Abbiamo cercato di ripercorrere, affidandoci a quello che è stato, il percorso di mister Ballardini nelle precedenti esperienze in rossoblu, mettendo in luce punti di contatto e differenze tra la prima e la seconda salvezza. La chiamata alle armi è arrivata forte e chiara già dopo il derby e la voglia è di riportare la nave sulla giusta rotta: Ballardini si è già rimesso al timone alla ricerca di orizzonti più limpidi.

STORIA, NUMERI E MODULI DEL BALLARDINI PRIMO (stagione 2011/2011)

IL CALENDARIO DEL BALLARDINI PRIMO –  Davide Ballardini porta per la prima volta il suo “pugno come gesto affettuoso” in Liguria l’8 novembre 2010. A Gasperini è fatale la sconfitta di Palermo per mano di Pinilla e il tecnico ravennate è chiamato a far dimenticare la memoria dell’allenatore che aveva riportato i rossoblu non soltanto nella massima serie, ma anche in Europa nella stagione immediatamente precedente. Il tutto a suon di 3-4-3. I rossoblu sono in un folto gruppo di formazioni ad undici punti, a sole tre lunghezze di vantaggio dalla zona retrocessione, e Ballardini costruisce la salvezza del Grifone dando una sua quadratura al materiale tecnico che aveva il Genoa in quel momento, acquisendo la matematica con tre giornate di anticipo pur avendo appena perso a Napoli: è il 30 aprile 2011. La sua storia era partita alla 12° giornata, al “Ferraris” contro il Bologna:

  • Genoa-Bologna 1-0
  • Cagliari-Genoa 0-1
  • Genoa-Juventus 0-2
  • Brescia-Genoa 0-0
  • Lecce-Genoa 1-3
  • Genoa-Napoli 0-1
  • Sampdoria-Genoa 0-1 (recuperata a febbraio: era stata rinviata per neve il 19 dicembre)
  • Genoa-Lazio 0-0
  • Cesena-Genoa 0-0
  • Genoa-Udinese 2-4
  • Genoa-Chievo 0-0
  • Genoa-Parma 3-1
  • Fiorentina-Genoa 1-0
  • Genoa-Milan 1-1
  • Bari-Genoa 0-0
  • Genoa-Roma 4-3
  • Catania-Genoa 2-1
  • Inter-Genoa 5-2 (il Genoa è a sette punti di vantaggio dalla zona retrocessione)
  • Genoa-Palermo 1-0
  • Bologna-Genoa 1-1
  • Genoa-Cagliari 0-1
  • Juventus-Genoa 3-2
  • Genoa-Brescia 3-0
  • Genoa-Lecce 4-2
  • Napoli-Genoa 1-0 (il Genoa è a +10 sul terzultimo posto: è aritmeticamente salvo)
  • Genoa-Sampdoria 2-1
  • Lazio-Genoa 4-2
  • Genoa-Cesena 3-2

I NUMERI DEL BALLARDINI PRIMO – Il Genoa chiude decimo a 51 punti. Ballardini ne ha fatti 40 in 28 partite (media 1,42 a partita) e colleziona 11 vittorie, 7 pareggi e 10 sconfitte. Mantiene imbattuta la porta del Genoa in dieci occasioni, vincendo entrambi i derby e mai perdendo gli scontri diretti con le tre squadre che sarebbero poi retrocesse (Sampdoria, Brescia, Bari). Col Brescia farà 4 punti, con la Sampdoria 6, col Bari uno (ma l’andata Gasperini aveva vinto per 2-1 al “Ferraris”). Ad ogni modo, più del 25% dei punti utili alla salvezza dei rossoblu furono raccolti proprio con le dirette concorrenti. Si consideri anche il dato con la 15°, 16° e 17° della classifica di quella stagione 2010/11. Col Cesena (15°) il Genoa farà 4 punti, col Bologna altri 4 e sei con il Lecce. Sommati agli undici conteggiati in precedenza, fanno 25 punti su 51: metà della propria classifica il Genoa di quell’anno se la costruì facendo punti contro le ultime della graduatoria. Con le big il rapporto sarebbe stato più conflittuale e molto meno redditizio: rimarranno tuttavia nella memoria la rimonta eroica contro la Roma (da 3-0 a 4-3 in un tempo) e il pareggio col Milan a “San Siro”. Altra curiosità: quel Genoa non lasciò mai passare più di due partite senza andare a punti.

L’IDEA DI GIOCO DEL BALLARDINI PRIMO – Le prime due gare a punti, con Bologna e Cagliari, vengono giocate dall’inizio col 4-3-3. Poi la serenità mentale di aver fatto sei punti in due gare e non aver subito gol permettono un passaggio graduale al 4-3-1-2. Infine, dalla gara di Coppa Italia contro l’Inter del 12 gennaio 2011 (vinta 3-2 dai nerazzurri, ndr), il passaggio al 4-4-2, modulo che traghetterà il Grifone sino al finale di stagione con quella traquillità che a inizio stagione era venuta a mancare. Quell’anno Kucka e Milanetto erano i centrali di centrocampo, mentre Rossi svariava prevalentemente a sinistra e Rafinha a destra, con Floro Flores e Palacio coppia d’attacco consolidata. La difesa il reparto meno cambiato, salvo necessità: Mesto a destra, Dainelli e Kaladze centrali, Criscito a sinistra.

