Dopo quattro anni il Genoa ha riassaporato il gusto della vittoria in un derby contro la Sampdoria e l’ha fatto con una prestazione attenta, gagliarda e di carattere, e dopo questo successo inizia a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Oggi contro l’Inter si gioca un’altra partita importante per arrivare all’obiettivo finale, la salvezza. L’Inter ha visto allontanarsi lo scudetto ed ora lotta con l Atalanta per il secondo posto finale, che a detta del loro allenatore Conte, non ha molto significato.

Uno sguardo d’insieme sull’Inter. Conte è uno degli allenatori top a livello europeo, ha vinto scudetti con la Juventus ed è stato commissario tecnico della Nazionale italiana. È un tecnico che fa del lavoro sul campo e della preparazione fisica i suoi cardini. È pignolo, meticoloso e cura ogni minimo particolare. I nerazzurri ora scendono in campo con il 3-4—1-2, ma in precedenza il modulo preferito era il 3-5-2. Sviluppano il loro gioco partendo dal basso con una fitta rete di passaggi, per poi andare sugli esterni che sono giocatori basilari per Conte. Le due punte raramente giocano in orizzontale tra di loro, ma sono sempre una davanti all’altra in verticale  e duettano spesso tra loro.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa. Il portiere Handanovic, estremo difensore di livello mondiale, è forte in tutte le caratteristiche del ruolo, per la sua personalità e il suo carisma è diventato il capitano della squadra. I tre difensori centrali sono Skriniar, Ranocchia e Bastoni, pacchetto di alto livello, anche se mancherà il regista difensivo De Vrij infortunato. Skriniar, ex sampdoriano, è cresciuto in maniera esponenziale: forte sulle gambe e nel gioco aereo, nonostante un fisico imponente riesce ugualmente ad essere rapido. Ranocchia, il centrale, ha esperienza e mezzi tecnici più che sufficienti: mancando De Vrij, sarà lui a guidare i movimenti della difesa. Anche Ranocchia è abile nel gioco aereo, ma soffre nell’uno contro uno. Bastoni, giovane prelevato dall’Atalanta, si è fatto subito trovare pronto all’impatto con una grande squadra; tecnica, anticipo ed applicazione sono le sue armi.

Il centrocampo. I due “quinti” sono Moses e Young. Moses, arrivato a gennaio, si alterna con Candreva, abitualmente il titolare. Moses ha corsa, forza fisica e velocità, ma il suo rendimento è molto altalenante. Sulla corsia di sinistra gioca Young, che calcia prevalentemente con il piede destro. Young possiede velocità e resistenza, e proviene dal Manchester United. I due centrali Gagliardini e Brozovic sono giocatori complementari tra loro. Gagliardini ha un importante fisicità e tecnica apprezzabile, nel post Covid è stato uno dei giocatori più utilizzati da Conte, contro il Genoa ha trovato spesso la via del gol. Brozovic è il giocatore a cui si appoggia la squadra, è lui che dà sostegno a tutti, ha mezzi tecnici di riguardo ed è  instancabile nella corsa, pericolosi i suoi tiri da fuori. Eriksen il trequartista, giocatore di fantasia e tecnica, è stato utilizzato con il contagocce, forse Conte non lo ritiene ancora fisicamente pronto per la sua tipologia di calcio. Il danese è forte nei calci piazzati.

Infine l’attacco. Lautaro Martinez e Lukaku sono le due punte. Lautaro, giovane argentino dai piedi buoni, forte sulla gambe e in acrobazia, si dice possa interessare e molto al Barcellona. Ha grandi margini di miglioramento. Lukaku, il cannoniere dei nerazzurri, voluto fortemente da Conte ha dato ampiamente ragione al suo allenatore. È munito di un fisico impressionante con il quale riesce a difendere la palla anche in situazioni di difficoltà assoluta, lanciato in profondità diventa inarrestabile ed ha un piede sinistro di livello. Quando riceve palla dentro l’area di rigore, porta sempre scompiglio.

Come si comportano sulle palle inattive? Sui corner in fase difensiva marcano ad uomo, sulle punizioni dalla trequarti optano per la marcatura a zona. Sono una squadra fisica, è difficile sorprenderli con la semplice palla in mezzo all’area. In attacco le palle ferme e i corner sono affidati ad Eriksen, vero specialista. Dal limite dell’area ci provano saltuariamente anche Brozovic e Lukaku.

In conclusione. La vittoria nel derby, inseguita da tempo, ha riportato entusiasmo e punti preziosi in classifica, ora bisogna continuare e ripetere la prova di mercoledì. Laddove le capacità tecniche non arrivano,  bisogna usare il cuore, lo spirito di sacrificio, l’abnegazione e la concentrazione.

Articolo precedenteRassegna Stampa del 25 Luglio, le probabili formazioni di Genoa-Inter
Articolo successivoGenoa-Inter: le formazioni ufficiali. Davanti Pinamonti e Favilli. Rovella titolare
Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.