La prima settimana senza il calciomercato è già tempo di primi bilanci, se non altro perché si torna a parlare di calcio e degli effetti del mercato sui risultati. Il Genoa è uscito con due ottimi punti da Firenze e Bergamo, ma i problemi di carattere generale non sono stati sotterrati e rimangono lì: si ha ancora bisogno di una netta inversione di tendenza, a partire dalla gestione societaria, e ci sarebbe stato bisogno di innesti pronti sin dall’inizio di gennaio con Sassuolo, Hellas Verona e Roma da affrontare. I risultati, oggi, stanno arrivando dall’assestamento del materiale tecnico che vi era già dallo scorso giugno in un lavoro di buonissima fattura che fa capo principalmente a Nicola e al suo staff, dediti ad un lavoro duro, ma intelligente, sul piano fisico e mentale, in attesa che tutti tornino a disposizione per il rush finale salvezza. Lì servirà avere chi fa la differenza.

Il Genoa, in gennaio, andava cercando certezze pronte all’uso. O almeno era l’attesa di tutti, specialmente di quanti (tanti, noi compresi) attendevano un centravanti d’area di rigore che capitalizzasse le occasioni da gol. Non è arrivato quel profilo e si è deciso di avere sei giocatori d’attacco e alcuni rifinitori a giocarsi due maglie: Favilli, Sanabria, Pinamonti, Destro, Pandev e Iago Falque. A lungo è stato cercato Krmencik. Una voce concreta, un obiettivo messo in vetrina anche dal Viktoria Plzen che, nel gioco delle parti, giocava al rialzo con un Genoa ultimo in classifica: ma avrebbero mollato di fronte all’affondo decisivo. Lo dimostrano i fatti, visto che lo spilungone ceco alla fine è andato dove meno ci si sarebbe aspettati: niente Bordeaux (che ha speso 10 milioni per un esterno destro come Remi Oudin), ma i belgi del Bruges, che hanno sborsato 6 milioni di euro. Peraltro in una formazione che già aveva Okereke, ex Spezia, come prima punta. Ad una cifra che il Genoa del presidente Preziosi avrebbe potuto pareggiare.

Ma di cosa succede in Belgio interessa poco. Il perché non si sia tentato un affondo decisivo per avere Krmencik (e così altri) a titolo definitivo al Genoa è chiaro e si spiega solamente con la volontà, poi confermata da quasi tutte le restanti operazioni, di mettere in piedi un calciomercato di prestiti. Senza investimenti rilevanti a fronte di quelle che sarebbero state poi le uscite pianificate di fine sessione, Kouamè e Agudelo, e gli introiti da plusvalenze accumulati negli anni passati (193 nel decennio 2010-2019).

Masiello, Behrami ed Eriksson, giocatori d’esperienza più che di prospettiva, sono stati gli unici acquisti a titolo definitivo per cifre complessive che non dovrebbero superare una manciata di milioni di euro. Molto più alte, la prossima estate, saranno invece le somme degli eventuali riscatti di calciatori come Soumaoro.

Un’altra motivazione per rafforzare la tesi che al mercato di gennaio ci si sarebbe dovuti arrivare con le idee chiare è che, viste le non convocazioni di Jagiello, Pajac e Lerager nell’ultima sfida con l’Atalanta, allora numericamente sarebbe stato utile un altro centrocampista, specialmente se qualcuno dovesse venire a mancare per squalifica. Vedi Behrami. Di nomi, in questo reparto, se ne sono fatti a decine. Noi abbiamo rilanciato quelli che siamo riusciti a verificare riscontrandovi reale veridicità e la speranza è stata l’ultima a morire.

Sfumato inizialmente Kurtic, col quale c’era ben più di un principio di accordo (ma non lo si è trovato con la Spal, che poi lo ha girato in prestito al Parma con obbligo di riscatto a circa 4 milioni di euro), si è tentata la pista Castro, a sua volta andato alla Spal assieme a Cerri (con Paloschi approdato in Sardegna). Nelle ultime giornate del mercato, prima di vederlo approdare al Leganes terzultimo in classifica in Spagna, si era poi sondato anche Amadou, ormai poco utilizzato al Norwich (e, quando utilizzato, schierato fuori ruolo come difensore centrale). Sarebbe stato un innesto di buona fisicità nel centrocampo rossoblu dove la battaglia infurierà come a Bergamo da qui alla fine: i suoi agenti erano in Italia, a Genova, e forse non a proporlo soltanto ai rossoblu.

Alla fine non se n’è fatto nulla, malgrado la volontà del giocatore fosse di andarsene dalla Premier League, e Behrami è di fatto stato l’unico innesto a centrocampo. Da svincolato e con un’opzione contrattuale in caso di salvezza. Dopo averlo annunciato per primi su Buoncalcioatutti assieme al nome di Eriksson (e dopo aver confermato con largo anticipo le volontà di Destro e Iago Falque di volere il Genoa), lo svizzero, che mai aveva nascosto di dover ritrovare la condizione migliore, è apparso in ripresa già da Firenze e non ha fatto altro che confermarlo a Bergamo. È senz’altro l’innesto ad aver dato segnali migliori assieme a Perin.

Dove si è operato con maggiore peso è stato in difesa. Avere la peggiore retroguardia del campionato ed essere ultimi non è obiettivamente un fiore all’occhiello. Mister Nicola, che ben poche responsabilità ha in questo record negativo, ha provato a metterci una pezza agendo sulla fase difensiva collettiva, parlando sempre di squadra e poco di singoli. Ne ha fatto una questione di grande compattezza e tattica di reparto, operazione che ha già portato qualche beneficio: non solo il Genoa di marca Nicola non subisce più gol di quello dei suoi predecessori (anzi, li riduce), ma ne segna senz’altro di più in proiezione creando maggiori presupposti per andare in rete. Avere sicuramente qualche alternativa in più – e poter contare su Zapata – non sono dettagli da poco in una lotta salvezza che sarà durissima.

Il calciomercato del Genoa, in sintesi, è innegabile che abbia lasciato per strada nomi e possibilità che avrebbero fatto ancor più la differenza in rossoblu. Oggi, malgrado due trasferte senza sconfitte, si profila all’orizzonte un Genoa-Cagliari dal peso notevole. Una gara alla ricerca di conferme con assenze per squalifica che potrebbero portare subito a testare i nuovi innesti (Eriksson e Soumaoro?) nel cuore del gioco e nel reparto arretrato. Si avvicina la prima di nove gare casalinghe, derby compreso, che rappresenteranno una cifra importantissima nell’economia della stagione del Genoa.