All’interno dell’edizione odierna de Il Mattino questa mattina è comparso una lunga intervista al Presidente rossoblu Zangrillo. Oltre ai passaggi sul calcio giocato, sulla gara col Napoli e sul gemellaggio storico tra tifosi rossoblu e partenopei (recentemente interrottosi), il passaggio più importante – e che condividiamo – dell’intervista è sicuramente quello legato ai diritti televisivi e al fatto che una redistribuzione più equa sarebbe sinonimo di sopravvivenza del calcio italiano, altrimenti si va verso un divario tra grandi club e società medio-piccole che rischia di essere incolmabile. Un parametro fondamentale per un nuovo concetto di redistribuzione dovrebbe essere la storia, e al Genoa quella non manca di certo.

In qualche modo sul tema il Presidente rossoblu Zangrillo era tornato anche lo scorso martedì nella conferenza stampa di presentazione del Genoa CFC Bond per il finanziamento di una parte degli 8 milioni per la costruzione del nuovo centro sportivo agli Erzelli (clicca QUI per rileggere le dichiarazioni dell’intera conferenza stampa).

Ieri (lunedì scorso, ndr) è venuto fuori in Lega, in modo molto chiaro, che il divario tra le grandi società che hanno il privilegiando ricevere proventi dalle coppe europee e le altre società è sempre più marcato dichiarò Zangrillo lo scorso martedì dalla sede del Museo del Genoa – ed è quello che vediamo anche nella società civile, dove c’è maggiore difficoltà di sopravvivenza tra chi è più povero e più ricco. Non è che stiamo facendo un discorso politico e sociologico, ma si cerca di garantire quanto garantito e promesso come proprietà e come nuova società, con lo sviluppo di nuove iniziative che renda sempre più autonomi da un punto di vista economico“. 

Il concetto è stato ribadito con ancora più forza questa mattina nell’intervista rilasciata al Mattino, che esprime concetti molto chiari e orientati ad un cambiamento nella ripartizione dei diritti televisivi. “Se porti 27.700 abbonati allo stadio devi essere aiutato o mortificato? Può non essere considerato, per esempio, il valore di una società fondata 130 anni fa e che per 40-50 anni ha favorito la crescita e la conoscenza del calcio nel nostro Paese tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento? Il parametro è la storia. La storia non viene presa in considerazione. In Lega Calcio c’è un tabellone meraviglioso in cui ci sono tutti i vincitori degli scudetti. Da un certo momento in poi, dai primi anni Novanta, hanno iniziato a vincere sempre gli stessi. E che appeal ha questo calcio?“. 


Rassegna Stampa del 15 Settembre, Genoa-Napoli verso il sold out. Zangrillo intervistato dal Mattino