“Lo ricordo sempre quando mi chiedono delle mie più grandi soddisfazioni: fra queste, oltre alla vittoria in Coppa del Mondo o le coppe alzate, c’è l’aver espugnato Anfield Road a Liverpool col Genoa“. A ricordarcelo al telefono, con la pacatezza e la tranquillità di chi ne ha sollevati molti di trofei, non in ultimo la Coppa del Mondo a Spagna ’82, è Fulvio Collovati, ex rossoblu con 72 presenze all’attivo sotto la Lanterna rossoblu. Lo abbiamo contattato telefonicamente per farci delineare un bilancio del girone d’andata di questa Serie A.

Il tuo bilancio sul girone d’andata?

“Per quanto riguarda la classifica, nulla di nuovo. La Juventus si conferma la squadra migliore, soprattutto con l’acquisto di Cristiano Ronaldo. Se su diciannove partite ne ha vinte diciassette e pareggiate due, è la Juventus dei record. Con un Ronaldo in più. Il Napoli è l’anti-Juve, c’è un ritorno delle milanesi a partire dall’Inter. Il Milan si giocherà il quarto posto assieme a Roma e Lazio. C’è un grande equilibrio per quanto riguarda le seconde linee come Atalanta, Sampdoria, Torino. Quelle squadre che sono ai margini dell’Europa League e potranno lottare per questo piazzamento. Il Genoa, invece, non penso avrà problemi per la salvezza. Infine vedo Chievo e Frosinone che, se non sono già condannate, difficilmente, dopo aver fatto pochi punti nel girone d’andata, possono tenere una media da Europa League. Il protagonista principale di questo girone d’andata è stato il VAR, questa è la realtà. Gli arbitri ormai arbitrano essendo sempre più propensi ad appellarsi alla tecnologia. È un calcio sempre più tecnologico”. 

Cosa rappresenta per il calcio italiano e il Genoa il ritorno di un allenatore come Prandelli?

Si parla del ritorno di un allenatore che, oltre ad aver allenato la Nazionale, è stato tecnico di Roma, Fiorentina, prima di Verona e Atalanta. Ha allenato anche squadre di grande livello, andando anche all’estero. Il suo ritorno è ben augurante, anche perché ho sempre avuto l’idea che quando un allenatore arriva ad allenare la Nazionale ha evidentemente qualità e non ci arriva per caso. Al Genoa può dare molto in termini di esperienza. E quando parli di esperienza parlo di conoscenza del calcio sia ad alti che a bassi livelli, avendo allenato anche squadre che lottavano per traguardi inferiori. Dal mio punto di vista, la sua mentalità può portare il Genoa anche ai margini dell’Europa League. Ma ci vuole pazienza: i progetti non si fanno in sei mesi, in un anno oppure in corsa. Si fanno nel giro di tre anni“.

Gli ultimi quattro anni della mia carriera al Genoa sono stati indimenticabili e sono coincisi con gli anni migliori del Genoa nel dopoguerra. Ritengo di essere stato fortunato a fare parte di un grande Genoa, lavorando con grandi allenatori. Lo ricordo sempre quando mi chiedono delle mie più grandi soddisfazioni: fra queste, oltre alla vittoria in Coppa del Mondo o le coppe alzate, c’è l’aver espugnato Anfield Road a Liverpool. Non è una cosa da tutti i giorni. Se ne sono accorte tante altre squadre italiane, come il Napoli in questa stagione. I colori rossoblu resteranno sempre nel mio cuore”. 


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