Assieme a Mario Ponti, ex giocatore rossoblu (esordio in un Genoa-Napoli del 1983) e poi allenatore, ci avviciniamo alla prossima sfida contro il Frosinone. Ecco la presentazione della prossima avversaria del Grifone.

COME ERA ANDATA – “Il Genoa aveva perso per 2-1, dopo essere riuscito a rimontare, con Malinovskyi, l’iniziale svantaggio ad opera di Soulé, con la complicità di Martinez, forse l’unico errore del portiere spagnolo in campionato. Il Genoa era stato sconfitto negli ultimi minuti, come capitava spesso all’epoca, da una rete di Monterisi.  Molte cose sono cambiate da allora, le parti si sono rovesciate. Il Frosinone sembrava la squadra rivelazione e oggi lotta per non retrocedere, mentre il Genoa navigava in brutte acque e oggi è al sicuro, con la salvezza in tasca“.

IL SISTEMA DI GIOCO – “Il Frosinone pratica un 4-3-3 molto propositivo, cercano sempre di fare la partita e di avere la palla loro, però si espongono a molti rischi e ripartenze. Il classico calcio dell’allenatore Di Francesco, ma oggi, anche se le prestazioni sono state positive, la brutta classifica è conseguenza di una serie individuali o di reparto. E poi un conto è giocare con la testa libera e sgombra e un altro con la preoccupazione“.

I PUNTI DI FORZA E I GIOCATORI DA TENERE D’OCCHIO“Il reparto offensivo è forte. Annovera attaccanti del calibro di Soulé e Cheddira, specie il primo. Soulé, in prestito dalla Juve, è appena rientrato dall’Argentina, nei giorni scorsi ha segnato un gol fenomenale con la maglia dell’Under 23 albiceleste. Bisogna vedere in quali condizioni sarà dopo il volo transoceanico, ma il suo valore è assoluto. Cheddira abbina forza fisica e tecnica e dentro i sedici metri sa il fatto suo”.

I PUNTI DEBOLI – “La difesa. Il Frosinone è la squadra di Serie A che ha subito più gol: 60, più della Salernitana ultima in classifica. La difesa del Frosinone ha lacune notevoli sia a livello di singoli sia di reparto. Non sempre accorciano o “scappano” con i tempi giusti. Domani i due esterni bassi dovrebbero essere Lirola e Zortea: quest’ultimo è un destro, ma dovrebbe essere impiegato a sinistra. Sono bravi a spingere, molto meno a difendere“.

L’ALLENATORE Dopo i boom al Sassuolo e alla Roma, con annessa semifinale di Champions contro il Liverpool, Di Francesco è incappato in una serie di rovesci e il Frosinone può diventare la sua Waterloo. È un tecnico bravo ad insegnare calcio, ma, secondo me, ha dei limiti, non so se caratteriali o altro, altrimenti questo susseguirsi di annate storte non si spiega. Il Frosinone l’ho sempre visto giocare bene, ma è un bel gioco che troppe volte è rimasto fine a se stesso. Alla fine, quel che rimane è il risultato”.


GENOA H24, ascolta la puntata del 29 marzo 2024

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.