Conquistato l’ennesimo prezioso punto nella trasferta di Torino, il Genoa è atteso dall’insidiosa partita casalinga contro il Sassuolo. Dopo il cambio in panchina, via Bucchi e al suo posto il più esperto Iachini, la squadra emiliana ha cambiato passo e ha conseguito risultati importanti, non ultimo il pari contro la Roma in trasferta.

Cominciamo da Iachini.

Odiatissimo dalla Gradinata Nord per il suo passato sulla panchina blucerchiata e per certe parole che un professionista non dovrebbe nemmeno pensare, è comunque un allenatore che pretende dai suoi uomini tanta grinta e altrettanto agonismo. Non dà certamente l’impressione di essere allenatore tutto tattica e tecnica.

Come gioca il Sassuolo?

Con un 4-3-3 di vecchia data, con schemi ben precisi ed automatizzati. Gli uomini sono quasi gli stessi della scorsa stagione. Si tratta di un squadra che gioca molto su Magnanelli e che si affida in modo particolare all’imprevedibilità di Berardi e Politano.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Consigli fa della regolarità la sua arma: parliamo di un buon portiere in tutte le caratteristiche del ruolo, difficilmente il suo rendimento scende sotto la sufficienza. La linea difensiva è formata da Lirola, Goldaniga, Acerbi e Peluso. Il leader è Acerbi, bravo di testa e nell’anticipo: cattivo sportivamente parlando, entra spesso in scivolata. Goldaniga, l’altro centrale, è un giovane di buona prospettiva, ha nel colpo di testa il suo maggior pregio, ma non è rapidissimo nel breve e talune volte perde la marcatura. Gli esterni bassi sono Lirola a destra e Peluso a sinistra. Lirola ex delle giovanili della Juventus, gioca con la tranquillità di un veterano nonostante la verde età, e scende spesso palla al piede: pericolosi i suoi inserimenti nella metà campo avversaria. Peluso gioca sull’altra fascia, è provvisto di buon piede sinistro anche se arriva a fondo campo difficilmente: sembrava un giocatore pronto per palcoscenici importanti anche in chiave Nazionale….

Il centrocampo.

È composto da tre giocatori. Magnanelli, leader e bandiera dei neroverdi, il cervello della squadra, non ha un passo eccelso, ma la palla passa dai suoi piedi velocemente. E’ lui che guida il pressing sui giocatori avversari, anche se poi gioca poco in verticale. Missiroli e Duncan sono gli interni di centrocampo. Il primo, giocatore di movimento ed instancabile, tatticamente intelligente, è un punto di riferimento importante e ha buoni fondamentali. Il secondo è atleta forte fisicamente, dotato di un ottimo e potente sinistro, però molte volte va fuori giri e mette in difficoltà la squadra nella fase di pressione.

L’attacco.

I due esterni offensivi sono Berardi a destra e Politano a sinistra. Berardi ha grandi qualità, ma ancora non è riuscito a fare il grande salto in squadre di livello superiore, probabilmente per motivi caratteriali. Tutto mancino ed ottimo dribbling, casca al minimo contatto, soffre il clima da battaglia. Politano sulla fascia sinistra, classico brevilineo, mette in difficoltà chiunque giochi davanti a lui: sta attraversando un ottimo periodo, è molto pericoloso quando punta la porta. Falcinelli è l’attaccante centrale: fisicamente prestante, ha buona tecnica e colpisce bene di testa, ma ha momenti in cui stacca la spina. Iachini utilizza spesso Matri, nostro ex giocatore, sempre pericoloso dentro l’area di rigore, anche se l’ex juventino non aiuta molto la squadra.

Come si comportano sulle palle inattive?

Su corner e punizioni laterali a sfavore si schierano a zona e sono molto attenti nelle marcature. In fase offensiva i corner vengono calciati da Berardi e Politano e i due centrali difensivi, molto bravi nel gioco, salgono in avanti. Anche Missiroli, Falcinelli e Peluso hanno una statura importante e possono creare problemi. Dal limite dell’area sia Berardi sia Politano sanno farsi valere con discreta precisione. I neroverdi eseguono anche schemi preparati in settimana.

In conclusione?

Sarà una partita da giocare con giudizio e razionalità. Ora che il ghiaccio è stato rotto, con la prima vittoria casalinga, contro il Benevento, bisogna continuare per iniziare il girone di ritorno nel migliore del modi e tirarsi fuori dai bassifondi della classifica. E anche per far uscire il “nemico” Iachini da Marassi senza sorriso sulle labbra.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.