Genoa-Inter: per il Grifone una per continuare a fare un altro passo verso l’obiettivo. Nicola, anche con i cerotti, cercherà di marcare ad uomo onorando la zona quando il calciatore interista marcato prenderà il largo, al punto che inseguirlo potrebbe equivalere a sguarnire totalmente la difesa, cercando di non limitarsi alla semplice tattica di non far giocare gli avversari. Importante sarà non soccombere nel cuore del gioco nel numero e nel gioco. Importante poi per il Genoa chiudere ogni spazio cercando di non fargli esprimere il gioco che piace a Conte, gioco che cerchiamo di spiegare di seguito.

Nicola preparerà la gara cercando di limitare i punti forti dei nerazzurri, operazione per rendere meno fluente il gioco sulle corsie laterali e i cambi campi, il software di Conte. Ci vorrà coraggio, emozione anche se non bellezza. Operazione che non potrebbe piacere a Sacchi, che sarebbe pronto a dichiarare: “Giocano al calcio come in guerra. Quando il nemico sbaglia spariamo noi con tecnica da Circo”. Se i maestri di calcio andassero al Circo, verrebbero loro nuove idee rivoluzionare.

Provaci Vecchio Balordo: per uscire indenne domani sera dovrai controllare tutto quanto ti sarà possibile. Chiudere tutte le linee di passaggio, densità al centro e non perdere le corsie laterali con zero pressing sull’inizio del gioco di Conte e chissà, se tutto sarà condito con coraggio e generosità, cosa potrebbe succedere. La formazione di Nicola non è in alto mare ma da valutare. Da valutare se ci sarà qualche recupero importante, difficile da rischiare contro l’Inter, altrimenti buttare nella mischia qualche altro Jagiello che con la voglia possa diventare un’altra spina a guardia del corpo del Genoa. Uno tra i giovani della Primavera è Rovella, play che si sta allenando a Pegli  e che ha già debuttato contro i nerazzurri all’andata, ma anche Eboa Ebongue. Entrambi sono 2001. Il francese arrivato dal Bordeaux, mediano o mezzala di piede destro, visto nel campionato giovanile veniva paragonato a Karembeu non solo per le treccine ma per dinamicità e fisico nelle due fasi di gioco. Altra alternativa Eriksson, mai visto giocare.

Mercoledì sera un portiere ha spento i sogni di Scudetto dell’Inter. Terracciano, riserva della Fiorentina, ha parato il possibile e l’impossibile. Il biscione nerazzurro ha strisciato troppo in alcune gare del campionato, contro squadre di media e bassa classifica, per troppi sprechi e poca grinta o cattiveria. Conte è arrabbiato perché semina ma non raccoglie. Il secondo posto non gli interessa: “È il primo perdente”. La frase alimenta discussioni non solo sui blog o social e tutti i media, ma non in società: il secondo posto porta euro. Conte si porta avanti, perché l’ultima giornata va a far visita a Gasperini che non aspetta l’occasione per ribadire che non sbagliò lui alla Pinetina ma la società a non tutelarlo dai vincitori del Triplete. In molti alle soglie finali di questa stagione ripetono una frase delle scorse stagioni: “L’Inter sempre grande sulla carta, poi perdente in campo. Eccetto che nell’anno del Triplete, è successo spesso negli ultimi anni”. 

La squadra di Conte, dopo il Covid, dal punto di vista tattico e tecnico è sembrata non risentire della lunga pausa. Semplicemente perché il gioco del tecnico salentino è molto meccanico, riproduce quasi sempre le stesse azioni. Le occasioni sono sempre arrivate con gli stessi movimenti grazie ai cambi di gioco da fascia a fascia, oppure a palloni serviti in verticale verso le punte, addomesticati e dopo serviti ai centrocampisti o ai quinti di centrocampo. L’Inter ha patito in questo campionato le squadre che non hanno cercato di fare pressione sistematica alla prima costruzione di Handanovic e i difensori. Ha patito squadre accorte, compatte, che sceglievano quando alzare il baricentro in fase di non possesso. Se invece riescono a saltare la prima pressione avversaria con le azioni mandate a memoria, si ritrovano ampi spazi in cui sviluppare la manovra. La superiorità dell’Inter contro qualsiasi avversario si manifesta quando la squadra di Conte riesce a tenere i ritmi di gioco alti. Operazione più difficile dopo la pandemia farlo per i 90’ e per gli ampi recuperi.

Conte in questo campionato ha utilizzato spesso il suo 3 5 2, modulo preferito. Dall’arrivo di Eriksen, a malincuore e in particolare ultimamente ha sviluppato un 3 4 1 2  che con il danese in campo non gli garantisce superiorità numerica a centrocampo e copertura dell’asse difensivo. Al mister piace il centrocampo muscolare e anche Brozovic per il salentino è troppo lento per fare il play per sviluppare il sistema preferito. Il 3 1 4 2  in fase si possesso è pronto a diventare un 5 3 2 in fase di non possesso. Contro il Genoa ha peso per squalifica Barella. Il sistema tattico nerazzurro si basa su palleggio basso cercando di allungare la squadra avversaria, attirandola per creare spazi oltre la linea di pressione, spazi che si determinano in particolare sulle corsie laterali.

LuLa: Lukaku e Lautaro dopo il Covid sono considerati spreconi. Solo 6 gol in due. Ultimamente non solo i due bomber sono apparsi fuori fase, ma tutta l’Inter è apparsa stanca. Se non chiude le partite nel primo tempo o all’inizio della ripresa, quando prova a sfondare dopo molla e si spegne.  Per de Vrij distorsione al ginocchio. Al Ferraris si annuncia turnover in tutti i settori del campo.

 Arbitro: sarà Davide Massa della sezione di Imperia, alla sua decima direzione in carriera col Genoa. Sarà aiutato dagli assistenti di linea Preti (Mantova) e Manganelli (Valdarno), nonché dal quarto uomo Giua (Olbia). Al VAR Irrati della sezione di Pistoia, nella posizione di AVAR Liberti (Pisa).

Squalificati: Lerager (Genoa) e Barella (Inter)

Diffidati: Cassata, Favilli, Ghiglione, Goldaniga, Masiello , Pandev, Zapata (Genoa), Borja Valero, De Vrij, Gagliardini e Vecino (Inter)