Dopo 10 giorni di calciomercato possiamo nuovamente affermare, come negli anni precedenti, che sarà un altro calciomercato di piccolo cabotaggio. Qualche Presidente aspetterà i saldi dell’ultima settimana e tutto potrebbe dipendere anche dai risultati delle due giornate da giocare prima della chiusura del mercato di riparazione.

Altro calciomercato senza botti. A muoversi sono state, ad oggi, principalmente le piccole, quelle che devono rinforzarsi per salvare la stagione. Sarà il calciomercato di chi vorrà risalire la classifica dal fondo.

Il mercato allungato di 10 giorni sarà solo una cuccagna per giornalisti, media e Tv  considerato il grande interesse morboso che gira intorno alle presunte trattative. Uniformare la scadenza del mercato a quella degli altri campionati è  stato giusto in quello estivo. Difficilmente dall’estero negli ultimi giorni di mercato invernale verranno ad acquistare giocatori nostrani come invece potrebbe essere, all’incontrario. Solo i soliti calciatori pronti a riscaldare le panchine, anzi le Tribune per la gioia delle società, che  potrebbero avere la valigia in mano se si renderanno conto che le panchine non sono come le “telefonate” e non ti allungano la carriera.

Tutto gira intorno a un business e non aver sentito una dichiarazione di Ulivieri, presidente dell’associazione allenatori, o dell’associazione calciatori con il suo Presidente Tommasi ne è la prova. Nessuno a lamentarsi dell’allungamento del calciomercato.

Gli allenatori hanno difficoltà a gestire i calciatori in partenza per quindici giorni, ne avranno ancor di più per trenta. Per loro per il calcio italiano saranno solo svantaggi, anche se qualcuno maschera tutto con vantaggi. Per le cosiddette “grandi” del campionato sarà un calciomercato invernale tutto imperniato sul futuro con l’acquisto anticipato di giovani. Una volta si faceva tutto in silenzio per non mettere alla berlina delle critiche i calciatori che si muoveranno il prossimo giugno, questo perché al minimo errore potrebbero essere accusati – non solo dai tifosi – di pensare solo al futuro, al prossimo lauto ingaggio e al salto di qualità societario.

L’unica delle cosiddette “grandi” che potrebbe muoversi di quelle che si giocano la Champions potrebbe essere la Roma cercando il sostituto di Strootman, la lavatrice di Di Francesco nello scorso campionato. Dopo la sua partenza il centrocampo giallorosso ha sciacquato pochi avversari di eguale classifica.

Paquetà al Milan tutti pensano che sia il nuovo Kaka. Speriamo, altrimenti i paletti del play finanziario rossonero potrebbero saltare alla luce dei 30 milioni investiti. L’Inter e Gabigol sotto la Madunnina non hanno insegnato nulla.

Per le milanesi questo calciomercato è in mano ai parenti: per i nerazzurri in quelle di Wanda Icardi che vuole altre cifre, più consistenti, per rinnovare il contratto, per i rossoneri in quelle del Fratello di Higuain, già a Londra a trattare con il Chelsea di Sarri.

La Juventus, con Marotta o senza, continuerà a rastrellare parametri zero pagando lauti ingaggi invece che i cartellini. Paratici cresciuto alla corte di Marotta dovrà però fare i conti  con un  altro  Italo Allodi del calcio italiano: lo stesso Marotta. Perché Marotta  è l’Andreotti del pallone, l’unico manager che manovra i parametri zero, che consiglia, impone e vieta con abilità diabolica grazie al suo stile.

Se CR7 è il migliore in campo, Marotta lo è ancora di più dietro le scrivanie. Parliamo dell’unico, ad oggi, pronto non solo a consegnare agli allenatori un prodotto ben fatto con intelligenza, intraprendenza e competenza, ma a far guadagnare euro ai Presidenti e alla società. Concetti difficili da trovare ai giorni nostri in cui il calcio è diventato più mediatico e si fa più davanti ai video che sui campi. Se a Marotta riuscirà l’operazione Dybala all’Inter lasciando campo libero alla Juventus per Isco del Real Madrid sarà l’operazione dell’anno, una operazione Pirlo con percorso alla rovescia.

Mancano 17 giorni alla fine del calciomercato: chissà se i dirigenti terranno conto di tutti i colpi estivi che sono andati in panchina nel girone di andata. In estate hanno riempito le pagine dei giornali, ma alla fine dopo diciannove partite sommano meno di 1000′ di partita. Oltre a Nainggolan, fuori dalla tabella sottostante nonostante i suoi 731′ giocati in Serie A, e all’ex rossoblu Laxalt, fermo a 428′ di gioco sommati da inizio stagione, se ne trovano diversi. Da Caldara coi suoi zero minuti giocati e acuiti dall’infortunio che sta ancora smaltendo sino ad arrivare ai vari Lautaro Martinez, Pjaca, Sandro, Jankto, Pastore. E chi più ne ha, più ne metta.

Il calcio è così: regala e toglie tutto nello spazio di pochi giorni, mesi, ore già alla fine del calciomercato estivo. Figurarsi in quello di riparazione. Tanti sono gli idoli dei tifosi celebrati da tutti che in questo calciomercato che adesso sono ingombranti esuberi da barattare, costi da abbattere con la speranza che chi li vuole paghi loro almeno una parte dell’ingaggio. Calciatori che avevano avuto titoli dai giornali a caratteri cubitali durante la sessione estiva e improvvisamente sono finiti fuori dagli schemi degli allenatori, qualcuno per infortunio ma tanti per la mancata applicazione non solo durante gli allenamenti, ma psicologicamente. Perché non adatti a reggere la pressione delle squadre di vertice.

Gattuso con i desaparecidos italiani e stranieri del Milan è stato il più chiaro e onesto: “un giocatore mi deve piacere per metterlo in campo”, senza però spiegarne i motivi che a Milano conoscono tutti per gli esodati e mezzo esodati. Nomi se ne potrebbero fare tanti e quello che guadagna meno di tutti ha un ingaggio da milioni all’anno.

Meditate gente, meditate. Come sul debito pubblico sappiamo tutti praticamente tutto, tuttavia abbiamo ancora capito pochissimo o nulla – si sa o non si vuol sapere – di chi ha prodotto questa dannata montagna di debiti che attanagliano l’Italia. Il calcio italiano è uguale: un altro debito pubblico sulle aspettative e spalle dei tifosi che non ai Presidenti di fare qualcosa di più concreto con gli euro buttati via nei calciomercato mercato estivi e invernali del passato, tutto fatto non per esigenze.

Genova intanto è sconvolta dalle parole del Presidente Ferrero dopo la partita di Coppa Italia contro il Milan. Ferrero con le sue esternazioni mette in soggezione le Cassanate, le Balolettate e compagnia nel mondo del calcio e di quelle all’esterno. Non è la prima volta che Sor “Viperetta”  davanti ai microfoni la fa fuori dal “bulacco” pensando di essere, anziché al Ferraris, a tavola da Cencio a Trastevere dove farsi offendere in romanesco è divertente.

Dopo quello che è successo a Genoa nel 2018 poteva evitare, anche se adesso i suoi educatori faranno gettare perle di educazione con scuse rivolte non solo ai tifosi sampdoriani. Inutile fatica se non si ha nessuna attitudine ad imparare.

Il miglior modo di punire la loquacità di uno sciocco è quello di lasciarlo ciarlare liberamente; chi gli dà sulla voce impedisce alla sua grulleria di rilevarsi intera (E. Bevilacqua)


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