L’AUDIO CON LE DICHIARAZIONI DI GRAVINA A RADIO ANCH’IO SPORT


 

Nella giornata di domani è in programma una video-conferenza fra i vertici delle federazioni calcistiche europee per valutare le sorti delle competizioni UEFA. Rimandate a data da destinarsi le fasi finali di Champions ed Europa League, cresce la pressione per lo slittamento di EURO 2020. Roberto Mancini, nella serata di ieri lo aveva considerato ormai un dato di fatto: “Avremmo vinto l’Europeo quest’estate, ma possiamo vincerlo anche nel 2021”. In attesa di comunicazioni ufficiali in merito, a parlare a distanza di poche ore dal commissario tecnico è stato il presidente della FIGC Gabriele Gravina, che ha confermato ai microfoni di Radio Anch’io Sport: “Chiederemo un atto di responsabilità da parte della UEFA e un contributo di tutte le federazioni ad un percorso che sia volto alla tutela della salute degli atleti e di tutti i nostri tifosi e cittadini del mondo. Non è un problema che riguarda l’Italia ma sta riguardando tutto il Mondo. L’Europa è diventato l’epicentro della pandemia e noi chiederemo di valutare con attenzione la tutela della salute: prima di poter parlare di nuove date bisogna attenersi allo stato attuale delle cose ed il rinvio credo che sia l’idea in questo momento da seguire. Non ci sono state ipotesi di date, ho sentito parlare di una Champions ed una Europa League che potrebbe definirsi entro maggio o giugno con una serie di playoff. Evidentemente è piaciuta la mia proposta di playoff e playout. Domani ci confronteremo, saremo tutti collegati e credo che verrà fuori la decisione più responsabile. Pensare che ce ne possa essere una ideale, in questo momento, sarebbe davvero fuori luogo”.

E ancora: “Se il mondo UEFA e FIFA dovesse risvegliarsi pensando ancora di dover curare il proprio orticello, penso che darebbe un pessimo esempio. Sarebbe da irresponsabili se domani ciascuna delle 55 federazioni pensasse di poter portare avanti una decisione egoistica di tutela del proprio orticello. Bisogna poi tenere conto della tipicità di alcuni campionati. Ci sono differenze, condizioni soggettive ed oggettive davvero molto diverse. Basti pensare al movimento di promozioni e retrocessioni o al livello di organizzazione nei vari paesi. Anche questo dovrà spingerci, non appena sarà passata l’emergenza, ad uniformarci ad un protocollo unico da seguire nell’organizzazione dei campionati”.

Sul campionato di Serie A: non è più realistico pensare che venga annullato? “Stiamo lavorando sulla speranza. Chiaro che avere un campionato che potesse chiudersi entro giugno o entro l’estate sarebbe un auspicio che tutti si augurano, ma oggi è difficile ipotizzare qualcosa di questo tipo. Stiamo lavorando, perché dopo questo tsunami la vita continuerà e dovremo riprendere le nostre attività alle quali dovremo fare ritorno nel più breve tempo possibile. Stiamo affrontando un tema in cui non abbiamo certezze per poter programmare. Stiamo navigando a vista, ogni ipotesi oggi sarebbe non fondata. Stiamo navigando a vista in un clima di nebbia assoluta. Le ordinanze e i decreti oggi ci portano alla data del 3 aprile, che credo sia troppo vicina per pensare ad una ripartenza immediata di tutte le attività, non solo quelle sportive ma anche quelle economiche del nostro paese. Non a caso ho iniziato a parlare di un posizionamento della nostra ripartenza ai primi di maggio. Ma anche questa è una data di riferimento in linea del tutto teorica. Stiamo andando avanti di giorno in giorno cercando di darci alcuni riferimenti, perché altrimenti cogliamo il rischio di farci trovare impreparati. Dobbiamo prendere coscienza che oggi siamo nell’impossibilità di poter svolgere ogni attività ma domani dovremo ripartire”. 

Che cosa si aspetta la Federazione dal Governo dopo il decreto che ha varato misure per salvare l’economia italiana? “Abbiamo richiesto e mi auguro di poter ottenere il rinvio degli adempimenti fiscali. Mi sembra che siamo riusciti ad ottenere un riconoscimento importante, il fatto che il nostro settore come quello del turismo è in uno stato di crisi; il mondo dello sport è importante per il nostro paese e questo riconoscimento è importante. Stiamo cercando di mettere insieme tutte le ipotesi insieme con la Serie A e la Serie B arrivando fino alla Lega Nazionale Dilettanti. La FIGC proseguirà un processo di proposte cercando una serie di applicazioni e strumenti già in atto per altri settori da utilizzare anche per il calcio. C’è molta sensibilità a riguardo: ringrazio i ministri Gualtieri e Spadafora che stanno seguendo le nostre criticità e le nostre richieste. Il Coronavirus colpirà tutte le società di calcio sotto diversi punti di vista: noi dobbiamo puntare alla tenuta del sistema calcio e dello sport italiano. Possiamo farlo solo grazie alla collaborazione di tutti, dagli stakeholders agli allenatori e i giocatori. Bisogna chiamare tutti a una presa di coscienza e ad una prova di responsabilità per rendere il nostro mondo più omogeneo, più forte e poi ripartire con più spinta quanto prima”.

Il presidente della federcalcio spagnola Tebas ha detto che si cercherà in ogni modo di terminare i campionati appena sospesi. Quale sarà il destino del calcio italiano? Possibile un annullamento della stagione 2019/2020? “Al momento non siamo in grado di escludere nulla. L’idea più ottimistica è quella di definire e portare a termine il campionato, ma fra le diverse ipotesi avevo già annunciato la possibilità di non assegnare del titolo, di assegnarlo in base al congelamento delle graduatorie o – se avessimo pochissimo tempo a disposizione – fare ricorso a un mini-torneo di playoff e playout per dare un minimo di risalto alla competizione. Non escludo nulla, capisco la curiosità e l’attenzione nel voler definire quanto prima possibile le date finali dei nostri tornei ma nessuno è in grado di dire quale sarà il nostro domani rispetto alle condizioni attuali, condizioni che giorno dopo giorno non danno riscontri di miglioramento. Tra l’altro, quando ci andiamo a raffrontare con quel che sta accadendo in Europa, il tutto ci fa ancora più paura e crea ancora più preoccupazione. Siamo attenti e responsabilmente convinti del fatto che i tornei saranno finiti, ma altrimenti adotteremo qualunque tipo di decisione se questo non sarà possibile. Se tutto questo dovesse portarci al trascinamento fino al 2020/2021, non è escluso che il campionato di oggi possa bilanciarsi su due stagioni diverse. Ci sono più ipotesi: oggi bisogna pensare alla tanta gente che sta soffrendo o è impegnata su altre attività. È forse anche un po’ imbarazzante dover trattare questi temi, essendocene di maggiore rilevanza in questo momento nel nostro paese, ma noi dobbiamo e siamo chiamati a farlo con speranza, perché lo sport aiuta gli italiani a vivere con grande spensieratezza”.

Sarà inevitabile, anche nella migliore delle ipotesi, snellire il calendario. Come confermato dallo stesso Gravina: “Questo si, è fuori discussione. Ad esempio di Coppa Italia non ne stiamo proprio più parlando. È una competizione che affronteremo molto più in là. In questo momento va accantonata, per ché diamo priorità agli altri tornei”.


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