Cavoli a merenda  quando ci sono di mezzo il Genoa, il  calciomercato, il sistema di gioco o i numeri di modulo.

Per quanto riguarda Piatek, anche oggi dobbiamo rifarci solamente a quello che hanno detto i responsabili della società rossoblu: Piatek andrà via a gennaio se ci sarà una offerta irrinunciabile, indispensabile, necessaria per il futuro della società. Queste parole sono non solo di Preziosi e Perinetti. A stamattina più che ad oggi, Piatek andrà via a giugno perché ha tanti amanti in tutta l’Europa calcistica e questa volta Preziosi vorrà giocarsi il jolly ascoltando tutti, con il prezzo di Piatek che dovrà essere nei canoni di quelli top che giocano in Europa. Le offerte più interessanti arriveranno dall’estero visto che la base d’asta sarà vicina ai 50 milioni.

La boutade del Milan non si capisce, fra l’altro senza che mai i rossoneri abbiano fatto un’offerta, come ribadito in tutte le interviste dei dirigenti rossoblu,  considerato che le operazioni del Diavolo in amministrazione controllata da parte dell’UEFA lasciano poche vie d’uscita con il calcio, a meno che anche l’organismo europeo che dovrebbe controllare il calcio non sia diventato un altro organismo di “quaquaraqua”. Tutto spiegato bene nel pezzo di Martedì sera da Alessio Semino. La sensazione? Solamente una clausola, una condizione ad hoc difficile da spiegare potrebbe portare “Venerdì” a Milanello.

Non si conosce la posizione di Cesare Prandelli su questa telenovela. Ne parlerà o dirà qualcosa durante la conferenza stampa pre partita con il Milan, anche se è brutto trattare certi argomenti prima di una gara delicata? Fra l’altro non risulta che il Vecchio Balordo stia valutando prime punte.

Invece si potrebbe intendere a malincuore la posizione di Piatek, considerato che sarà uguale per tutti i professionisti in tutte le attività: aspirare a guadagnare di più. Se fosse vero che il Milan gli ha proposto 2 milioni di euro per cinque anni il polacco potrebbe spingere alla vendita. Fra l’altro chi fa la professione di Piatek deve sempre mettere in preventivo, toccando ferro, un infortunio e i contratti lunghi e remunerati piacciono a tutti, come già si è visto in tante figure che sono arrivate o andate via da Pegli. Stessa considerazione sugli infortuni la fanno le società davanti a proposte che siano però serie e concrete.

Su Piatek, meglio ripetere che “non ha da passa’ u’ calciomercato”. Nel caso bisogna fare alla svelta e non aspettare la fine se si ha in mano una gallina dalle uova-gol d’oro. Preziosi da imprenditore di successo ha la possibilità di confermare quello dichiarato nel mese di dicembre e fare un altro colpo alla Cicciobello o Gormiti creando cinque mesi di asta per il Pistolero e incrementandogli anche l’ingaggio per sei mesi.

Cavoli a merenda anche per la futura strategia tattica di Prandelli. Alla difesa a tre o quattro viene attribuito un esagerato valore tattico, addirittura determinante per i successi del Vecchio Balordo. Prandelli non guarderà i numeri dei moduli come tutti gli allenatori,  ma quello che cercherà sarà un efficace gioco di squadra che dovrà riguardare una particolare distribuzione dei calciatori sul terreno di gioco.

Tutto ciò potrà avere la sua importanza a condizione che tutto corrisponda alle  caratteristiche generali tecnico-tattiche della rosa a disposizione. Giocare con una o più punte, con tre o più centrocampisti, con una difesa a tre oppure a quattro non sarà determinante quanto lo sviluppo e il perfezionamento delle due fasi di gioco: difensiva e offensiva.

Per Prandelli, pur non avendolo visto nella settimana spagnola, sarà importante nella scelta di un particolare schieramento il “modo di muoversi” della squadra stessa, cioè i rapporti che devono stabilirsi tra i singoli calciatori in relazione all’uomo in possesso di pallone e al conseguente comportamento degli avversari.

Indipendentemente dallo schieramento scelto da Prandelli, per ottenere risultati il Grifo  dovrà essere equilibrato con la copertura di tutto il campo; elastico e adattabile anche in corso di partita ad ogni tipo di cambiamento tattico dell’avversario; razionale e  determinato in base alle caratteristiche dei propri giocatori e ai compiti che devono svolgere in base al gioco che si vuole fare.

Se riuscirà Prandelli con la rosa a disposizione – la speranza che venga rimpolpata nel cuore del gioco – a far presidiare il centrocampo da mediani e mezze ali per formare vertici di un quadrilatero o triangolo potrà trovare la giusta architettura sia in fase difensiva e offensiva.

Ad oggi la fatica del Genoa con i calciatori schierati è stata quella di avere calciatori poco propensi a centrocampo a fare il duplice gioco di interdizione e di costruzione. In fase difensiva devono essere pronti a marcare gli avversari e in quella offensiva dare più sostegno e appoggio alle punte.

Se Preziosi, Perinetti e compagnia troveranno il mediano e la mezzala giusta mancante non avranno problemi affinché, diciamo, la prima punta in attesa degli eventi e Kouame la buttino dentro, anche se potrebbero non avere più le spiccate doti realizzative di Piatek.

Senza Piatek, l’attore principale dovrebbe diventare Favilli. Usiamo il condizionale perché nella gara spagnola e in quelle (tre) di martedì, anche se a campo ridotto, l’ex juventino non ha mai giostrato con Kouame, sempre accompagnato da Pandev. Con Lapadula sulla porta d’uscita occorre altro attaccante.

Balotelli? Potrebbe essere altra mossa del Joker? Swiderski, un altro polacco, un centravanti tutto sinistro che sa di altra scommessa alla Piatek? A questo punto speriamo. E Kean?  Anche per lui il punto interrogativo, considerato che se Piatek andrà al Milan, Preziosi non farà un favore  solamente ai rossoneri, ma anche ai bianconeri che piazzeranno Higuain e saranno sicuri di ricevere il riscatto il prossimo giugno. In più, Sarri rilancerà il Pipita.

Sul fronte cessioni, pronto ad uscire Omeonga destinazione Hibernian, in Scozia. Per il resto, sempre parole in attesa che finisca questo calciomercato camaleonte che cambia colore facilmente e ha la lingua più lunga del mondo. È la storia del calciomercato, una fiera delle menzogne.


Il caso Piatek