Alberto Gilardino, tecnico del Genoa, ha parlato ai microfoni di DAZN dopo la partita di oggi contro la Juventus: “Sensazioni positive sotto il punto di vista dell’atteggiamento e della coesione e nello spirito di squadra. Arrivavamo da due sconfitte, con l’ultima con il Monza dove avevamo fatto un ottimo secondo tempo, e volevamo fare una partita importante. La volontà di mettere un giocatore come Albert mezzala che poi andava sulla trequarti e con Vitinha e Retegui davanti era per poter mettere in difficoltà la Juve. Nel primo tempo siamo stati bravi sia nella compattezza in fase difensiva che nel ricercare certe situazioni e linee di passaggio. Nel secondo tempo un po’ ti abbassi, devi soffrire. L’abbiamo fatto con grande spirito e consapevolezza, concedendo poco e nulla”.

È soddisfatto dal tridente? E quanto deve lavorare in fase di non possesso un giocatore come Messias?

Junior ha caratteristiche tecniche e di gamba. Oggi l’ho utilizzato in un ruolo che ha fatto meno rispetto al trequartista o alla mezzala, anche rispetto alle ultime partite. Però l’ha fatto con dedizione e sacrificio. Ha lavorato in fase difensiva, è stato impeccabile. Ha fatto una partita importante, come tutti, sia in fase difensiva che offensiva quando abbiamo potuto. La volontà era fare questo tipo di partita“.

Se soffro più in panchina che da giocatore? Sì tantissimo. Oggi specialmente negli ultimi 10/15 minuti tanta. Anche perché poi se vuoi venire qui qualcosa a queste grandi squadra devi concedere. Nel concedere devi sapere e avere la mentalità di soffrire. E’ quello che mi ha colpito tantissimo da parte dei ragazzi, contro una squadra che negli ultimi venti minuti ha messo gente pesante e di qualità sugli esterni, giocatori davanti. Siamo stati molto bravi“.

Avevi pensato già di venire con il tridente allo Stadium?

Vitinha ha fatto una partita importante, da grande giocatore. Ha corso in fase difensiva, ha lavorato bene in appoggio e ha attaccato la profondità. L’idea iniziale era quella di giocare con Albert mezzala che poi potesse lavorare alle spalle o in diagonale a Locatelli, cercandolo e con Retegui e Vitinha davanti a tenere bloccati i centrali. Quella è stata la strategia di inizio gara“.

Per caratteristiche diamo fastidio alle grandi?

“Per caratteristiche siamo una squadra portata a tenere la palla nella metà campo avversaria, con giocatori di palleggio come Badelj o come Albert che vuole tenere la palla sui piedi. Quando giochiamo con Messias lui ha strappo ma ha anche qualità per trovare spazio e controllo in avanti. Se giochiamo con Strootman o Malinovskyi abbiamo comunque giocatori con queste caratteristiche. Nel finale ho fatto entrare Ankeye per l’atteggiamento in ripartenza, ma c’era pressione della Juventus e siamo andati un pochino in difficoltà. Quest’anno con Inter e Juventus abbiamo strappato punti che potevano essere inaspettati prima delle gare, ma questo è lo spirito dei ragazzi, Devo ringraziarli per il percorso e per l’impronta in ogni partita. Tranne la prima con la Fiorentina che eravamo una neopromossa e ci ha dato subito una sveglia, poi abbiamo sbagliato pochissime partite. Quasi nessuna sotto l’aspetto dell’atteggiamento, della perseveranza e della dedizione dentro la gara. Merito di tutti“.

Se ora abbiamo altri obiettivi?

“Sì, dobbiamo avere la voglia di porci altri obiettivi. Questi sono quelli di fare più punti possibili, mancano nove partite. Il campionato è ancora lungo e c’è la volontà di stupire e migliorarsi. E’ quello che dobbiamo avere dentro ed è fondamentale“.


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