Quest’oggi, nel consueto martedì dedicato al campionato e all’ultima giornata, abbiamo raggiunto telefonicamente Sebastiano Vernazza, che per la Gazzetta dello Sport aveva già seguito il Genoa nella difficile trasferta di Torino contro la Juventus. Ci siamo fatti raccontare le sue sensazioni dopo il pareggio dello Stadium e che impatto possa avere sul campionato.

Partiamo dal pareggio dello Stadium fra Juventus e Genoa. Cosa significa anzitutto per i rossoblu questo risultato.

“Per il Genoa è un risultato storico: è la prima squadra al mondo, non solo in Italia, ad aver fermato la Juventus di Cristiano Ronaldo, che aveva sempre vinto sia in Serie A sia in Champions League. Un’altra prima volta del Club più Antico d’Italia. Sul piano strettamente tecnico, la gara ha detto una cosa importante: con Romero il Genoa ha trovato – anche se una partita non può fare Primavera – un ragazzo forte, con grandi margini di crescita.

In tutta onestà, sul piano del gioco sono un po’ più scettico. Nel primo tempo si è visto un Genoa un po’ troppo “passaggioso”, se mi passate il termine. C’era questo tentativo di uscire palla al piede ma si finiva in un giro palla abbastanza sterile. È andata meglio nel secondo tempo, quando il Genoa si è difeso senza “se” e senza “ma” ed è ripartito più per linee verticali che orizzontali. E infatti è stato più pericoloso”. 

Che impatto ha avuto sul campionato questo pareggio? E che valore hanno le immediate vittorie di Napoli ed Inter, che hanno rosicchiato due punti alla Juventus?

Il campionato è ancora vivo, ma meglio sgombrare il campo dagli equivoci: questa Serie A, a mio avviso, può perderla solamente la Juventus se per caso decide di puntare sulla Champions League, vero obiettivo stagionale. L’acquisto di Cristiano Ronaldo non serviva per vincere il centesimo scudetto di fila, ma quella Champions che manca da ventidue anni. Possibile che più avanti, in coincidenza con le partite ad eliminazione diretta dalla Champions, la Juventus conceda qualcosa: però non c’è dubbio che la Juventus in questo momento sia nettamente superiore a qualunque altra squadra del campionato italiano”.

Di un campionato ancora vivo può beneficiare sicuramente ciò che si vedrà in campo. In tal senso, come interpreti le parole di Simone Inzaghi dopo la difficile vittoria di Parma, che ha detto che il campionato in corso è probabilmente un po’ più competitivo di quello scorso? È davvero così?

“Ho qualche dubbio. L’anno scorso c’era una squadra, il Napoli di Sarri, andata vicinissima alla Juventus e, per qualche tempo, rimasta anche davanti ai bianconeri. Si aveva l’impressione che il Napoli fosse davvero ad un centimetro dal vincere il campionato. Quest’anno si ha la sensazione che questa squadra non ci sia: il Napoli di Ancelotti è diverso, meno definito, anche se probabilmente più strutturato e regolare. In termini ciclistici, più un “passista”. Ma non credo, al momento, che questo campionato rimanga già squilibrato di quello dell’anno scorso”.

Dopo il derby vinto dall’Inter sono scoppiate nuovamente le polemiche su Donnarumma, anche se i problemi del Milan non sono solamente riconducibili a lui

“Quell’errore lì è figlio della deconcentrazione. Il Milan aveva già considerato chiusa la partita e infatti la difesa era schierata malissimo. In quanto a Donnarumma, ci dimentichiamo che si parla di un 19enne che la scorsa estate ha vissuto due mesi travagliatissimi. Si è trovato in mezzo fra l’incudine di una società che aveva la necessità di rinnovargli il contratto e non farselo sfuggire a pochi milioni in prossimità della scadenza ed il martello del suo procuratore, che faceva un gioco al rialzo, sporco ma legittimo. Donnaruma ci si è trovato in mezzo. Oggi gli imputano il suo contratto da sei milioni, ma nessuno gli aveva puntato una pistola alla testa per firmare quel contratto lì. La dinamica è normale, chiunque avrebbe agito così. E comunque un portiere non si giudica per i soldi che guadagna, ma per ciò che fa in campo. È ancora giovane, ha sbagliato molto – ancora sbaglierà – e deve fare esperienza. Un portiere si valuta meglio tra i 25 e 30 anni”.

Ventura e il Chievo?

“Mi viene da dire “ma chi gliel’ha fatto fare a Ventura”. A settant’anni è venuto fuori a fatica dalla storica mancata qualificazione al Mondiale e per tornare in pista sceglie il Chievo, una squadra che ha un’infinità di problemi in campo e fuori dal campo. Secondo me ha sbagliato. Il campionato è ancora lungo e magari farà l’impresa, ma oggettivamente al suo posto avrei aspettato un’ipotesi già propizia. Si è rimesso in giro nel posto peggiore”.

E invece questo Torino che per la seconda volta si fa recuperare due reti da situazione di vantaggio?

“Il Torino ha fatto una bella squadra, comprando alcuni giocatori importanti come Meitè. Sono sempre stato abbastanza critico verso il calcio di Mazzarri. Non che non sia un bravo allenatore, ma fa praticare un calcio un po’ troppo speculativo. Talvolta dovrebbe essere un po’ meno difensivista perché alla fine paga e si complica la vita”.

Concludendo: questo è l’anno della consacrazione di Giampaolo alla Sampdoria?

“Sul fatto che Giampaolo sia un grande allenatore non ci sono più dubbi. Sono anni che una squadra di Giampaolo la riconosci senza magari sapere che in panchina c’è lui. Di Giampaolo mi piace molto la linea difensiva: questa linea a quattro rasenta spesso la perfezione. Gli manca il salto di qualità: non si è mai messo in gioco in una grande squadra. Cosa farebbe in una grande squadra? Potrebbe lavorare come lavora in piazze già e tranquille. Questa è la grande domanda. Sarei curioso di vedere se questa sua forte idea di calcio riuscirebbe a trasferirla anche in una grande squadra”. 

DI SEGUITO L’AUDIO CON LE PAROLE DI SEBASTIANO VERNAZZA


Statistiche Serie A, Genoa e Juventus macchine da gol. Bologna ancora senza reti in trasferta