti racimolati sotto la guida Ballardini, con la breve pausa natalizia di mezzo per tracciare il percorso da seguire anche in sede di calciomercato. I rossoblu ad averle giocate tutte e cinque dall’inizio? Fondamentalmente i giocatori di maggiore esperienza: Perin, Masiello, Criscito e Badelj.

Radovanovic, assoluta riscoperta dall’arrivo di mister Ballardini, sarebbe partito dalla panchina solamente contro la Lazio, prima di subentrare al centro della difesa al posto dell’infortunato Zapata a metà primo tempo. Ma quattro volte in campo dal primo minuto troveremmo anche i due quinti di centrocampo, Czyborra e Zappacosta, elementi imprescindibili nel gioco di Ballardini, specialmente nel contenimento delle mezzali avversarie. Insomma, un passaggio di consegne dai continui rivolgimenti a una ricerca di continuità.

Chi, in quest’ultimo mese di campionato, questo equilibrio lo sta modificando per sopperire agli infortuni e cercare di ribaltare una striscia negativa di cinque sconfitte di fila è proprio il Cagliari. Mai come nelle ultime cinque gare mister Di Francesco, nel tentativo di inserire i nuovi innesti e sopperire all’infortunio di Rog, aveva rimaneggiato così tanto modulo e formazione iniziale. Ad aver sempre giocato gli ultimi cinque incontri sono stati i già segnalati Joao Pedro e Cragno, ma anche Razvan Marin. Solo tre calciatori. Ad aver giocato quattro partite Ceppitelli, Walukiewicz, Zappa e Simeone. Fuori un titolare inamovibile come Nandez, ma solo per i due turni di squalificati rimediati col Benevento (tornerà proprio col Genoa). Inoltre sono stati alternati con maggiore frequenza altri due punti fermi dell’inizio di stagione della formazione sarda: Sottil e Godin, recentemente rientrato dopo la parentesi Covid. Inserito, e mai tolto, Radja Nainggolan.