Il buio oltre la siepe! Sì, è vero, è un titolo ripetuto e questa estate argomentato dai fatti visti sul terreno di gioco da vicino,dalla campagna acquisti  che sulla carta appariva mirata e concordata. Si pensava di non ripeterlo più.

Invece l’illusione estiva è terminata neanche con il primo freddo, ma ai primi giorni di un autunno che è tale solo per il calendario, considerate le temperature. Bisognerebbe chiedersi tutti assieme il perché. Fare il pesce in barile tirando indietro la mano o la zampa e annullando la fiducia al nuovo corso estivo senza avere delle risposte non porta da nessuna parte.

Per Genoa-Lazio bisognerebbe copiare quello scritto dopo alcune gare dello scorso anno Lazio-Genoa del 23 settembre 2018 o Udinese-Genoa del 31 marzo 2019. L’illusione nella prima di queste due gare arrivava dai gol di Piatek, nella seconda di essere stata l’unica squadra a battere la Juventus.

Il Vecchio Balordo in trasferta ha sempre lasciato perplessi più che nelle strategie tattiche negli atteggiamenti e nell’affrontare gare che erano – o potevano – essere alla portata. Perché il genoa si è spento ed è un lontano parente delle prime giornate di campionato e di pre-campionato?

Non credo alla fronda dei calciatori nei confronti dell’allenatore: bisogna esserne capaci. I calciatori all’inizio dell’era Andreazzoli potevano essere diffidenti, ma mai prevenuti e dai primi allenamenti austriaci davano l’impressione di aver capito quello che il mister trasmetteva loro. Ora, se qualcuno ha le palle, se ha dei problemi con il tecnico, li tiri fuori con la società e con il Presidente. Se vinci,, tutti sull’altare chi gioca e chi sta in panchina, ma se perdi la vittima e la colpa non può essere solo del tecnico. Basta ragionare e contare fino a 10: si cambia allenatore e poi attenzione perché finiscono gli alibi e i paraventi!

Ripeto tutto questo visto in tutti gli allenamenti fino a che sono stati a porte aperte non c’era nulla di anormale, dopo se è successo qualcosa dentro e fuori dallo spogliatoio neanche i fantasmi di Villa Rostan lo racconteranno mai. I risultati con la cura Andreazzoli arrivavano per mentalità, grinta, voglia di vincere e fare risultato: non è da professionisti se questa carica arriva solamente dentro il Tempio.

Il problema è che se le parole di Andreazzoli dopo il Bologna e quelle di Preziosi venerdì scorso non hanno siringato adrenalina ci sarà poco da fare con qualsiasi timoniere sulla nave genoana.

Lazio-Genoa si può commentare con pochi spunti rimasti negli spogliatoi e mai pervenuti in 90′ di partita: atteggiamento, timidezza, contrasti morbidi, passività e tecnica che non c’entra nulla con la tattica. Non accorciare sui migliori laziali sui palloni scaricati all’indietro  è la foto dei primi due gol incassati a seguire gli altri due sono stati troppo facili da essere giudicati sia sul piano tecnico, tattico ma anche su quello professionale da parte degli uomini in campo.

Il ritorno al passato c’è stato anche nel cuore del gioco al di là del debutto di Cassata affogato nel mare magnum del centrocampo. E lì si sono rivisti i difetti di Radovanovic e Lerager dello scorso anno.

Da cronista non avrei fatto le pagelle: a tutti i rossoblu in campo avrei dato il non giudicabile per un semplice motivo, perché è difficile credere che una mesta broccaggine si sia impadronita improvvisamente di tutti.

Andreazzoli avrà preparato un Genoa non attendista, muscolare con la possibilità di schiacciare gli avversari nel proprio centrocampo. Tutto svanito dopo il gol in apertura di gara? Pressing e corsa senza pallone dove sono finiti? Andreazzoli potrebbe aver contribuito alla debacle con la difesa schierata a tre con El Yamiq a disagio fuori ruolo, Romero da tutti invocato al centro, ma non pronto a prendere le misure come lo scorso anno e anche con qualche altro cambio.

La soluzione Sanabria ci poteva stare. Il Genoa non è cinico e nei tabellini non finiscono le occasioni prodotte ma quelle concretizzate: questa è la differenza tra le grandi squadre e le altre. La capacità, la praticità di tradurre in gol le occasioni hanno fatto la differenza in tutte le sconfitte del Genoa nel passato fuori casa e anche nell’ultima settimana della stagione in corso.

Gli allenatori a Pegli sono come Don Abbondio: vaso di terracotta tra vasi di ferro. All’inizio di questa stagione sembrava tutto cambiato per il lavoro intelligente della società che ha cercato di ingaggiare calciatori funzionali non per un progetto, ma per qualcosa di diverso. Se qualcuno è bravo in una squadra organizzata diventa un fenomeno, se qualcuno è normale in una squadra organizzata diventa forte. I veri segreti del Genoa prima dell’autunno erano il gioco e l’innovazione. Andreazzoli all’inizio del suo lavoro non è mai stato un uomo solo con le sue idee: erano condivise da molti dentro e fuori dal prato verde, sugli spalti e davanti alle televisioni.

La nevrastenia è antica quanto il mondo anche se giustificata viste le prestazioni. Nel calcio è all’ordine del giorno. Nel pianeta Genoa dove si soffre di ideacce nerissime non solo da una partita all’altra ma anche nelle positività che incarnano il nevrastenico pessimista è all’ordine del giorno da lungo tempo, e non solo tra la tifoseria.

Adesso tutti alla ricerca del cambio dell’allenatore. Ci può stare se in società saranno in grado di capire quello che è successo negli ultimi sette giorni, dal secondo tempo di Cagliari a ieri pomeriggio.

Gattuso è in pole position? Ringhio non aveva rifiutato, ma aveva fatto capire già dallo scorso mese di giugno di avere altri progetti nella testa: non scommesse, ma era attirato da provare l’avventura fuori dall’Italia per accrescere il suo bagaglio. Ieri è volato a Mosca invitato dalla Lokomotiv Mosca per prenderne le redini.

I buoni uffici di Capozucca con Gattuso di ritorno da Mosca potrebbe averlo convinto (non nel pomeriggio odierno perché sarà ancora in Russia) ad avere un faccia a faccia con Preziosi e prima di decidere, se accadesse, chiederà carta bianca per tutte quello che riguarda le sue mansioni di allenatore, dentro e fuori dagli spogliatoi e sul terreno di gioco.  

Dopodiché ci sarà da discutere sull’ingaggio e sul suo prolisso staff a disposizione che non ha mai abbandonato: questo potrebbe essere qualcosa di secondario perché Preziosi non ci sta a sbagliare un’altra stagione.

Se Gattuso arriverà, lo farà subito: giocare contro il Milan sarebbe stimolante come ancor più eccitante potrebbe essere ritornare al capezzale del Diavolo se la società ascolterà gli ululati di San Siro ieri sera che volevano mandare via tutti, non solo Giampaolo.

Credere che si possa cambiare allenatore la prossima settimana perché c’è la sosta è altra favola da smentire. Chi arriva in quel periodo non potrà fare nulla di nuovo e cambiare qualcosa considerato che la qualità a disposizione di tutti i team è in giro per l’Europa con le nazionali.

Altri profili potrebbero esserci all’orizzonte. Importante misurare il loro carattere e non  apostrofarli da “molli” dopo alcune giornate di campionato.

Il pezzo esce in ritardo per capire qualcosa di più dopo varie telefonate. L’unica certezza è che in questo momento Andreazzoli sta finendo di fare l’allenamento e ieri sera ha anche parlato con il Joker.