Da Cles, in provincia di Trento, a Neustift ci sono circa due ore e mezza di macchina. Questa breve distanza e l’amore per il proprio figlio sono stati l’assist perfetto per Massimo Pinamonti, papà del neo attaccante rossoblu Andrea, oggi autore di un’altra tripletta in amichevole, per assistere di persona al test contro il Wacker Innsbruck (clicca QUI per fotogallery e cronaca).

Passato inosservato per tutta la partita, nonostante una somiglianza incredibile col figlio, il padre di Pinamonti è rimasto sino all’ultimo in tribuna. A restare in borghese ci è riuscito sino a quando non lo si è avvistato al fianco di una vecchia conoscenza del Genoa: Carlo Odorizzi.

L’origine trentina li lega: anche Odorizzi, infatti, è uno di quei giocatori che hanno spiccato il volo dal Trentino-Alto Adige arrivando sino al calcio che conta. Dopo di lui ci sarebbero stati Fiamozzi e Depaoli. E nel recentissimo passato anche Andrea Pinamonti, che la sua grande occasione la avrà proprio in rossoblu.

Proprio come Odorizzi, che ci tiene a sottolineare come Genova sia la piazza ideale per un ragazzo come Pinamonti. Lui che ha legato il suo nome ai colori rossoblu non solamente per le sue 98 presenze e 5 reti, ma anche per due episodi di notevole spessore. Il suo primo gol rossoblu, ad esempio, fu segnato in Genoa-Taranto (2-1) del 23 dicembre 1979. Ventiquattro ore prima era stato rilasciato Fabrizio De Andrè dai sequestratori sardi. Quella sarebbe stata la prima gara sulla quale Faber si sarebbe tornato a sintonizzare dopo mesi e mesi di astinenza dal Grifone.

E poi, come dimenticarselo, c’è quel pesantissimo gol in Genoa-Rimini (2-0) del 21 giugno 1981 che risultò decisivo nel finale della stagione 1980/81 per decretare la promozione del Grifone in Serie A. Era il Genoa di Renzo Fossati, allenato da Luigi Simoni, e quel giorno in città furono caroselli e festeggiamenti da De Ferrari al Porto. Come dimenticarsi di Carlo Odorizzi, insomma.


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