Cesare Prandelli ritrova il Genoa al Franchi, questa volta da avversario, 561 giorni dopo lo spareggio salvezza vissuto da allenatore rossoblu. Di qualche settimana fa il ritorno sulla panchina viola, che era già stata sua dal 2015 al 2020. “Quella contro il Genoa sarà una partita determinante e importante. La vogliamo giocare da Fiorentina, con lucidità durante tutti i 90 minuti. Ci siamo preparati questa settimana per ottenere la vittoria” sono le prime parole di Prandelli nella conferenza stampa prepartita, con i giornalisti collegati a distanza. La paura l’abbiamo conosciuta e l’abbiamo affrontata: i giocatori hanno capito che va affrontata a viso aperto. Non mi piace parlare di partita di vita o di morte: sarà una partita di campionato, in cui il nostro obiettivo resta fare 40 punti. Sarà un cammino di grande preoccupazione, se succede qualcosa di particolare non dobbiamo assolutamente arretrare o abbassare la testa ma affrontare la paura da Fiorentina. La Fiorentina ha sempre dimostrato di avere grande carattere e determinazione. Dovremo esser bravi noi a fare in campo quello che faremmo anche se ci fossero i tifosi, pensare esclusivamente a raggiungere la vittoria”. 

Su Ribery e Callejon: “Sono due giocatori che possono darci i tempi giusti per attuare certi tipi di situazioni. Il problema è che fino a qualche mese fa a Firenze c’era un giocatore, il cui nome forse è meglio non dire, che palla al piede riusciva a portare la palla fino al limite dell’area avversaria. Non c’è più, non ci sarà e quindi dobbiamo pensare da squadra. Con più collaborazione e più da squadra, ma sono convinto che i primi passi li abbiamo fatti con intelligenza. A Firenze siamo abituati a vivere nella criticità, ma non dobbiamo reagire in maniera passiva. I tifosi vogliono sentirsi rappresentati, punto. Noi dobbiamo essere pronti e da domani cominciare un percorso. Ribery sta bene. Io mi sono fatto un’idea su questo campionato: ci sono molti giocatori che soffrono le pressioni del pubblico che in questo momento osano, mentre i grandi campioni sono quelli che soffrono un po di più”.

Sulla squadra in generale e sulla società: Cutrone? Fino ad ora ho scelto una punta diversa dalle sue caratteristiche, ma è stata solamente una scelta tecnica. Non ho mai messo da parte nessuno, ma se un giocatore non è contento di stare alla Fiorentina per me può andare via. L’ho detto e ripetuto in tanti modi già dal primo giorno: qui c’è un progetto serio, con una società che vuole programmare. Se un giocatore pensa a sé stesso non può far parte della mia squadra, io non trattengo nessuno. In momenti di grande difficoltà escono i leader positivi, che percepiscono prima degli altri le difficoltà e gli errori. Sono convinto che abbiamo una squadra che sappia gestire queste situazioni: ne abbiamo tanti con esperienza e personalità, da Caceres a Pezzella, da Ribery a Callejon. Se ci troviamo in questa situazione la società non ha colpe. Se guardiamo la critica precedente al campionato era tutta positiva. Tutto era stato pianificato nella maniera giusta, se le cose non stanno funzionando è perché forse l’aspettativa è stata troppa e qualche giocatore non sta facendo il salto che ci si sarebbe aspettati. Quindi bisogna tornare con i piedi per terra. Se c’è una critica dovete farla fatela a me, alla squadra e alle prestazioni, ma lasciate stare la società. Mi piace prendere le mie responsabilità, non cerco scuse e voglio affrontare la situazione e le responsabilità tecniche del momento. Questa squadra ha carattere e lo dimostrerà. Non ho mai fatto nessun tipo di dichiarazione sui singoli, quelli che scenderanno in campo lo conosceranno domani. Vlahovic è sulla buona strada così come Kouamé e tanti altri”.

Sul Genoa e su Maran: “Ha dimostrato in questi anni di poter fare questo mestiere ad alti livelli, facendo giocare bene le sue squadre. Noi vorremmo vincere anche giocando male, loro sono una squadra interessante con due attaccanti molto temibili e pericolosi. Possono giocare a 5 in difesa, con un centrocampo a rombo o con due mezze punte, ma alla fine dipenderà tutto da noi, da come stiamo in campo e da come leggiamo le difficoltà”.  

Sul periodo trascorso a casa a causa della positività al Covid-19, poi rientrata a seguito di tre test molecolari negativi per tre giorni consecutivi: “La società mi ha messo a disposizione tutto, ho coordinato con i miei collaboratori collegato in diretta. Il primo giorno l’ho vissuto con grande difficoltà ma mi considero sempre un privilegiato, perché stiamo vivendo un momento difficile tutti e io l’ho vissuto in maniera forse meno preoccupante. Ogni giorno facevo i tamponi e sono risultato negativo a tutti e tre”.