Assieme a Mario Ponti, ex giocatore rossoblu (esordio in un Genoa-Napoli del 1983) e poi allenatore, ci avviciniamo alla prossima sfida contro il Sassuolo. Ecco la presentazione della prossima avversaria del Grifone.

IL SISTEMA DI GIOCO – “Praticano un 4-2-3-1 propositivo e cercano o sempre di mantenere il possesso palla. Anche Dionisi è un giochista, dunque l’allenatore giusto nel post De Zerbi. Mi sembra però che quest’anno abbiano perso lo smalto delle annate precedenti. Li vedo più dipendenti da Berardi rispetto alle stagioni scorse“.

I PUNTI DI FORZA – “Direi l’attacco. I tre giocatori offensivi più la punta centrale, Pinamonti. Berardi sulla destra a piede invertito con Laurienté sulla sinistra e con Thorstvedt, compagno di Haaland nella Norvegia, come trequartista. Thorstevdt è molto bravo negli inserimenti con e senza palla. Pinamonti fa a sportellate con tutti e, se imbrocca la giornata giusta, può essere molto pericoloso. Sa fare salire la squadra e dispensare sponde per i compagni. Finora il Sassuolo ha sofferto la stagione altalenante di Laurienté, che non riesce a essere continuo come nella scorsa stagione“.

I PUNTI DEBOLI – “La difesa. Sono la squadra che dopo la Salernitana ha preso più gol, 30 in 16 giornate (34 i campani). Il problema è collettivo, sia Berardi sia Laurienté rientrano poco e Boloca e Luis Henrique si trovano in inferiorità numerica contro i centrocampisti avversari. Anche Ferrari, il difensore centrale, è più in difficoltà rispetto all’anno scorso“.

I GIOCATORI DA TENERE D’OCCHIO – “Il pericolo pubblico numero uno è Berardi, che non ha bisogno di presentazioni. È veloce, ha forza nelle gambe, pericolosissimo quando ti punta. E se va sul mancino, sono dolori. Tutti sanno che andrà a parare lì, ma non riescono a contrastarlo. Al tiro è una sentenza. A me piace molto anche Boloca, il centrocampista. Quest’anno è un po’ calato e non so perché. E poi Laurienté, per adesso una bomba inesplosa: speriamo che deflagri nella prossima giornata“.

L’ALLENATORE – “Dionisi ha molte caratteristiche in comune con De Zerbi. È uno dei cosiddetti allenatori giochisti, ovviamente non ha fatto un copia-incolla del predecessore, ma ha cercato di portare le sue idee in un gruppo già affiatato. Preferisce la tecnica, i giocatori devono tutti sapere toccare la palla come si deve. Nel Sassuolo non ci sono giocatori scarsi quanto a piedi. Forse potrebbe curare di più la fase difensiva, i problemi della squadra quest’anno sono tutti concentrati lì. A volte stanno troppo alti e scappano all’indietro in ritardo. E sulle palle in verticale si fanno cogliere impreparati“.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.