Rilanciata già nella tarda serata di ieri dall’edizione online della Gazzetta dello Sport, la confessione di Gian Piero Gasperini alla rosea ha rivelato che l’ex tecnico del Genoa ha avuto il coronavirus. “Dopo Valencia, nelle due notti successive a Zingonia ho dormito poco. Non avevo la febbre, ma mi sentivo le ossa a pezzi e fuori sembrava di essere ai tempi della guerra: ogni due minuti passava una ambulanza a sirene spiegate. Avevo perso il gusto, ma non sapevo di avere il virus. Dieci giorni fa i test sierologici hanno confermato che lo avevo avuto”.

Triste e dignitosa definisce Gasperini la città di Bergamo, dove si percepisce “una tristezza profonda, spessa, che respiri ovunque, per strada, negli occhi della gente, nei bar e nei ristoranti che tardano a riaprire, nei silenzi del mio collaboratore che ha perso il padre. Oggi mi sento ancora più bergamasco”.

Non manca neppure un passaggio sull’idea che il tecnico bergamasco si è fatto della ripresa del campionato  a partire dal prossimo 20 giugno. “Ce lo siamo chiesti più volte. Qualcuno considera “amorale” ripartire. Io ho visto gente cantare sui balconi d’Italia mentre Bergamo caricava sul camion le proprie bare. Non l’ho considerato “amorale”. L’ho considerata una reazione istintiva, un tentativo di aggrapparsi alla vita, di reagire. L’Atalanta può aiutare Bergamo a ripartire, nel rispetto del dolore e dei lutti. Di sicuro la squadra è rimasta connessa con la sofferenza di Bergamo e la porterà in campo”. 


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