Anche la Roma di Mourinho è uscita vittoriosa da Marassi, oramai diventato terra di conquista per le squadre ospiti. Il Genoa del nuovo allenatore Shevchenko ha disputato una partita prettamente difensiva e si è arreso solo nelle battute finali del match.

Uno sguardo d’insieme sull’avversario di oggi.

L’undici rossoblu affronta in trasferta l’Udinese, squadra che in estate ha perso il suo top player De Paul, passato all’Atletico Madrid, ma che resta compagine tosta, quadrata e difficile da affrontare. L’allenatore dei friulani è sempre Luca Gotti, che iniziò proprio contro il Genoa il suo cammino da mister tre anni addietro. Gotti è persona schiva e riservata, non ama apparire, è un allenatore moderno, tatticamente evoluto e adatta le sue idee calcistiche alla rosa a sua disposizione, è un attento studioso delle squadre avversarie. Le zebrette friulane si schierano solitamente con il 3-4-2-1 anche se in talune circostanze optano per il 4-4-2. Quando cerca di uscire palleggiando, l’Udinese, se pressata nella giusta maniera, può andare in difficoltà, però, saltata la prima linea di pressione, ha giocatori rapidi che verticalizzano subito e mettono gli avversari in seria difficoltà.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa. 

Silvestri, arrivato ad Udine quest’ anno per rimpiazzare l’argentino Musso ceduto all’ Atalanta, è portiere esplosivo, svelto e dal rendimento costante e regolare, ogni tanto nelle uscite alte palesa qualche incertezza. I tre centrali sono Becao, Nuytinck e Samir e formano un reparto che gioca insieme da tempo, omogeneo e dalla forte fisicità. Becao è il “braccetto” di destra , un difensore longilineo, dalla forte personalità, bravo di testa e applicato in marcatura. Nuytink, il centrale-centrale, regista difensivo, forte fisicamente, usa prevalentemente il piede sinistro, soffre contro avversari rapidi, ma è un califfo del gioco aereo. Samir, il “braccetto” di sinistra, rapido e veloce, a volte troppo irruento negli interventi, è un giocatore al quale piace uscire palla al piede. Samir può fare anche l’esterno di fascia.

Il centrocampo.

È composto da Molina, esterno di destra, Walace interno dalla stessa parte, Arslan interno sinistro e Udogie esterno di fascia sinistra. È un centrocampo robusto, di corsa e di buona tecnica. Molina, ex Boca Juniors, è il cursore di destra, ha un ottimo spunto in velocità palla al piede e una buona tecnica di base: sta migliorando nelle letture difensive, è in forte crescita. Walace, brasiliano, ambidestro, con forza fisica e buone doti nel pressing e nel recupero palla, possiede anche un buon tiro da fuori area. Arslan, la mezzala sinistra, è abile nella cucitura del gioco e nel proporsi sempre al compagno in difficoltà, ed è un tedesco con cittadinanza turca, Udogie, lo stantuffo di sinistra, giovane in prestito dal Verona, è un nazionale azzurro Under 21, ha una corsa importante e un buon piede mancino, è forte di gamba e nei contrasti.

L’attacco.

Deulofeu e Pereyra sono i trequarti che giostrano alle spalle della punta centrale. Deulofeu, esterno offensivo, un destro che gioca sulla sinistra, ex Barcellona, è veloce, ha un dribbling secco e velenoso, è il classico attaccante tutto arresto, ripartenze e sterzate, se in giornata può mandare in tilt l’ intero pacchetto arretrato avversario. Pereyra, giocatore dai piedi buoni e di fantasia, argentino, ex di molte squadre, ha una discreta confidenza con il gol ed è bravo a trovare il corridoio giusto per mandare in gol i compagni. Il portoghese Beto, la punta centrale, è dotato di un notevole fisico, è forte in progressione ed è difficile da contenere quando è lanciato in profondità. Munito di buoni mezzi tecnici, ha avuto un notevole impatto sul difficile calcio italiano e in questo primo scorcio di campionato ha fatto la fortuna delle zebrette friulane.

Come si comportano sulle palle inattive?

Sui corner e sulle punizioni a sfavore difendono a zona. Sono una squadra forte fisicamente, difficile da sorprendere con la battuta diretta in mezzo all’ area. In fase offensiva i corner sono calciati da Deuloufeu, le punizioni laterali dallo stesso giocatore spagnolo e da Pereyra. I tre difensori centrali salgono e insieme a Beto, Pereyra e Wallace riempiono l’ area di rigore.

In conclusione?

Trasferta difficile, ma non impossibile. Certamente le molte assenze in casa rossoblu non facilitano il percorso del nuovo mister, ma si devono fare punti anche in maniera sporca, perché le prossime partite saranno di una difficoltà estrema per il Genoa di questi tempi.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.