Uomini siate e non pecore matte! È questo il solo commento valido dopo un’altra detestabile degradazione del calcio del Vecchio Balordo a cui ho assistito nella sera caldissima di Reggio nell’Emilia. Pecore matte perché nulla di quello preparato prima di affrontare il Sassuolo è stato fatto, perciò ogni nodo è venuto al pettine alimentato anche da  giocatori fuori ruolo, destri a sinistra o viceversa alla mercé del dribbling degli avversari  e scarsa tecnica. Semplicemente, quello che Nicola avrà preparato sul gioco del Sassuolo, principalmente non far  muovere la difesa con lo spostamento del pallone del Sassol, non è stato osservato dalla squadra. Il palleggio degli emiliani a centrocampo ha dominato la partita: pallone a destra o a sinistra per allargare la difesa rossoblu per poi sfondare con il dribbling sulle corsie laterali oppure due passaggi per andare in verticale. La strategia tattica del Genoa la si era già capitata con l’Inter: andarsi a giocare la partita al Mapei. Strategia che non è stata cambiata neanche dopo la sconfitta del Lecce a Bologna. Catenaccio e contropiede sarebbe stato meglio. Vocaboli spregiativi che indicano solo primo non prenderle: mica puoi perdere se non lasci segnare i gol all’avversario e se quello si sbilancia in avanti per provarci con la tua difesa ultra-agguerrita dopo più di trequarti infruttuoso attacco si può avere la possibilità di punirlo in contropiede. Semplice come la lotta fra il bene e il male, come  nei film western di qualche decennio passato.

Nicola ha preparato sicuramente la partita ma è stato tradito anche dai GPS, posizionati sulle spalle dei calciatori per valutarne le performance durante gli allenamenti in questo momento di gare ogni tre giorni. Con questi dispositivi si dovrebbe valutare la prestazione aerobica e il recupero dopo la gara giocata. Non avranno funzionato bene o saranno stati letti male dallo staff del tecnico, considerato che qualche calciatore oltre a non essere pronto per giocare insieme ad altri era già in apnea nel correre a vuoto durante la partita a tennis, più che di calcio, dei primi 10’ minuti di gioco. C’entra poco la tattica nelle gare del Genoa, c’entra la tecnica e da calciatori di esperienza dovrebbe contare il modo di stare in campo e la capacità di adattarsi agli avversari e alle situazioni studiate in anticipo che non vanno in porto. Il Genoa nelle sue Waterloo del campionato ha sbagliato il possibile e l’impossibile nell’atteggiamento, oltre ad essere limitato nella tecnica di alcuni calciatori mai entrati in partita ed anche fuori ruolo. I capri espiatori non possono essere solo e sempre gli allenatori, ma anche chi ha consigliato e continua a consigliare i calciatori al Joker, non uno sprovveduto nel mondo del calcio.

Per quanto riguarda l’espulsione di Nicola e far apparire tutti quelli numerosi, troppi e inutili, in panchina dei “codardi” non prendendo la colpa dell’insulto ricevuto da Maresca e riportato dal quarto uomo Abisso, bisognava informarsi su cosa fosse successo. Non dal Genoa, muti in qualsiasi occasione anche favorevole, ma con qualcuno sul prato del Mapei. Maresca, il vigile del fuoco di Napoli, ha fatto il fenomeno ed ha voluto applicare una regola nuova mai applicata in questo campionato. Il Grifone nelle disgrazie è sempre al vertice, per di più con gli stadi vuoti dove si sente di tutto. Maresca è andato da Nicola già con il reo in testa, ma non sicuro per avere la conferma del giocatore che lo aveva insultato, si sussurra Iago Falque ma non c’è la conferma. Non avendone la sicurezza, ha chiesto a Nicola di avere la riprova. Nicola subito ha detto di non averlo sentito, e dopo  da genoano invece ha preferito prendersi lui la colpa, come dice il Regolamento, senza fare il nome del colpevole, per salvaguardare una sostituzione nella partita in corso e la prossima gara. Aspettiamo il responso del Giudice Sportivo: sarà interessante leggerlo e capirne i più. La lezione che arriva dal passato al calcio, in particolare al Genoa dopo quello successo lo scorso anno, non è servita. Ciccio Caputo, dopo aver salvato il Grifone lo scorso con la complicità di Handanovic all’ultimo minuto di gioco, quest’anno lo ha messo sulla graticola molto calda della retrocessione.

Preziosi lo scorso fine  maggio  al termine della gara di Firenze: “Ho compreso i miei errori e assolutamente non ripeterò questa tremenda stagione. Il Genoa non può permettersi di tremare come quest’anno fino all’ultimo minuto del campionato per raggiungere la salvezza”. Invece nulla è cambiato, perché i suoi consiglieri di calciomercato passata la paura sono stati sempre gli stessi. Qualcosa è cambiato: lo scorso anno bastava un pari per salvarsi, quest’anno occorrono tre punti.

Game-over? Assolutamente no! Il Vecchio Balordo domenica sera si gioca una partita che vale il campionato. I calciatori sanno che il calcio è bello perché ti dà sempre una seconda possibilità. È così pure la vita. Retrocede per i gol di Lapadula, pagato dal Genoa, sarebbe un paradosso. Nel calcio hai sempre una occasione per non buttare all’aria la tua carriera macchiando con una retrocessione. Domenica sarà una partita solamente non solo nei piedi ma anche nella testa di chi giocherà! Uomini siate e non pecore matte, la prima frase scritta solo per caricare domenica prossima contro l’Hellas per vedere Lupi. Leoni, grifoni, montoni, senza nessuna pecora nera, pronti a salvare il Genoa.