Sassuolo Genoa 5 a 3. Realtà romanzesca al Mapei Stadium di Reggio Emilia. Blackout di 13 minuti del Vecchio Balordo, che incassa quattro reti dopo trenta minuti di buon gioco, gol, parate del portiere Consigli e barbe al pali sassolesi.

Il Sassuolo in 13 minuti ha realizzati 4 reti. E non è un paradosso ma neanche una logica da umoristi: tre reti sono frutto di errori dei calciatori genoani (su fallo laterale, su respinta assist di Marchetti e autogol da Gialappa’s di Spolli) che non si dovranno e potranno rivedere.

Vedendo le formazioni ad inizio partita, in particolare quella di De Zerbi, si poteva pensare ad un regalo del tecnico sassolese. Il 4-3-3 o 4-3-1-2 senza la velocità di Di Francesco in campo e con dentro Babacar. Tutto veniva in qualche modo avallato dai primi 30′ di gara del Grifone che volava. Poi, improvvisamente, sono venuti a galla i libri di testi di Coverciano confermando che la difesa a tre, marcando ad uomo nell’uno contro uno, soffre e perde con tre attaccanti di ruolo.

La tattica del Genoa e di Ballardini – anzi, qualsiasi strategia tattica o di numeri di modulo – avrebbe fatto crac alla luce non solo degli errori clamorosi ma anche delle transizioni sbagliate in avvio di azione e della mancata fase difensiva pronta a fare filtro. Gli errori ci sono stati – e anche evidenti – ma Ballardini dovrà ragionare sull’assetto futuro rossoblu anche senza un play di ruolo .

Problema che non sarà facile da risolvere prima della gara con il Bologna considerato che a Pegli mancheranno 10 calciatori in giro con le nazionali. Di buono dalla partita al Mapei bisogna estrapolare i gol di Piatek, il quale con tre palloni giocati a centro area ha senato altri due gol, e poi gerovital Pandev. Tutti gli altri, compreso capitan Criscito, da rivedere.

Di buono c’è stato anche l’atteggiamento di Ballardini nel secondo tempo con il 4-2-3-1 e addirittura il 4-2-4 finale, con parziale riuscita del recupero risultato. Tutti moduli che hanno risentito della mancanza del metronomo, quello che detta i tempi della manovra. Non male Bessa quando è subentrato, non male anche la difesa a quattro che ha costretto il Sassuolo di De Zerbi a passare da tre attaccanti a sei centrocampisti in campo.

Prova di coraggio di Ballardini con Preziosi in Tribuna, nero non solo nell’aspetto ma anche nei pensieri. Tante saranno adesso le discussioni per 15 giorni sul futuro tattico del Genoa, Ballardini cercherà soprattutto organizzazione oltre a chi rivestirà il ruolo di playmaker se perdurerà l’assenza di Sandro.

I nodi nel calcio vengono sempre al pettine: meno male che quelli genoani sono arrivati alla seconda gara, anche se la sconfitta brucerà molto visto come è arrivata. Dall’altare nella polvere non è solo un brutto ricordo per Ballardini e i Genoani sempre encomiabili anche al Mapei, i migliori in campo con le maglie rossoblu a quarti che non hanno mai smesso di cantare e incitare no solo il Genoa ma anche Genova.

Sull’arbitro mondiale Rocchi poco da dire. Ha confermato che di Piccinini, arbitro della Can B al VAR, ne poteva fare a meno non ascoltandolo. Visto almeno un presunto calcio di rigore per il Vecchio Balordo che poteva essere rivisto nei pollici del Var.


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