“Sono tornato a casa”. Una frase laconica, essenziale, ribadita a più riprese da Jawad El Yamiq in una breve intervista post-allenamento ai nostri microfoni e a quelli di Radio Nostalgia. La sua casa, a dire il vero, negli ultimi sei mesi di campionato è stata a Perugia, in Serie B.

“La Serie B è un campionato un po’ più difficile rispetto alla Serie A – racconta il difensore marocchino – Ma ho giocato 28 partite prendendo esperienza e tante altre cose. Ho segnato contro il Padova, ma anche in nazionale ho segnato qualche gol. Fare il difensore in B è difficile, perché non c’è lo spazio e non c’è il tempo di gioco che si ha in Serie A”.

In cadetteria El Yamiq ha potuto contare sulla guida di Alessandro Nesta, forse il più grande stopper mai cresciuto e consacratosi nel campionato italiano. Jawad lo conferma a pieni voti, ma l’educazione viene prima di tutto il resto: “Per prima cosa un caro saluto al mister. Mi ha fatto piacere essermi allenato con la mano di Nesta, che con Milan e poi in nazionale ha fatto bene, una bella carriera. Fa piacere. Anche lui è stato fra le cose, è stata la prima cosa che mi ha spinto quando ho scelto di andare al Perugia. Mi ha dato tante cose nel gioco come difensore centrale”.

Come uscire con il pallone e cercare la profondità? “Si. A Nesta piaceva la mia qualità e anche quest’anno vorrei fare il massimo per giocare bene. Il mio ruolo è il difensore, ma posso giocare con la palla finché c’è spazio e poi prendere la giusta decisione”. Niente di diverso dal gioco che propone anche Aurelio Andreazzoli, non è vero? “Si. Il mister mi piace: è molto bravo”.

Chi meglio di El Yamiq può descriverci l’estro di Amine Harit, stellina costosa dello Schalke 04 accostato recentemente al Genoa? “Ho sentito sul web e mi farebbe piacere se dovesse venire un mio connazionale. Lui è fortissimo e un bravo ragazzo. Spero che possa venire qui al Genoa per fare belle cose”.

Passando dalla Bundesliga tedesca ad un altro continente, alle porte c’è anche una finalissima fra Senegal ed Algeria in Coppa d’Africa. Il suo Marocco, orfano dello stesso Harit escluso dalla selezione finale del CT Hervé Renard, dopo un girone da protagonista si è fermato agli Ottavi di Finale: decisiva la lotteria dei rigori, una doccia fredda. Poco male, perché il difensore del Genoa sa già per chi fare il tifo: “In Algeria ci sono giocatori forti ed internazionali, ma domani spero in una finale importante. C’è poi un giocatore che si chiama Bennacer ed è anche lui molto forte ma gioca nell’Empoli. Spero che vinca la coppa anche perché c’è lui”.


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