Caro Gesù Bambino, per la gara di sabato prossimo con l’Atalanta assistici a non prendere inutilmente cartellini gialli e rossi senza motivo nei primi minuti di gara per di più a centrocampo. Assistici nel non prendere più gol su palloni inattivi guardando lo spazio e non l’uomo, di non schiacciarci davanti a Radu impossibilitato a parare, di chiudere le partite prima quando lo si meriterebbe e di chiudere il rubinetto alla voce gol subiti, troppi se hai l’obiettivo della salvezza. 

Assistici quindi nel permettere a Piatek di continuare a buttarla dentro e a Kouamè di rompere con la forza fisica le difese avversarie. 

Fa’ che Sandro e Veloso aumentino la loro autonomia aerobica troppo utile al gioco del Grifone, che i calciatori imparino il regolamento alle regole 11 e 12 e che almeno qualcuno conosca il Protocollo VAR e chieda di rispettarlo al direttore di gara. 

Fa’ in modo che le voci di denuncia crescano quando il Genoa viene defraudato; che nelle difficoltà ci si compatti ancora una volta per rendere il “Ferraris” un catino infernale per gli avversari; che si metta un tappo alla voce “non vittorie” che dura da fine settembre; che, infine, non si decida più di fare giocare il Genoa al mercoledì e poi al sabato alle 15 quando ci sono squadre che, impegnate in Europa a metà settimana, poi godono di slittamenti di partite addirittura sino al martedì. 

Donaci che Prandelli giochi da Prandelli senza braccino corto, che l’arbitro faccia il giudice dimenticandosi di essere un uomo e che il VAR vigili non a uso e consumo di chi è davanti agli schermi.

Sono tante le raccomandazioni, ma dopo la batosta non giusta (e non solo con la Roma) il Vecchio Balordo deve tornare alla vittoria.

Il problema per i 14 che scenderanno in campo sabato pomeriggio sarà sopratutto psicologico perché pensano di giocare bene e meglio, ma non vincono paradossalmente con il capocannoniere del campionato.

Il Grifone contro la Dea ha più di una motivazione giusta: riprendere il cammino in classifica, levare cattivi pensieri e parole sul suo conto senza specchiarsi nella classifica di chi sta dietro.


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