Anche domenica scorsa per il Grifone è stata una giornata funesta ed è arrivata l’ennesima sconfitta. Come purtroppo previsto, la tranquillità in classifica del Chievo è stata fondamentale. Il Genoa, dopo aver disputato un buon primo tempo ed averlo chiuso in vantaggio per uno a zero, è letteralmente scomparso nella ripresa e ha perso la gara per 2 a 1. Sorvolo sul comportamento di alcuni suoi tifosi per non cadere nella retorica e non offrire alibi ai giocatori.

E oggi arriva l’Inter.

Squadra anch’essa in crisi di risultati e gioco. Inter guidata in panchina da mister Pioli, un allenatore che per un certo periodo aveva riportato la squadra ad un elevato livello di gioco e di risultati, ora la squadra sembra essere ritornata a prestazioni mediocri e pessimi risultati.

Come si dispongono tatticamente i nerazzurri?

L’Inter solitamente si schiera con un 4-2-3-1. È una squadra che non ha una sua identità precisa, gioca molto sui singoli e proprio per questo motivo alterna momenti di bel gioco a paurosi blackout. In ogni caso, l’Inter dispone di una rosa importante e i risultati fin qui ottenuti non rispecchiano il reale valore.

La difesa?

Handanovic è portiere di livello internazionale, bravo in tutti i fondamentali e autentico spauracchio per i rigoristi. Con i piedi però è appena sufficiente . Descriviamo, da destra a sinistra, i quattro componenti della linea a quattro. D’Ambrosio, uomo dal rendimento sicuro e affidabile, si propone molto in avanti e, è pericoloso nelle situazioni di palla inattiva. La coppia centrale, Medel e Andreolli, è improvvisata in quanto i titolari sono assenti per squalifica ed infortunio. Medel, molto grintoso e tempista, ha nella fisicità il tallone d Achille, Andreolli è un elemento dal rendimento discreto, bravo nel gioco aereo. Certamente gli automatismi di coppia non saranno perfetti e bisognerà approfittare di certe situazioni. A sinistra ci sarà abbiamo Nagatomo, anche lui solitamente tra i rincalzi ed ultimamente molto criticato: il giapponese ha una buona velocità ed è molto disciplinato tatticamente, spesso va incontro ad errori marchiani, vedi quello di domenica scorsa contro il Napoli.

A centrocampo?

I due mediani sono Gagliardini e Kongdobia, giocatori dalle leve lunghe e molto simili tra loro. Visto la loro statura hanno spesso la meglio sui rinvii del portiere, a mio parere amano troppo portare la palla e la manovra ne risente.

L’attacco?

Il reparto avanzato è il settore con più qualità ed è formato da Candreva e Perisic come esterni, Joao Mario come trequartista ed Icardi come punta centrale. Candreva, prevalentemente destro, ha un buon dribbling ed effettua cross molto pericolosi, difficilmente usa il piede sinistro. Perisic possiede corsa e ottima tecnica, è pericoloso in zona gol, però è molto discontinuo, anche durante la partita stessa. Joao Mario è la mezzapunta, molto bravo palla al piede: se lasciato giocare può creare problemi non da poco e, anche se non ha un gran fisico, è forte sulle gambe. Infine Icardi, la punta centrale, il giocatore più pericoloso, autentico animale da area di rigore: attacca sovente il primo palo, bravo di testa e in acrobazia. Raramente aiuta la squadra in fase di non possesso.

Come si comportano sulle palle inattive?

Su quelle a sfavore marcano a uomo. Su quelle offensive vanno a saltare Andreolli e i due centrocampisti, mentre D’Ambrosio attacca il secondo palo, con Icardi a caccia della palla. Alcune volte cercano al limite dell area Candreva che è molto bravo nel calciare al volo.

E il Genoa?

La situazione in casa genoana è diventata drammatica, sportivamente parlando, e occorre una prestazione di alto livello, ricca di “garra” e concentrazione. Spero che oggi la tifoseria sia tutta unita nello spingere la squadra verso la tanto sospirata vittoria, sono convinto che il popolo rossoblu possa risultare determinante nella conquista della salvezza. Domenica scorsa, con le sue lacrime da uomo vero qual è, Juric ha lanciato il primo sasso, ora tocca a tutti noi GENOANI seguirlo: non lasciamo soli i ragazzi, incitiamoli fino ai tre fischi finali, vinciamo questa ennesima battaglia tutti insieme. Vamos a ganar, Genoa.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.