A margine dell’evento di inaugurazione del nuovo Genoa Store all’Aeroporto di Genova (clicca QUI per saperne di più) è intervenuto l’attaccante rossoblù Lorenzo Colombo. Queste le sue parole, a partire dall’ultima partita contro l’Inter. È arrivata una sconfitta, ma battagliando fino alla fine.
“Ci ha lasciato sicuramente autostima e fiducia nei nostri mezzi, perché abbiamo dimostrato anche contro probabilmente la più forte del campionato di poterla almeno mettere in difficoltà e poterci provare. Domenica sarà un’altra occasione di giocare contro una squadra sulla carta più forte, ma a cui sicuramente possiamo provare a far male”.
Che partita sarà?
“Sarà una partita difficile, una partita probabilmente uomo contro uomo e dovremo essere molto bravi a vincere i duelli personali. Da riscattare anche il KO in Coppa Italia? Sicuramente sì, perché è stata una partita con un risultato abbastanza pesante, direi, quindi c’è la voglia di riscattarlo e di provare anche a far felici i nostri tifosi”.
Parliamo tanto di aspetti tecnici, ma anche un tuo messaggio Instagram dopo la partita con l’Inter ha sottolineato che questa squadra ha un’autostima molto forte, un carattere molto forte. In una lotta come quella per la salvezza non è indifferente. Tu che sei arrivato in estate, hai trovato un gruppo che ha questa forte identità, sottolineata da tutti gli allenatori passati da qui?
“Sicuramente deve essere un’arma l’autostima, deve esserlo personalmente, ma anche di squadra. Probabilmente le prime partite facevamo un po’ fatica a tirar fuori questa fiducia nei nostri mezzi. Il mister sicuramente ci ha aiutato e i risultati lo dimostrano. È un po’ quella voglia di voler rischiare una giocata che ti può portare in qualcosa di positivo, un passaggio che ti fa guadagnare metri di campo e ti fa superare linee di pressing avversarie. É una cosa che poi ci porta a risultati positivi, altrimenti a fare sempre delle giocate che possiamo chiamare sterili, alla fine si finisce per non essere decisivi. La cosa più importante nel calcio è essere decisivi e fare delle giocate che siano importanti, che fanno la differenza. Cosa mi sta dando De Rossi per la mia crescita e per il mio miglioramento? Tanto, tanto, perché è proprio un maestro di calcio, secondo me. È stata una sorpresa molto positiva”.
“A me piace molto perché, oltre a trasmetterti proprio un carattere da combattente, da guerriero, è un allenatore che ha anche giocato, ha giocato anche con compagni forti. E quindi ogni giorno sa darti i giusti accorgimenti per far meglio, per migliorare quello che magari facciamo peggio. E in tutti i ruoli, questa è la cosa importante. Anche io che sono un attaccante sto imparando tantissimo, tantissimo”.
Store in città, Store all’aeroporto, segno che il rossoblù è molto amato in città. Voi lo sentite questo amore?
“Lo sentiamo in città, lo sentiamo sempre allo stadio. Ci fa piacere aprire degli store, perché vogliamo essere vicini alla città, vicini ai tifosi che ci supportano. È un regalo anche per loro”.
Hai parlato di “maestro” nel parlare di De Rossi. Ha parlato anche dopo la partita con l’Inter del fatto che si aspettava che forse palleggiaste ancora di più, teneste ancora di più il possesso, perché con le big potete farlo. Cosa chiede a voi attaccanti per fare questo lavoro? Perché soprattutto ce lo si aspetta dai difensori e centrocampisti, l’abbiamo visto. Davanti tu non ti sei mai tirato indietro nemmeno ad andare a fare la guerra con qualunque difensore. Ma a voi cosa chiede nello specifico? In cosa potete ancora migliorare tu, Vitinha e i vostri compagni?
“Proprio quello. Quando noi riusciamo a costruire bene l’azione da dietro, poi la palla arriva davanti. Se davanti sbagliamo la scelta, sbagliamo l’appoggio, alla fine tutto il lavoro che fanno i nostri compagni da dietro viene vanificato”.
“La cosa importante per noi è vincere il duello, tenere la palla, prendere il fallo che ci fa guadagnare i metri di campo. Io, Vitinha, Ekuban ed Ekhator siamo i riferimenti davanti. Siamo i riferimenti a cui la squadra nei momenti di difficoltà si appoggia, quindi noi dobbiamo farci trovare. Non possiamo essere leggeri”.
Hai parlato dell’importanza di De Rossi per la squadra. Ti chiedo quanto è stato importante per il tuo cambio di passo, che è coinciso con quello del Genoa? Quanto c’è stato di De Rossi in questo cambio che hai avuto?
“Io in realtà ho sempre lavorato testa bassa. Chiaramente rivedendo anche quello che sbagliavo, ho preso coscienza del momento. Mi sono chiesto io stesso di far di più, perché chiaramente non era abbastanza. Non è abbastanza combattere, bisogna anche fare qualcosa di più, perché c’è la palla che decide la partita. Il mister ci ha aiutato, come ho detto prima, a far credere che in realtà siamo giocatori forti, con delle capacità non sfruttate fino a quel momento. Abbiamo in realtà la capacità di fare cose molto importanti con la palla”.
Dov’è che può arrivare questo Genoa con De Rossi? Perché è vero che l’obiettivo è la salvezza, l’ha detto anche il Presidente Sucu, però De Rossi l’ha detto: il Genoa è una squadra forte, i giocatori devono crederci. Dove può arrivare come obiettivo il Genoa?
“Come hai detto te, salvezza chiaramente, ma perché lo dice la classifica, lo dice il momento che abbiamo passato e questo è l’obiettivo principale. Poi noi cerchiamo di crescere nei minimi particolari tutti i giorni, quindi prima di tutto c’è un miglioramento, secondo me, dei singoli. Una volta che c’è un miglioramento dei singoli, poi si arriva a un miglioramento chiaramente di squadra, ma questo lo dirà al tempo. L’obiettivo del Genoa è la salvezza, poi si vedrà”.
Quello di Colombo invece? Restare qui, magari con De Rossi, e aprire un ciclo è un obiettivo che hai?
“Sicuramente sì, mi trovo molto bene, c’è uno stadio che amo, ci sono dei tifosi incredibili che in Italia praticamente non si trovano da nessuna parte. In città mi trovo bene, quindi mi piacerebbe rimanere e farò di tutto per convincere tutta la società”.
Hai parlato di marcatura d’uomo, allora c’è molta buona volontà di fare qualcosa di diverso, perché con le marcature d’uomo dovete cercarvi tanti spazi. Assieme a Vitinha avete fatto vedere che siete in grado di vederlo e nella partita con l’Atalanta bisogna giocare più senza pallone che con il pallone. Sei convinto che servirà tanto movimento senza palla?
“Sì, è verissimo, l’Atalanta gioca così da dieci anni, con Gasperini sono stati una delle squadre più forti in Europa, con questo modo di interpretare la gara. Noi dovremo essere bravi, come ho detto, a muoverci tanto, a non dare riferimenti e a fare giocate veloci. Sicuramente proviamo a fare risultato tutte le partite, poi forse sulla carta loro sono più forti, ma perché lo dicono questi ultimi anni, lo dice il fatto che giocano in Champions League, ma a noi questo non spaventa, anzi. Dobbiamo vederla come una cosa in più positiva il dire che stiamo giocando contro dei giocatori da Champions League e vogliamo dimostrare anche noi di essere forti, di essere all’altezza”.
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