Tracciamo un profilo della Spal, avversario di questa settima giornata di Serie B. Roberto Venturato è un allenatore tutt’altro che scarso, con il Cittadella ha fatto molto bene e le sue squadre praticano un ottimo calcio. Fanno un bel possesso palla e sviluppano sempre un gioco in relazione alle caratteristiche dei propri calciatori. Fraseggiano molto, difficilmente buttano via la palla. La Spal ha perso alla prima contro la Reggina, poi ha sempre vinto o pareggiato.

Punti deboli?

Mi sembra una squadra più propensa all’offesa che alla difesa, potremmo esserci dei margini per colpirli. Nell’ultima gara prima della sosta ha fatto 3-3 fuori casa con il Como. Come sistema usano il 4-3-1-2.

Parliamo dei singoli, quali sono i migliori giocatori spallini?

La Mantia è un centravanti ottimo per la categoria . Dickmann un buon esterno basso di destra. In mezzo al campo ha uno dei fratelli Esposito, Salvatore, tanta roba per la Serie B. Salvatore Esposito ha già esordito in Nazionale. È uno dei giovani più in vista, il fatto che sia già nell’orbita di Mancini la dice lunga. Il portiere Alfonso può essere un punto debole, ha giocato in Lega Pro e in Serie B e non sempre al meglio.

Che partita sarà?

Complicata, ma il Genoa con la rosa a disposizione deve cercare di comandare il match ogni volta. Ho visto l’incontro con il Modena e secondo me non ci siamo ancora a livello di gioco. Il 4-2-2-2 non convince e come me credo che la pensi buona parte della tifoseria.

Badelj non ci sarà e forse neppure Ekuban.

Badelj di sicuro, Ekuban si vedrà. Il Genoa però ha una rosa tale per cui non può preoccuparsi che manchino Badelj e Ekuba, Esce Badelj, entra Strootman: non penso che sia un grosso problema. Con la rosa al completo giocherei con un 4-3-1-2 o un 4-3-3, in più c’è da registrare il rientro di Gudmunsson dalla squalifica.

Aramu in fascia negli spezzoni fin qui disputati: la cosa ti convince?

Aramu non può giocare esterno puro, con il mancino che ha deve accentrarsi e liberare il suo sinistro, che fa veramente male. In più ogni sua palla da fermo crea pericoli e questa cosa va sfruttata.

Coda?

Gli ho visto fare tante giocate di qualità lontano dalla porta: assist, cambi di gioco. Gli manca il guizzo negli ultimi metri davanti alla rete, ma penso che sia soltanto questione di tempo.

Nel complesso come valuti il Genoa?

Un centrocampo con Frendrup, Badelj e Strootman, e con Aramu dietro le punte, faccio fatica a individuarlo in Serie A tra le squadre che lottano per salvarsi. Senza dimenticare Jagiello e Portanova e che stanno facendo bene. Jagiello sa inserirsi in zona gol. I giocatori ci sono.

Davanti Reggina e Brescia corrono. Non si può più perdere tempo.

Bisogna fare un filotto di due o tre vittorie consecutive in modo che l’entusiasmo che si respira in città abbia effetti benefici sulla squadra. Vedo nei giocatori un pizzico di apprensione, mi pare che soffrano un po’ di pressione. Con due-tre successi di fila quest’ansia svanirebbe e i ragazzi prenderebbero più fiducia nei loro grandi mezzi.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.