Le grandi sfide di questa 32° giornata, da Atalanta-Inter a Milan-Napoli, si sono spente con pochissime polemiche di natura arbitrale offuscate da due 0-0 che hanno delineato una classifica diversa alla luce della vittoria della Juventus e dell’altro pareggio a reti bianche fra Lazio e Roma. Ma la giornata era cominciata sabato con, fra le altre, anche la sfida del “Ferraris” e le polemiche per un fallo di Bani, difensore del Chievo scuola Genoa, su Ansaldi (Torino) che verificatosi al limite dell’area non solo non è stato definito come fallo, ma non ha neppure portato a sanzioni per il difensore clivense, che sarebbe stato poi espulso successivamente per un intervento più da giallo che da rosso.

GENOA-CROTONE: Irrati e Pairetto, al VAR, lavorano in almeno tre occasioni per cercare di dare giustizia a una partita dominata, nel primo tempo, dal Genoa. E non a caso gli episodi contestati sono tutti nel primo tempo. Si parte al 3′ di gioco quando addirittura sono due contemporaneamente le cadute in area di rigore crotonese su sviluppi di calcio d’angolo. Spolli e Galabinov lamentano delle trattenute che Irrati, ben appostato al limite dell’area, deve valutare come reciproche nei confronti dei difensori. Resta qualche dubbio nei sette minuti successivi.

Sette minuti che portano al penalty – prima concesso e poi revocato – che arriva al decimo di gioco quando Galabinov serve Medeiros: quest’ultimo nel tentare di saltare Cordaz cade a terra. Coperto dal corpo del portiere del Crotone, Irrati ha la visuale ostruita e concede senza troppi fronzoli il calcio di rigore. Ma sarà giusto non convalidarlo e andarlo a rivedere al VAR: da prospettiva inversa Medeiros non viene toccato dal portiere avversario. Reciproca e non così fallosa anche l’ostruzione in corsa tra Galabinov e Faraoni in occasione del primo gol genoano, poi decisivo ai fini del risultato: il difensore calabrese terrà in gioco Bessa al momento di ribadire in rete. Galabinov al momento del contatto è chiaramente concentrato sul pallone che gli sta per arrivare; analoga situazione per Faraoni. Scontro di gioco che non evidenzia un chiaro errore di valutazione da parte di Irrati. Pur vero che Zenga aprirà una parentesi polemica nel post gara, ma neppure lui apparirà troppo convinto del fatto che vi fossero gli estremi per annullare la rete genoana, in quella fase dell’incontro ampiamente meritata.

FIORENTINA-SPAL: episodio all’undicesimo con un calcio assegnato da Orsato per un calcio, l’ultimo di una lunga serie e non violento, di Vitor Hugo su Felipe. Corretto andare a rivederlo al VAR (Pasqua) e portare Orsato a tornare sui propri passi.

SASSUOLO-BENEVENTO: resta qualche dubbio in più sulla scelta di Gavillucci in pieno recupero di primo tempo di assegna una punizione dal limite per fallo di Magnanelli su Tosca. Il VAR (Manganiello) interviene per verificare dove sia iniziato realmente il contatto e conferma la decisione del direttore di gara dopo un paio di minuti. Restano però molti dubbi perché l’intervento sembra partire sulla riga e concludersi dentro l’area di rigore neroverde.

LAZIO-ROMA: la ciliegina sulla torta, in una giornata dalle polemiche assai contenute, arriva all’Olimpico dove si rinnova il fitto e controverso versante dei falli che da gialli andrebbero tramutati in rossi. Si ricordi Behrami su Biraschi a Udine. La domanda sul dove fosse Mazzoleni rispetto all’intervento a gamba tesa e alta su Parole da parte del difensore giallorosso Juan Jesus (che col rosso avrebbe saltato la gara contro il Genoa, ndr) è presto risolta: a non più di due metri dall’azione con la visuale perfettamente aperta e non coperta. Non si capisce perché il VAR non abbia chiesto di ritornare sui propri passi all’arbitro. Manca dunque un rosso alla Roma così come mancherebbe il secondo alla Lazio, che prima di Radu avrebbe dovuto vedersi mandare fuori anticipatamente Lucas Leiva per somma di cartellini.