Alla vigilia della terzultima trasferta stagionale del Genoa, quella contro il Cittadella, il tecnico rossoblu Alberto Gilardino è intervenuto in conferenza stampa per presentare la sfida e sciogliere gli ultimi dubbi su eventuali indisponibili.

Che partita sarà domani a Cittadella, una delle ultime taesferte estremante improntati dove di fatto giocherete come in casa con 2500/3000 Genoani? Che partita deve fare il suo Genoa?

“La partita di domani racchiude due parole molto chiare e chiave. Sono autostima ed entusiasmo. Autostima perché, per me, questa squadra ha sempre dimostrato di averlo fin dai primi giorni in cui ho potuto allenarla. Grande autostima nel gruppo, nella squadra, nelle proprie capacità e in quelle dei singoli giocatori. E poi grandissima fiducia in ciò che il gruppo riesce a trasmettere in ogni allenamento o gara. La seconda parola è entusiasmo: siamo stati bravi a crearlo e trasformarlo in ogni gara. Domani sarà come giocare in casa perché abbiamo un popolo che ci segue e trascina ovunque, in casa e fuori, e questo per noi è significativo e importante”.

Come sta Sturaro, che ci sembra essere l’unico vero dubbio in vista di domani? Sarà convocato oppure no?

“Già da un paio di giorni si allena con la squadra, sta bene e verrà con noi. È una risorsa ottima, lo abbiamo recuperato ed è fondamentale anche per il gruppo”.

Ovviamente si ragiona partita per partita, ma queste due gare in trasferta rappresentano un passaggio favorevole per l’obiettivo finale?

“Penso alla gara di dmnani e penso al Cittadella, a questa società che negli ultimi sei anni è arrivata ad una finale playoff, a due semifinali playoff, ad un quarto di finale playoff. L’anno scorso hanno chiuso dodicesimi in classifica. Penso al percorso meritevole che il Cittadella, con il direttore sportivo e tutti gli allenatori che ci sono stati, ha fatto. Non è una matricola, ma una società che conosce benissimo questo campionato. Per questo so – e lo sappiamo tutti – quale dovrà essere l’approccio alla partita in un ambiente sicuramente particolare, dove avremo tantissimi tifosi al seguito. Ci dovrà essere grandissimo entusiasmo da parte nostra, però ci sarà da battagliare su ogni pallone. Ci saranno più partite all’interno della gara: dovremo fare anche questo, oltre con le nostre qualità proporre quanto sempre fatto”. 

In qualche intervista da parlavi del tuo percorso come una scalata. Essere arrivati a questo punto a cinque falla fine vi fa intravedere la vetta?

“Siamo ancora un po’ distanti dalla vetta, dall’obiettivo, e valuto partita dopo partita. Quello che ci dice la quotidianità, quello che ci dice la realtà dei fatti è la partita di domani, per la quale dobbiamo essere concentrati e focalizzati dentro la gara. È normale che passano le partite e i punti pesano, veramente, ma questa squadra ha sempre dimostrato un grande valore non solo tecnico, ma anche umano nell’approcciarsi a questo genere di partite. Sono fiducioso, confido nei miei giocatori e nella mia squadra”. 

Domani rientra Vogliacco. Criscito, che nell’ultimata giocato nei tre di difesa, tornerà più avanzato?

“Ci può essere questo tipo di soluzione. Come linea centrale Martinez, Vogliacco e Badelj ci danno delle garanzie. Mimmo da braccetto ha fatto molto bene, so che lui può fare quel ruolo e anche molto, molto bene. Magari gli chiedo di fare un ruolo dove oggi si sacrifica ed è apprezzabile questa cosa. All’interno dell’assetto tattico, in difesa, ho scelta e cambiamenti di uomini, e quello è importante”.

Da grande ex centravanti, col Perugia Gudmundsson e Coda la porta proprio non l’hanno vista. Sono mancati un po’ questi gol. Ne avete parlato? Può succedere, ma sono un po’ mancati…

“Non mi preoccupo e non mi preoccuperei se gli attaccanti non sono andati in gol perché hanno svolto un lavoro incredibile per la squadra, tenendo palla e lottando. Chiaramente la richiesta per un attaccante è di andare sempre alla ricerca del gol, di essere affamato, ma è nella loro volontà e nel loro desiderio quello di determinare ogni partita. Spero che già domani per loro, sotto questo profilo, possa essere per loro una gara importante”. 

Reggina, Como e la partita col Perugia e il Cittadella. All’andata furono quattro streghe. Domani ne resta un’ultima. Cosa ha significato all’andata perdere quella partita?

“Quando passano le partite, c’è grandissimo equilibrio con squadre che devono salvarsi, altre che lottano per un posto nei playoff e altre che lottano per vincere il campionato. Meno partite, i punti pesano e l’aspetto mentale è determinante e fondamentale”. 

Era da un po’ che non sentivo la parola “popolo” pronunciata da un allenatore, mi è venuto in mente Franco Scoglio. Come le è venuta in mente questa parola?

“È stata una cosa mia personale, mi è venuta per il valore affettivo, per l’affetto che i tifosi ci danno e che sentiamo. Ha citato uno o due allenatori che hanno fatto la storia del Genoa, sono passati da qui grandissimi allenatori che hanno fatto cose importanti per questa società. Ribadisco che per me è sempre un sogno potermi sedere in panchina, allenare questa squadra e poter vedere uno spettacolo del genere sia in casa che fuori”. 

Strootman negli scorsi giorni lo hanno intervistato per parlare di Roma-Feyenoord, ma gli hanno chiesto anche un’espressione su Gilardino e ha detto che sta facendo un gran lavoro e non è da tutti

“Cerco di leggere e sentire il meno possibile, ma mi informo perché è giusto che sia così. È gratificante, e lo è ancor di più vedere quello che loro fanno in campo. Kevin (Strootman, ndr), come tanti altri e praticamente tutti in questa squadra, si è messo fin da subito a disposizione sia sotto l’aspetto umano che sotto quello tattico per creare qualcosa di forte all’interno del gruppo e della squadra. Ne è stato uno degli artefici assieme a tantissimi altri”.

Come si è creata questa osmosi fra lei e lo spogliatoio? Perché questa è stata la carta vincente

“Ovviamente il ds Ottolini e chi quotidianamente ha la possibilità di confrontarsi con me crea confronto e per un allenatore è fondamentale e determinante. Credo che l’essere diretti, come lo sono stato in questo mesi, sia stato importante. Sia nel bene, sia quando ho dovuto dire qualcosa non di negativo, ma che qualcuno potesse prendere male: era giusto farlo e dirlo. Ce ne sono stati pochi, fortunatamente, di questi momenti, ma ho sempre cercato di avere un rapporto schietto e diretto e mi auguro che loro apprezzino. Ne sono sicuro e certo. Come ho detto all’inizio, è fondamentale avere autostima ed entusiasmo, che da qui alla fine ci devono accompagnare”. 

Da Bari qualcuno rivendica il diritto di sognare il sogno promozione. Cosa ne pensa?

“Ha già risposto il direttore sportivo Ottolini. Io penso alla partita di domani e basta”.


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