Alla vigilia dell’ultima partita di campionato tra Genoa e Bari, una passerella per chiudere la stagione e festeggiare ancora la promozione in Serie A, il tecnico del Genoa, Alberto Gilardino, è intervenuto in conferenza stampa direttamente da Villa Rostan. “Siamo felici ed emozionati di tornare al Ferraris dopo il 6 maggio, giorno della promozione, per affrontare questa gara contro una squadra che ha fatto molto bene, ha fatto un bel percorso con giocatori e allenatore di categoria. Hanno fatto un campionato importante. Da parte nostra, davanti ai nostri tifosi, vogliamo finire nel migliore dei modi con consapevolezza, equilibrio, umiltà, sacrificio. Quelli che abbiamo messo in tutte le gare di questo campionato”.

Domani potrebbe essere il giorno del quinto giocatore ad esordire sotto la sua conduzione. Mi riferisco ad un possibile esordio di Gabriele Calvani, che abbiamo visto hai provato nella difesa a quattro martedì scorso

“Si è allenato quest’anno spesso con noi. IOggi sarà impegnato nella finale con la Primavera e valuterò se portare qualche ragazzo, anche in base ai numeri e alle disponibilità”.

Si è voltato indietro a rivedere questa cavalcata? Cos’ha pensato a rivedere queste immagini?

“Non è facile, non è finito ancora il campionato. Ci sono momenti dove realmente non ci si rende conto di quello che si è fatto, ma sappiamo di aver fatto qualcosa di incredibile. I ragazzi hanno fatto qualcosa di incredibile, e così tutti quelli che lavorano intorno alla squadra. Anche i nostri tifosi sono stati incredibili. Questa è storia e rimarrà negli anni ed è giusto festeggiare, concludendo nel migliore dei modi con la partita di domani. Sappiamo che affrontiamo una squadra di qualità, che h giocatori di qualità, ripartenza e gamba. Da parte nostra c’è la volontà di fare la partita giusta davanti ai nostri tifosi”. 

Ci sarà turnover e darai spazio ad altri giocatori?

“Come a Frosinone, la volontà è stata quella di dare spazio a chi non ha giocato o ha giocato meno nelle ultime partite. Se ci sarà la possibilità, assolutamente, ma vogliamo partire con un’identità chiara di squadra, come fatto nell’ultimo periodo, cercando di sfruttare le nostre qualità e limitare l’avversario”

Uno dei record di quesa stagione che vi farà più piacere è avere portato per tre gare di fila 33mila persone allo stadio. Qualcosa di straordinario, che forse accade ai tempi dell’Oviedo e dell’Ajax e del Liverpool…

“Straordinario. L’ho sempre detto, anche nelle conferenze precedenti, che il nostro popolo dentro ha sempre avuto dentro questo. Siamo stati bravi a toccare le corde giuste, sia con gli atteggiamenti in campo sia con quei risultati che portano fiducia, positività nell’ambiente, ma poi è il susseguirsi di atteggiamenti e risultati in campo che porta i tifosi ad essere sempre più vicini alla squadra. Domani se ne accorgeranno ulteriormente di questo fattore. Da parte mia dico che un po’ mi dispiace che finisca la stagione perché da allenatore ho vissuto emozioni incredibili, che credo di non aver mai vissuto. Nel rapporto singolo coi ragazzi, con lo staff, con tutte le persone che sono qui tutti i giorni e che hanno avuto un unico pensiero e obiettivo. Mi dispiace finisca tutto domani sera, ma abbiamo fatto qualcosa di straordinario, che resterà nella storia di questa società. Per me è motivo di grande orgoglio. Sono sensazioni che mi porterò avanti per tutta la vita”.

Come sta Criscito? Domani riuscirà a disputare la sua ultima partita in carriera? E dietro possiamo aspettarci qualcosa di diverso?

“Per quanto riguarda l’aspetto tattico, ci possono essere dei cambiamenti. Non cambieranno le richieste che farò con lo staff a squadra e ragazzi. Per quanto riguarda Mimmo (Criscito, ndr) non ha smaltito del tutto il problema, ma sarà in panchina e sappiamo tutti che sarà l’ultima sua partita. La volontà mia è di fargli fare uno spezzone di gara perché ha dato tantissimo al Genoa, tanto al calcio italiano, anche con le sue esperienza all’estero. È giusto finisca nel migliore dei modi davanti al suo pubblico”. 

È una partita da vincere perché questo Genoa, ripotato in Serie A, rimarrà nella storia. Ma questa stagione rimarrà nella storia anche perché siamo la squadra più antica d’Italia, ma anche quella più giovane per tifosi. Deve essere un grande stimolo anche domani, dentro il Tempio con una coreografia da Champions…

“Le motivazioni vanno sempre trovate nella vita e soprattutto nel nostro lavoro, che è il calcio e il gioca re a calcio o allenare una squadra. Una persona deve sempre averle e dovremo averne tante anche domani, di fronte ad un altro spettacolo che ci faranno vedere i nostri tifosi e la nostra gente. Vogliamo chiudere nel migliore dei modi, con la giusta intensità, con il giusto sacrificio. Dobbiamo avere queste qualità, dobbiamo avere l’umiltà giusta per affrontare qualsiasi tipo di squadra, che si parli dell’ultima o della terza o quarta. Così è sempre stato e così abbiamo sempre mantenuto l’attenzione alta. Quando ci sono stati atteggiamenti e umiltà, spirito di sacrificio, abbiamo sempre fatto risultati importanti”. 

Da allenatore ha fatto la gavetta, dalla D alla B. Fare l’allenatore del Genoa comporta particolari pressioni: come sei riuscito a gestirle?

“Ho vissuto con questa pressione per tutta la mia vita ed è stata probabilmente la mia forza. In questi sei mesi da allenatore del Genoa ho vissuto con questo genere di sensazione: non puoi non avere pressione per fare l’allenatore di una squadra e una società così importanti. Devi averla, ma devi conviverci, che significa sapere cosa stai facendo, dare input chiari e concreti alla squadra, avere un feeling coi tuoi giocatori. Questo ritengo sia stato indispensabile. Talvolta ho cercato anche di togliere loro pressione, sapendo che anche per loro giocare con questa maglia è qualcosa di determinante e portare questi colori addosso significa convivere con la pressione, vivendola però in modo positivo”. 


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