Una cronaca diversa in una serata che l’ambiente rossoblu si era immaginato, per l’appunto, differente. Empoli aveva dato un’iniezione di fiducia non indifferente in vista di questo sabato sera. 

A decidere il derby non è stato solo un errore del singolo, che nell’economia di una partita può starci, ma specialmente un secondo tempo che, per stessa ammissione di Mandorlini, non è piaciuto. Soprattutto nell’atteggiamento.

Ci troviamo in differita a raccontarvi un Derby che si è rivelato aperto, mettendo a nudo le due squadre. Ce lo si aspettava forse più spettacolare, tanto che Orsato ha controllato più volte la goal line technology prima dell’inizio della partita. A tratti qualcosa di buono si è visto, da entrambe le parti. 

Di fatto poi l’equazione è uscita fuori alla distanza: mentalmente libera la Sampdoria, ancora insicuro e fragile il Genoa, rivelatosi pressoché incapace di reagire al gol avversario. A vederla dalle tribune non è sembrata comunque una resa di fronte a un avversario in stato di grazia: si è palesata piuttosto una superiorità psicologica ed emotiva che attualmente, complici le motivazioni e la mente sgombra, premia la Sampdoria. 

Mandorlini non a caso in conferenza stampa ha parlato di “gol che psicologicamente pesano doppio” in riferimento all’errore che ha propiziato la rete di Muriel.

Domani, a mente fredda, ragioneremo nuovamente di cosa è successo in campo e nel post partita. Per adesso vi riproponiamo la cronaca del derby. 

PRIMO TEMPO 

Primo fallo al sesto minuto: gamba tesa di Ntcham. Prima scontri duri, ma nessuno stop da parte di Orsato. Prima occasione da gol nitida al nono minuto con Muriel. Prima parata incredibile: Viviano al 19esimo su Pinilla. Il Genoa preme e si porta in avanti allargando il gioco numerose volte su Lazovic e Laxalt.

Prima ammonizione al 20′: Cofie primo ad entrare nel tabellino dei “cattivi”. Secondo giallo un minuto dopo (passibile di secondo giallo, ndr) e punizione dal limite per la Sampdoria. Stop spalle alla porta di Quagliarella al 34′: girata alta sulla traversa. Gran chiusura di Izzo al 35esimo. Ammonito Pinilla a fine primo tempo: braccio alto su Sala in stacco.

SECONDO TEMPO

Palla battuta dai blucerchiati. Ora Genoa e Sampdoria attaccano sotto le rispettive gradinate. Traversa scheggiata da Muriel al minuto 50′. Un minuto dopo primo cartellino giallo della ripresa: Ntcham perde palla e commette un fallo tattico per fermare l’offensiva blucerchiata. Il secondo giallo lo prende al 52esimo Barreto per fallo su Hiljemark. Al minuto 55′ Mandorlini richiama Rigoni e Palladino; nel frattempo Quagliarella ingaggia l’ennesimo duello con Munoz e si gira di sinistro: palla fuori di poco alla sinistra di Lamanna.

Prove d’intesa tra Pinilla e Laxalt al 59esimo: discesa sulla sinistra, triangolo e palla in mezzo all’area. Viviano neutralizza. Genoa nuovamente pericoloso con un tiro di Hiljemark ribattuto al minuto 61′: fosse passato il pallone si sarebbe molto probabilmente depositato in rete.

Al minuto 67′ esce Quagliarella, entra Schick. Tre minuti più tardi, al 70esimo, l’episodio chiave della partita: Ntcham sbaglia un pallone in orizzontale, Muriel vince il contrasto su Munoz e si invola da solo verso la porta. Gol della Sampdoria.

Al 74′ entra Praet per Bruno Fernandes. Un minuto dopo Palladino sostituisce Lazovic. Ottimo gioco di gambe di Schick che scarta mezza difesa del Genoa ma viene rimpallato da Izzo al momento del tiro. Il cronometro dice che siamo al minuto 79′. Due minuti dopo Taarabt rileva Cofie, ammonito dal primo tempo e comunque bravo a gestire il cartellino.

All’86esimo Muriel esce dopo un duro contrasto con Burdisso: al suo posto Djuricic. Nel Genoa attende di entrare Morosini, che rileva Ntcham ad inizio recupero (4 minuti, ndr).

Dopo il recupero e un disperato tentativo di assedio rossoblu la partita termina col triplice fischio di Orsato. Cinquanta steward impediscono al presidente blucerchiato Ferrero di fare ciò che aveva promesso alla vigilia in caso di vittoria. Le spiegazioni arriveranno in zona mista pochi minuti più tardi (clicca qui per leggere le parole di Ferrero).