Avete presente Karic, Fallou Njie e Micovschi, le tre vecchie conoscenze del Genoa Primavera quest’anno in prestito all’Avellino? Ecco, ieri sera hanno preso parte alla partita di Coppa Italia Serie C contro la Cavese e hanno partecipato attivamente sia alle due reti della formazione irpina (Micovschi ha segnato al minuto 84′) sia all’ampio pacchetto di sostituzioni che mister Capuano ha effettuato nell’arco dei novanta minuti. Per la precisione, in questa gara i cambi sono stati cinque.

Cinque come il numero di sostituzioni che la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha chiesto di poter introdurre o sperimentare anche in Serie A. Nel corso del Consiglio Federale svoltosi ieri, il presidente Gravina ha parlato di razzismo e di rimodulazione del budget (la Federazione è tornata al segno “più” nel bilancio d’esercizio con uno stimato +1,2 milioni), salvo poi dare la comunicazione dell’invio di una lettera all’IFAB (International Football Association Board) in cui si richiede l’applicazione dei cinque cambi anche nel massimo campionato italiano. Proprio come accade in Serie C.

L’IFab, sicuramente più interessata oggi a farsi carico di problematiche differenti come quella relativa al protocollo VAR non certo in un periodo di grazia, potrebbe prendere in considerazione questa ipotesi, ma probabilmente lo farebbe in via sperimentale. La Serie A, quindi, potrebbe diventare il palcoscenico per nuove sperimentazioni e nuovi tatticismi anche dalla panchina. La nuova cavia che si presterebbe alle tante speculazioni delle ultime ore, come quella che vorrebbe la possibilità di vedere cambi eseguiti solamente in tre finestre dedicate della partita, senza spezzettarla troppo nel suo andamento.

In realtà, spezzettare una partita è un falso problema. Oppure un problema che in Italia, più che in altri paesi, non sembra che se lo pongano con troppa frequenza. Tant’è vero che il campionato di Serie A, secondo il CIES Football Observatory, è quello in cui il tempo effettivo di gioco è minore (55,6%) tra i cinque maggiori tornei d’Europa. Peggio fa soltanto la Liga Spagnola col 53,3 per cento. È molto probabile che le parentesi che sbarrano la strada al gioco non farebbero che accrescere questo divario, portando quella percentuale molto vicina al 50%. Tradotto in un’immagine simbolica: è come se si giocasse 45′ più recupero e non si disputasse affatto la frazione successiva.

Sempre più uno spettacolo, come testimoniano anche le recenti vicende di Napoli e del ritorno ammutinato, e sempre meno una storia di tifo ed emozioni subordinate all’inventiva e alle capacità dei singoli, il calcio potrebbe presto vivere un’altra piccola svolta. E con questa svolta, lo spettacolo in campo potrebbe addirittura diminuire ancora.

La Serie A farebbe da cavia in tutto questo? Può darsi, ma solamente gli sviluppi ci diranno se realmente sarà così. Quel che è certo e assodato è che in orbita Serie A si è rifatta sotto MediaPro, broadcaster spagnolo con tutte le intenzioni di rimettere mano sul campionato italiano dal 2021 al 2024. Bruciato dalla concorrenza di Sky Sport e DAZN per il triennio 2018/2021, il colosso iberico ha tutte le intenzioni di riprendersi quanto non era riuscito a soffiare agli altri avversari in gioco.

Stando alle ultime cifre messe in circolazione, sul tavolo della Lega Serie A sarebbe stata messa un’offerta ben superiore al miliardo di euro a stagione (1 milione e 283 milioni circa) e comprenderebbe anche la realizzazione di un canale tematico della Lega Serie A. Un po’ come il canale dedicato alle giovanili e alle Nazionali azzurre, prima squadra compresa, che la FIGC è pronta a lanciare in accordo con TIM Vision.


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