La vittoria di sabato col Crotone ha quasi sancito la salvezza in casa genoana, manca ancora la certezza matematica ma possiamo dire che Ballardini e il suo staff hanno centrato l’obiettivo prefissato. Oggi i rossoblu sono impegnati nella difficilissima trasferta di Roma, contro i giallorossi di Eusebio Di Francesco galvanizzati dall’eliminazione del Barcellona in Champions e alla conquista di un posto al sole nella più prestigiosa coppa europea.

Uno sguardo generale sulla Roma.

Di Francesco, che ha dimostrato sul campo il suo enorme valore, è un tecnico moderno  molto preparato e sta dimostrando un intelligenza non comune. La Roma odierna ritorna al 4-3-3 dopo che per due partite è scesa in campo con il 3-4-2-1, cambio di modulo che ha dato i frutti sperati. Di Francesco oggi farà giocare alcune seconde linee, ma questo non vuol dire che sottovaluta l’avversario, solo che siamo agli sgoccioli della stagione ed avendo ancora due obiettivi da centrare nulla va lasciato al caso.

L’analisi reparto per reparto.

In porta Alisson gigantesco brasiliano, attualmente uno dei tre-quattro portieri più forti al mondo. Ha una fisico imponente, ma è ugualmente reattivo e svelto tra i pali, ottimo con i piedi è nelle uscite basse, se proprio bisogna trovargli un neo direi che sulle palle alte ha qualche piccola incertezza. I quattro difensori sono Florenzi, Fazio, Jean Jesus e Kolarov. Florenzi, esterno di destra, è il jolly della squadra, veloce e resistente, pericoloso quando è lanciato nello spazio. Ultimamente ha dato qualche dispiacere all’amico Perin, ma in fase difensiva talvolta ha qualche titubanza. Kolarov è l’esterno di sinistra, i cross e i tiri da lontano sono le sue doti più spiccate: mancino puro usa il piede destro raramente e, nonostante l’altezza importante, nel gioco aereo ha qualche impaccio.

La coppia centrale Fazio-Jean Jesus è ben assortita ed omogenea. Fazio è giocatore d esperienza e carisma, non è veloce, ma supplisce a questa lacuna con un’intelligenza tattica notevole. E’ bravissimo nel gioco aereo e comandante dei movimenti difensivi. Jean Jesus ha passo e gamba: sportivamente cattivo, a volte è troppo irruento e sgraziato nelle sue entrate, ma Di Francesco ha migliorato il suo rendimento.

Il centrocampo.

Oggi sarà formato da Pellegrini, Gonalons e Nainggolan: un reparto con gamba, forza e capacità di inserimento, ma a mio parere con poca qualità e fantasia. Pellegrini, prodotto del vivaio romanista, ha facilità di corsa e buona tecnica, gli inserimenti senza palla sono il suo pezzo forte. Gonalons, arrivato l’estate scorsa nella Capitale, non ha ancora mostrato in toto le sue qualità: è l’uomo d’ordine, colui che detta i tempi della squadra. Giocatore mono-passo, ordinato ma nulla più, anzi sopravvalutato. Infine Nainggolan: il belga quando sta bene fisicamente è un giocatore di livello superiore, ha forza, coraggio, corsa ed è pericolosissimo coi tiri dalla media e lunga distanza. De Rossi, anima e bandiera del gruppo, non dovrebbe partire dall’inizio: il capitano ha comportamenti a dir poco irriguardosi verso arbitro, compagni ed avversari, come dimostrato nella partita d’andata, comunque possiede piedi buoni e intelligenza tattica anche se la mobilità è ormai limitata.

L’attacco.

Under, Dzeko e El Sharaawy compongono un ottimo reparto, dove Dzeko, visto il suo rendimento, la fa da padrone.  Under, giovane turco, è mancino di piede anche se la sua fascia d’appartenenza è la destra: veloce e con ottimo spunto, ha un tiro forte e preciso, ma a volte si intestardisce nel dribbling. L’ex rossoblu El Sharaawy occupa la fascia sinistra, alterna giocate da autentico fuoriclasse ad errori pacchiani, è molto migliorato nella lettura della partita e in chiave tattica, ha buon passo e va sovente all’ uno contro uno. Dzeko è il giocatore che fa la differenza: letale dentro i 16 metri, ha imparato a giocare con la squadra e per la squadra, è forte di testa e di piede, e nonostante una statura importante sa muoversi anche in spazi brevi.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase offensiva corner e punizioni da calciare con il piede mancino sono quasi sempre competenza di Kolarov, raramente ci pensa Under. I corner con il destro li calciano El Sharaawy e/o Florenzi. I due centrali salgono e con Gonalons e Pellegrini formano il gruppo di saltatori. Nainggolan staziona al limite dell’’area per sfruttare con il suo tiro le corte respinte. Essendo Di Francesco un tecnico che lavora molto durante la settimana sulle palle inattive bisognerà prestare notevole attenzione a schemi preordinati. In fase difensiva si dispongono a zona, alcune volte hanno marcature stabilite prima, e anche se Alisson non esce volentieri dalla porta la sua fisicità si fa sentire.

Concludendo?

Quella di oggi è una partita quasi proibitiva, ma fare uno scherzetto agli “amici” giallorossi sarebbe veramente tanta roba, levare il sorriso dalle labbra di De Rossi e compagni farebbe felici molti cuori rossoblu: non ci resta che aspettare, i sogni ogni tanto si avverano.

LE ULTIME DI FORMAZIONE

ROMA (4-3-3): Alisson; Florenzi, Fazio, Juan Jesus, Kolarov; Pellegrini, Gonalons, Nainggolan; Under, Dzeko, El Shaarawy. Allenatore: Eusebio Di Francesco.

GENOA (3-5-2): Perin; Rossettini, El Yamiq, Zukanovic; Rosi, Rigoni, Bertolacci, Hiljemark, Migliore; Pandev, Lapadula. Allenatore: Davide Ballardini.

Articolo precedenteLa Rassegna Stampa: Mercoledì 18 Aprile
Articolo successivoGran lavoro di De Canio, Grassadonia fa bene a crederci
Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.