In questi giorni di altro lockdown, rimestando tra le carte, sono venuti fuori altri documenti e appunti sull’equilibrio nel calcio con libri e lezioni all’Università di Coverciano. Del resto, la parola equilibrio nel calcio attuale è di moda. Non manca mai all’interno di una cronaca di una partita scritta e parlata e per tale motivo, riproponiamo quei vecchi documenti che sono sempre attuali, a dimostrazione che nel calcio non si inventa nulla.

Cosa determina l’equilibrio in una partita di calcio? Anzitutto la fase difensiva, spesso denominata “fase di non possesso”, che va lavorata attentamente sia dal punto di vista individuale che collettivo. Poi il lato debole, dove una squadra in un determinato momento ha un limitato numero di giocatori, solitamente non in grado di coprire tutti gli spazi di quella zona di campo. E ancora le catene di gioco laterali, che spesso sono le soluzioni di passaggio laterali che il possessore di palla ha in un determinato momento della gara, e la disposizione a triangoli su un campo, che prevede sempre per il giocatore in possesso di palla almeno cue soluzioni di passaggio (di solito una interna e una esterna).

Chi sono i giocatori di equilibrio? Sono coloro che decideranno se proseguire ad attaccare sul lato forte o portarsi sul lato debole, quindi che decideranno se sfruttare la catena di gioco laterale o cambiare catena. Sono inoltre quei giocatori che saranno in grado il più velocemente possibile di partecipare ad una transizione (positiva o negativa che sia) o ad una transizione laterale.

Quali sono i ruoli e quali le caratteristiche del giocatore di equilibrio? In questo senso, parliamo di tutti quei calciatori che si trovano ad agire sulla linea centrale che divide il campo di gioco in verticale, potendo così rapidamente spostarsi da un lato all’altro del campo, trasformando un lato debole in lato forte. Solitamente, i giocatori di equilibrio hanno una buona bilateralità (proprio per poter ricevere palla da un lato e trasmetterla dall’altro) e soprattutto prediligono lo smarcamento verso la palla (e non ad allontanarsi), sia a sostegno che in scarico a seconda del ruolo preciso che il giocatore interpreta. In questa serie di giocatori, anche il portiere dà equilibrio perché è il sostegno più “basso” che si possa avere. Ricapitolando, dunque, i giocatori di equilibrio sono:

  • portiere
  • difensore centrale di una difesa a tre oppure a cinque
  • centrocampista centrale di un centrocampo a tre oppure a cinque (o di un 4-1-4-1)
  • trequartista in un reparto ad uno oppure tre
  • punta centrale in un reparto ad uno oppure tre

Ciascuno di questi elementi deve avere quattro peculiari caratteristiche. Da un punto di vista tecnico, deve principalmente godere di controllo orientato e la precisione nei passaggi. Da un punto di vista tattico, invece, è importante che abbia capacità di smarcamento in “corto”. Non posso poi mancare caratteristiche di natura caratteriale e mentale per poter sviluppare la personalità di voler sempre la palla e affinare le capacità di scelta. Un giocatore di equilibrio, infine, non piangere fare a meno di una visione di tattica collettiva: è un’azione coordinata tra due o più giocatori, tesa ad ottenere uno scopo determinato in precedenza. È un insieme di tutti quegli accorgimenti e movimenti coi quali una prestazione risulta utile ed economica.

Ogni calciatore è responsabile, quindi ha libertà decisionale in fatto di modi, tempi, spazi, scelta, esecuzione, tenendo pur conto dei movimenti degli altri e di una massima su tutte: senza la tecnica non si può fare la tattica. Da questo equilibrio nasce l’abilità di sfruttare tutta l’ampiezza del terreno di gioco per creare spazi utili, dettati anche dai movimenti dei singoli, e aprire le maglie della difesa avversaria. Per farlo serve imprevedibilità per mettere in difficoltà gli avversari.

Nel calcio puoi cercare di arrivare dove vuoi, basta sempre mantenere l’equilibrio nell’arco di una partita. Il calcio è una fotografia che per essere nitida ha bisogno di luci e ombre nella giusta misura. Tradotto: ha bisogno di equilibrio. Una parola ripetuta negli anni di Sacchi, Guardiola, Klopp, sottesa alla strategia di gioco che si vuole attuare in prospettiva di una singola gara. Strategia di gioco che può prevedere:

  • Pressing: può essere difensivo o basso, offensivo o medio, ultra offensivo o alto. E’ una tattica collettiva atta alla riconquista della palla, conseguente alla pressione.
  • Pressione:è un’azione di tecnica applicata (tattica individuale), che ha lo scopo di limitare tempo e spazio al possessore di palla avversario. Il fuorigioco è una conseguenza del pressing, in quanto la squadra si alza verso la palla e verso i giocatori più vicini alla palla per limitare spazio e tempo agli avversari.
  • Incroci e sovrapposizione: gli incroci sono azioni di tattica individuale senza la palla che prevedono cambi di posizione, attraverso corse ad incrocio tra due compagni. Si utilizza principalmente in fase d’attacco per liberare spazi. Le sovrapposizioni sono corse alle spalle di un compagno a cui è stata trasmessa la palla, superandolo nel tentativo di conquistare spazio in avanti o superiorità numerica.
  • Possesso di palla: è un’azione tattica di reparto o di squadra, mediante la quale si cerca di far liberare degli spazi agli avversari. Si attua attraverso una serie di passaggi semplici, cercando di far girare su tutta la larghezza del campo la palla.
  • Sostegno o appoggio: andare vicini ad un compagno di squadra in possesso palla, al fine di attuare un possesso palla o un’azione d’attacco.
  • Superiorità numerica: è la condizione tattica che si ricerca con ogni azione di gioco, in opposizione agli avversari, grazie ai continui movimenti in sincronia nello spazio e nel tempo.