Non hanno spezzato le reni alla Grecia. Van’t Schip, commissario tecnico degli ellenici, per il coraggio di lasciare a casa i senatori che dettano, o quasi, legge nel campionato italiano. Squadra giovane quella greca, pochi i giocatori conosciuti, princìpi di gioco olandesi che daranno dei frutti. Solo un calcio di rigore non da VAR, lapalissiano, poteva rompere lo zero a zero. Poi negli spazi aperti la qualità azzurra – non verde – ha fatto la differenza con il secondo gol di Bernardeschi, una telefonata da fuori area che ha trovato il portiere della Grecia occupato. La crescita degli Azzurri passa anche da serate come quella di ieri, in una gara stentata che deve far crescere la consapevolezza come anche i propri limiti possano essere superati con l’orgoglio.

Bravo Mancini: sette su sette è un buon bottino, una medicina contro il mal di fegato dopo le tristezze russe. Bravo perché dopo la gara con gli Stati Uniti aveva detto sul girone sorteggiato verso gli europei: “Voglio vincerle tutte”. Qualificazione ai prossimi europei arrivata con tre turni d’anticipo. Qualificazione che permetterà all’Italia di essere testa di serie, giocarsi 3 partite sotto il Cupolone a giugno per misurare in seguito la sua nazionale con le altre d’Europa molto più davanti nelle classifiche UEFA. Mancini, a partire dal prossimo campionato europeo, vuole alzare l’asticella e continuerà a cercare altri giovani calciatori, anche fra quelli seduti in panchina nella Serie A degli stranieri. Questa qualificazione con tre giornate d’anticipo va festeggiata e andrà anche pesata, non solo dal commissario tecnico ma anche da tutti gli allenatori nel campionato italiano. Se vince la Nazionale, che ha tutti italiani, potrebbe succedere anche alle squadre di club con qualche foresto in meno. La Nazionale Italiana andrà ad EURO 2020 per arrivare fino in fondo. Le squadre, visto quello fatto fino ad oggi, arriveranno vicino alle finali delle coppe europee con soli stranieri.

L’unica nota stonata? La maglia verde. La Nazionale non è una squadra di club, che per fare contenti lo sponsor ne deve avere tre maglie. Ne bastano due, quella azzurra e quella bianca. Maglia e tuta verde? Prossimamente Azzurro di Celentano al posto dell’inno di Mameli? Con questa Federazione, in vetrina solo quando gioca la Nazionale, assente nel fare riforme e programmare futuro, può accadere di tutto.


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