GENOA-SAMPDORIA, LA NORD: “COLORIAMO LA GRADINATA COME SAPPIAMO”

Genoa, la vita ricomincia a 80 anni“. Il titolo “rubato” è tratto da “Il Cittadino” datato 18 giugno 1973. Il Genoa ha ottant’anni di vita ed è appena tornato in Serie A dopo la retrocessione avvenuta otto anni prima, nella stagione 1964/65. La vittoria sul Lecco allo stadio Ferraris apre ai caroselli prima, ad una grande festa al Palasport poi. Addirittura il compleanno del Grifone è anticipato di qualche mese, in concomitanza col ritorno nella massima serie. Un clima ben diverso da quello attuale,

Oltre 46 anni fa, la festa è grande e il sentimento è di rinascita.  Come raccontano le cronache dell’epoca, però, i dirigenti dell’epoca (è l’epoca della transitoria presidenza Berrino) sono “sicuri che la squadra che aveva spopolato l’anno prima nel campionato cadetto avesse la possibilità di disputare un campionato dignitoso nella massima categoria”, ma “rimasero insensibili alle richieste di rinforzi che Silvestri andava predicando“.

Ne nascerà una stagione, quella 1973/74, che da festosa si trasformerà presto in fallimentare e sportivamente tragica. In quella medesima annata si trovano gli unici due derby della storia, in Serie A, con una situazione di classifica analoga – se non peggiore – a quella attuale. Sia per il Genoa che per la Sampdoria.

La stracittadina di andata porterà la data del 25 novembre 1973. Sarà un Genoa-Sampdoria (0-2) con reti di Salvi e autorete di Maselli. In quell’occasione il calendario proponeva la sesta giornata di campionato e la vittoria valeva ancora due punti. Il Genoa gravitava al quartultimo posto con quattro; ad una sola lunghezza di distanza la Sampdoria, terzultima.

La situazione non sarebbe mutata nell’arco di un intero girone. Anzi, sarebbe persino peggiorata visto che Genoa e Sampdoria, nel derby di ritorno (17 marzo 1974), erano addirittura ultimo e penultima. Il risultato finale fu di 1-1, col Genoa in dieci dal 57′ del secondo tempo per l’espulsione di Sidio Corradi. La gara si decise tutta negli ultimi dieci minuti: al minuto 80′ la rete del rossoblu Derlin pareggiata da una rovesciata di Maraschi (87′). Di quell’incrocio ha un ricordo nitido proprio Sidio Corradi, che lo annovera tra i derby che gli hanno lasciato il ricordo più nitido.

Quello di sabato non ha soltanto analogie di classifica con altri derby della storia. Genoa e Sampdoria torneranno a parlare oggi e domani con le rispettive conferenze stampa, ma nei giorni precedenti si sono chiuse in silenzio. Entrambe in una sorta di mini ritiro in Liguria, consapevoli dell’importanza del prossimo Derby della Lanterna. E di ritiri ne sa qualcosa Cosimo Francioso, che partecipò alla preparazione di due derby preparati dal Professor Scoglio. In particolare quello del 2 aprile 2001, vinto dal Genoa per 2-0 con reti di Stroppa e Mutarelli. Le due genovesi militavano in Serie B.

Ci allenammo un paio di giorni in Provenza – raccontava tempo fa ai nostri microfoni lo stesso Francioso – poi giovedì giocammo un’amichevole col Marsiglia a Montpellier. Eravamo, come detto, in Provenza e andammo là in pullman. Poi, a fine partita – c’era stata una riunione precedente – Scoglio volle tornare con il gruppo che riteneva formazione titolare con un aereo da 12/13 posti con partenza da Tolosa. Praticamente, invece che avvicinarci a Genova, ci avvicinavamo sempre di più alla Spagna. Molti giocatori erano contrari a questa situazione: si voleva tornare tutti assieme. Non volevamo tornare a gruppi, un po’ in aereo e gli altri il giorno dopo con il pullman. Alla fine Scoglio decise così e andammo quindi a prendere l’aereo da Tolosa“. 

Non vi dico il viaggio di ritorno. Fu bruttissimo, perché una volta arrivati a Portofino sembrava che l’aereo dovesse cadere da un momento all’altro. Qualcuno addirittura si mise a piangere. Adesso ci ridiamo, ma quando ci trovavamo su quell’aereo ci prendemmo paura tutti quanti. Alla fine comunque tornammo, il pomeriggio del giorno successivo arrivarono gli altri e quel venerdì ci allenammo a Pegli. L’indomani vi fu la partita.

La partita alla fine ci vide vincere e Scoglio ebbe ragione un’altra volta. A quel punto non si poteva dire più niente perché il risultato aveva fatto capire che non c’è bisogno di prepararla nella propria città, ma si può anche andare lontanissimo, preparare la partita e vincerla“.

 

L’ultimo derby, ancora più recente, che qualche lontanissima analogia con quello attuale può averla è quello in cui Gasperini colse il terzo successo di fila sui blucerchiati entrando nella storia dei derby della Lanterna. Bisogna andare a dieci anni fa: era il 28 novembre 2009. La vera novità di quella partita fu che il Genoa giocò senza punte di ruolo, con Sculli schierato falso centravanti affiancato da Palacio e Palladino, che propiziarono due espulsioni tra le file della Sampdoria.

Gasperini non aveva in quel momento un problema di gol realizzati: nella stagione che intervallava con l’Europa League ne aveva già segnati 23 nelle prime 14 giornate di Serie A. Aveva, piuttosto, un desiderio di sperimentazione a fronte del poco affidamento che poteva fare su Floccari (ceduto a gennaio), Figueroa (a gennaio 2010 rescisse e andò al Rosario Central) e Crespo. Il primo una delusione, i secondi poco impiegati per ragioni di natura fisica. A gennaio fu acquistato David Suazo ed Hernan Crespo, l’unico dei sopracitati a chiudere la stagione 2009/10 con la maglia del Genoa, trovò sempre meno spazio prima di accasarsi al Parma. L’opzione Sculli andò avanti sino al termine della stagione.

I rossoblu, quel derby del novembre 2009, lo vinsero 3-0 proiettandosi in alta classifica, al sesto posto, offrendo qualche alternativa alla fase offensiva del Genoa. Un po’ quello che sta accadendo oggi al Grifone orfano di Kouamè, la cui assenza sarà acuita dalle squalifiche di Pandev e Agudelo. L’esempio di quel derby, forse, potrà offrire anche qualche speranza di spettacolo e decoro per la tifoseria genoana.

Una tifoseria costretta a sopportare da troppe stagioni continue lotte per mantenere la categoria. Senza pianificazione, senza acuti all’infuori del calciomercato, senza la volontà di restituire a Genova e al Genoa qualche derby per le zone alte, non si va da nessuna parte. Come accadeva in tempi recenti con Gasperini, ieri eroe di Bergamo, e Ballardini, l’unico allenatore a non aver perso nessun derby disputato sulla panchina rossoblu. Neppure quello delicatissimo di due stagioni or sono, troppo facilmente dimenticato visto che anticipò le decisivi vittorie salvezza contro Crotone ed Hellas Verona.

Chissà se un briciolo di dignità, al Genoa, si può restituire anche dopo 126 anni…


Genoa-Sampdoria, il comunicato della Nord: “Coloriamo la gradinata come solo noi sappiamo fare”