STORIA, NUMERI E MODULI DEL BALLARDINI SECONDO (stagione 2012/2013)

Messa da parte con qualche polemica la parentesi cagliaritana, Ballardini torna sotto la Lanterna nel gennaio 2013 per sostituire Luigi Delneri, appena battuto in casa dal Catania. Il tecnico ravennate raccoglie un Grifone capace di fare solo 8 punti nelle ultime dieci giornate e si trova a dover gestire una situazione ben più complessa che un anno e mezzo prima: anzitutto il Genoa è già entrato nel girone di ritorno e le partite a disposizione per dare una svolta sono addirittura dieci in meno. In più si trova già virtualmente retrocesso con 17 punti e soli tre di vantaggio dall’ultima piazza, occupata dal Siena, partito però con sei punti di penalizzazione. La sua seconda avventura in rossoblu parte dallo Juventus Stadium:

  • Juventus-Genoa 1-1
  • Genoa-Lazio 3-2
  • Parma-Genoa 0-0
  • Genoa-Udinese 1-0
  • Palermo-Genoa 0-0
  • Roma-Genoa 3-1
  • Genoa-Milan 0-2
  • Fiorentina-Genoa 3-2
  • Genoa-Siena 2-2
  • Napoli-Genoa 2-0 (il Genoa si ritrova penultimo in classifica dopo questo KO)
  • Genoa-Sampdoria 1-1
  • Genoa-Atalanta 1-1
  • Chievo-Genoa 0-1
  • Genoa-Pescara 4-1
  • Torino-Genoa 0-0
  • Genoa-Inter 0-0
  • Bologna-Genoa 0-0

I NUMERI DEL BALLARDINI SECONDO – Il Genoa, di fatto, riparte con Ballardini col morale abbattuto da un inizio di stagione deficitario, ma è capace di restare imbattuto per cinque giornate, dalla 22° alla 26°, prima di capitolare a Roma contro la Lupa giallorossa. Il Genoa però ha già messo in poco più di un mese cinque punti di distanza tra sé e la terzultima piazza del campionato. Un vantaggio che verrà “dissipato” nelle successive tre giornate quando tre impegni quasi proibitivi con Roma, Milan e Fiorentina portano a tre sconfitte e allo scontro diretto col Siena, al “Ferraris”, a un solo punto di vantaggio sui toscani. E considerato che il Palermo nella stessa giornata (30°) batterà al “Barbera” la Roma, i rossoblu si ritroveranno ancor più pericolosamente invischiati nella lotta salvezza. Inizia un altro mini campionato nel campionato: sono le ultime otto giornate.

Otto giornate che senz’altro non si aprono al meglio visto che il Genoa perde 2-0 al “San Paolo” e piomba penultimo. Si risolleva con partite nervose, tirate, che trovano nel gol vittoria di Borriello al “Bentegodi” (il sottoscritto c’era, ndr) un’immagine emblematica di quale stagione si stesse vivendo. Si apre un altro miniciclo per i rossoblu, che dal derby di ritorno alla gara di Torino valida per la matematica salvezza concluderanno la stagione con tre consecutivi 0-0 e con sei pareggi nelle ultime sette partite.

La seconda salvezza ballardiniana è frutto di un ciclo iniziale da 9 punti in cinque partite, per dare una svolta iniziale, e successivamente di un cinico e pragmatico filotto di sei pareggi e una vittoria negli ultimi sette turni di quel campionato 2012/2013. A dire male al Genoa saranno specialmente gli incroci con le big, che il calendario aveva messo l’uno dietro l’altro. In termini meramente statistici, le partite sotto la guida Ballardini saranno 17, frutteranno 3 vittorie, 10 pareggi e 4 sconfitte e un bottino di 19 punti (1,11 a partita).

L’IDEA DI GIOCO DEL BALLARDINI SECONDO – Al suo arrivo, e almeno per le prime 7/8 giornate, l’idea di gioco adottata dal Genoa di Ballardini avrebbe fatto pensare a uno schieramento da 3-5-1-1. Manfredini, Portanova e Granqvist assicurano solidità, centimetri e fisico in fase difensiva (in media non subirono mai più di un solo gol a partita, ndr), ma vengono aiutati in copertura da Cassani e Moretti, che innescano rispettivamente le catene di destra e sinistra. Quel Genoa prevedeva, per lo più, Matuzalem vertice basso di centrocampo, Bertolacci vertice alto e Rossi e Kucka mezze ali – quando non esterni destri o sinistri – dotati di spiccate caratteristiche difensive anche in fase di transizione e copertura. Attacco affidato saldamente a Borriello o Floro Flores, con minore spazio destinato ad Immobile. Le 3/4 occasioni in cui si è giocato a quattro, la scelta è stata di arretrare Antonelli o Moretti sulla linea di difesa, nella zona di sinistra, e conseguentemente cambiare gli interpreti a centrocampo, sfruttando anche le potenzialità di profili come Rigoni o Vargas.

Occhi al Pio: la sfida in famiglia chiude i lavori. La ripresa martedì a braccetto col Crotone