È con un video diffuso via social che i tifosi rossoblu stanno ricordando i primi 365 giorni dalla nascita dei murales fuori dalla Gradinata Nord. Partiti tra mille ostacoli e segnalazioni al Comune di Genova nel tentativo di farli cancellare, alla fine sono rimasti, si sono accresciuti e oggi rappresentano il messaggio di ritorno alla vita in una stagione, quella passata, che si sarebbe poi rivelata sportivamente negativa con la retrocessione in Serie B dopo 15 anni. Ma di sicuro, a livello più generale, tra il Covid che tornava a lasciare poco a poco spazio ai tifosi negli stadi e una genoanità solo sopita che andava riemergendo, si respirava un’aria nuova. Aria nuova che si respira ancora.

Un anno fa erano i giorni dell’insediamento, quasi in contemporanea, del Presidente Zangrillo e di Shevchenko, avvicendatosi a Ballardini sulla panchina del Grifone. Si respirava un’aria di cambiamento dopo i mesi precedenti vissuti tra cessione e ultimi passaggi formali del passaggio da Preziosi a 777 Partners. Quei murales rappresentarono – e ancora oggi rappresentano – non soltanto un segno distintivo del tifo rossoblu, ma anche un modo per coprire scritte oltraggiose e offensive presenti da anni. Eravamo lì, nel novembre 2021, quando la gente passava le prime volte tra Signorini, Porta Soprana o il biglietto di Anfield e si diceva contenta di non dover passare più nell’anonimato di via Clavarezza.


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