Altre quattro partite in questo quarto giorno di Mondiale in Qatar. Una giornata importante non soltanto perché esordivano i vice Campioni del mondo della Croazia, ma anche perché entravano in scena tre fra le formazioni accreditate alla vittoria finale: Germania, Spagna e Belgio.


Alle 11 del mattino ecco scendere in campo la Croazia nella sfida contro il Marocco, una delle nazionali in maggiore ascesa e probabile mina vagante del Gruppo F. Non è sicuramente la migliore Croazia quella che scende in campo allo stadio Al Bayt, ma non è neppure il peggiore Marocco quello schierato da mister Regragui. Anzi, è una formazione con una spinta incredibile sugli esterni, specialmente quello destro su cui agisce Hakimi, spesso chiamato a interloquire calcisticamente col suo opposto, Mazraoui. La Croazia di Dalic subisce questa spinta, sicuramente nel primo tempo, anche se in fin dei conti le chance più nitide le hanno proprio i croati, fermati dall’ottimo portiere Bounou in almeno un paio di occasioni, una miracolosa su Vlasic. Di Mazraoui (infortunatosi nell’occasione del tuffo di testa) e Hakimi, manco farlo apposta, le due occasioni maggiori per il Marocco, bloccato dal portiere Livakovic. Alla fine sarà 0-0 e un punto per parte, il tutto in una sfida che ha certificato altri due infortuni: Vlasic e il già segnalato Mazraoui. Si viaggia praticamente alla velocità di un infortunato a partita in questo Mondiale.


Nella gara delle ore 14 il primo colpo di scena di questo mercoledì, ovvero sia la sconfitta della Germania contro il Giappone. In realtà quella giapponese è una nazionale che conosce assai bene il calcio europeo, e prima ancora quello tedesco, con tantissimi dei titolari che giocano proprio in Bundesliga, da Yoshida a Kamada passando per il man of the match Asano, in forza al Bochum. La Germania soffre il primo quarto d’ora le accelerate in contropiede della formazione di Moriyasu, poi è un rigore netto per fallo su Raum a consegnare a Gundogan le chiavi del vantaggio. Da lì in avanti è quasi il remake di Arabia Saudita-Argentina, ma con la differenza che prima di farsi raggiungere dal gol dell’1-1 di Doan la Germania crea i presupposti per raddoppiare in almeno 3/4 nitide occasioni, trovando sempre l’opposizione del portiere Gonda o quella del palo. Il pareggio fa male ai tedeschi, che in pochi minuti capitolano su una leggerezza di Rüdiger che spalanca la strada al 2-1 di Asano. Il vantaggio resisterà fino al 97′, dopo l’ennesimo maxi recupero di un Mondiale sin qui stranissimo e il gol fallito da Goretzka. Della Germania, più che una prestazione difficile da inquadrare, va salvata la foto pre-partita con la mano di tutti i giocatori a tapparsi la bocca in segno di protesta con la FIFA per l’aver impedito a Neuer di indossare la fascia da capitano pro LGBTQ+. C’è un Mondiale dentro il campo, ma per molte formazioni sembra essercene uno ancora più importante fuori dal campo.


Non sarebbe quasi neppure necessario il commento di Spagna-Costa Rica, sfida nella quale la nazionale costaricense si consegna senza colpo ferire alla formazione di Luis Henrique. Le Furie Rosse annichiliscono 7-0 gli uomini di Suarez con la doppietta di Ferran Torres e i gol di Olmo, Asensio, Gavi, Soler e Morata. Un messaggio lanciato al Gruppo E, che adesso ha al comando Spagna e Giappone: in caso di doppia vittoria nel prossimo turno, entrambe potrebbero brindare con un turno di anticipo il passaggio agli ottavi spedendo fuori la Germania.


Chiudeva la quarta giornata del Mondiale l’esordio del Belgio contro il Canada, per la prima volta ad una Coppa del Mondo. Ma è una prima volta in cui la formazione canadese si mostra molto sicura di sé, creando non pochi problemi alla formazione di Martinez e andando vicina la vantaggio con Davies, stella del Bayern Monaco che fallisce un rigore, neutralizzato da Courtois. La beffa arriva quando, sul finire della prima frazione, Batshuayi la sblocca. Prima vi erano state almeno due situazioni che avrebbero potuto portare alla concessione di altri due rigori per il Canada. La ripresa non fa eccezione e al maggiore dinamismo del Canada, pericolosissimo soprattutto coi traversoni dagli esterni di Buchanan ed Eustaquio (meno pericolosi Marin e David, le due punte con le quali la squadra nordamericana terminerà la sfida), risponde un Belgio estremamente impreciso in ripartenza. Non illumina più di tanto neppure De Bruyne, che però non trova compagni di reparto particolarmente in serata. Nel contesto di una gara sotto tono, in fin dei conti, il Belgio porta a casa tre punti che lo collocano al primo posto del Gruppo F. Ma questo Canada potrà dire la sua nel girone.