Superata la Fiorentina con una prova brillante, oggi il Genoa, di nuovo a Marassi, affronta l’Atalanta, squadra rivelazione dello scorso campionato e che si appresta a disputare la Champions  League oramai alle porte.

Uno sguardo d’insieme sull’Atalanta.

Allenata per il terzo anno da Gian Piero Gasperini, ha ottenuto brillanti risultati abbinati sovente a prestazioni super. Il nostro ex mister ha sempre ottenuto i risultati attraverso il gioco ed è un tecnico ormai destinato a grandi platee. I nerazzurri di Bergamo scendono in campo con un 3-4-1-2 in cui il gioco sulle fasce, l’agonismo, le sovrapposizioni e i tagli la fanno da padroni. Gli orobici sono una squadra che difende soprattutto in avanti anticipando l’avversario e trasformando l’azione da difensiva ad offensiva. Cercano la marcatura uomo contro uomo anche a metà campo, appena possono verticalizzano la giocata e difficilmente alzano il pallone.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa.

Tra i pali c’è Gollini, portiere di importante fisicità associata ad una elevata reattività. Bravo nelle uscite sia alte sia basse, deve avere più dimestichezza e precisione con il pallone tra i piedi. I tre difensori Djimsiti, Palomino e Masiello (ma sino all’ultimo potrebbe esserci qualche ballottaggio) formano un reparto forte nel gioco aereo e sufficientemente rapido. Secondo i dettami di Gasperini difendono quasi sempre in avanti, cioè sull’anticipo, e non gettano mai via la palla. Come alternative i nerazzurri orobici hanno Kjaer e Toloi, due difensori di alto profilo. Non va dimenticato che l’Atalanta scenderà in campo mercoledì sera per il primo turno di coppa e vorrà fare una buonissima figura, per cui a Marassi aspettiamoci un po’ di turnover.

Il centrocampo.

Lo compongono Hateboer, Freuler, De Roon e Gosens. Hateboer e Gossens, gli esterni di fascia, hanno entrambi un’ottima corsa. Il primo è un olandese dotato di buon fisico e di un piede destro sufficiente; il secondo è un giocatore tedesco arrivato in Italia a fari spenti, ma che ha saputo imporsi come un ottimo cursore di sinistra. Spesso i due si ritrovano ad essere uno “assist man” e l’altro esecutore nella stessa azione. I mediani Freuler e De Roon, ambedue molto bravi nella pressione sull avversario e nella riconquista della sfera, hanno caratteristiche similari e complementari, ma difettano in rapidità.

Infine l’attacco.

Il trequartista è il Papu Gomez, giocatore di fantasia e dal dribbling letale. Autentico leader in campo e fuori, bravo a liberarsi tra le linee per andare a trovare lo spazio a lui più congeniale, va sempre raddoppiato, i suoi tiri da fuori area sono spesso vincenti. Ilicic e Zapata sono le punte. Ilicic ha nel suo sinistro il marchio di fabbrica: dribbling secco a rientrare, tiro ad effetto velenoso. Ilicic però tende ad autoescludersi, se sta un po’ di tempo senza palla tra i piedi. Zapata è il centravanti: fisico bestiale e forza sono le sue peculiarità, ma il colombiano è anche in possesso di un ottima tecnica di base. Bravo nella protezione della palla e nel far salire la squadra, diventa inarrestabile se trova campo, una volta lanciato in profondità. Potrebbe essere della partita anche Muriel o quantomeno l’altro colombiano potrebbe entrare in corsa. Anche Muriel ha qualità eccelse: rapidità, velocità, dribbling e tiro però non sono sempre sorrette da un fisico all’altezza. Certamente, se seguirà Gasperini, ritornerà a essere un top player.

Come si comportano sulle palle inattive?

L’Atalanta, sui corner e sulle punizioni dalla trequarti a sfavore, difende a zona. Anche Zapata rientra a difendere. In fase offensiva i corner e i calci piazzati sono affidati a Ilicic e Gomez, e i difensori centrali salgono. Djimsiti,  Kjaer, Zapata, Hateboer e Freuler fasnno massa critica in area, Masiello invece si sfila pericolosamente sul secondo  palo.

In conclusione?

Sarà sicuramente una bella partita tra due squadre allenate da allenatori che cercano il risultato attraverso il gioco anche se con filosofie differenti. Il Genoa targato Andreazzoli farà la sua figura e non si farà trovare impreparato di fronte alla fisicità bergamasca, saranno importanti l’orario e il fattore caldo: i 30 gradi delle 12.30 non potranno non influire. Le partite con la Roma e con la Fiorentina hanno ridato fiducia ed entusiasmo alla tifoseria rossoblu. Bisogna dare continuità alle prestazioni e i risultati ne saranno l’ovvia conseguenza.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.